Fame d’amore, docu serie sui disturbi alimentari

“Fame d’amore” è la docu-serie condotta da da Francesca Fialdini e prodotta da Ballandi che racconta i disturbi alimentari. “Fame d’amore” è in onda dall’11 maggio su Rai3 in seconda serata. É una delle prime volte in cui un canale televisivo dedica un’intera docu-serie alla narrativa dei disturbi alimentari. La docu-serie nasce dal lavoro di Andrea Casadio che studiava psicosi della mente.

Ieri, noi di Animenta, abbiamo visto “Fame d’amore” e quello che ci ha stupito maggiormente è che non c’è nessuna chiave di lettura. Non ci sono finzioni, maschere o un copione da seguire. In questa docu-serie i ragazzi si mostrano e si racconto per come sono, con tutti i lori disturbi e le sofferenze, con il disagio che i disturbi alimentari comportano nella propria vita.

“Fame d’amore” è il riflesso della realtà

Ogni dialogo, ogni sguardo ed ogni immagine che troverete guardando “Fame d’amore” è il riflesso reale di tutto ciò che quotidianamente avviene nella vita di coloro che soffrono di disturbi dell’alimentazione. Nascosti nelle pieghe della società, i DCA sono uno dei disagi giovanili più diffusi e meno raccontati. Come si legge in un’intervista della Fialdini ai microfoni di Panorama, “Fame d’amore” segue la giornata tipo dei ragazzi all’interno di due comunità, Villa Miralago di Varese e Palazzo Francisci a Todi.  L’impatto sul pubblico è inevitabilmente forte: la paura del lunedì mattina quando alle 7:30 salgono sulla bilancia. Ci sono poi, continua la Fialdini, ragazze nutrite per mesi con un sondino, corpi trasformati, curve femminili scomparse, crisalidi che arrivano a pesare 22-23 kili.

Dalla docu-serie emerge un dramma che affligge la sanità italiana: le poche struttura valide per il trattamento dei disturbi alimentari. Se osserviamo un po’ al di là dei centri per la cura dei DCA, ci accorgiamo che l’informazione e la sensibilizzazione su questi argomenti è altrettanto carente. In Italia si stima che siano più di 3 milioni le persone affette da disturbi dell’alimentazione di cui il 95,9% sono donne e il 4,1% uomini. Particolare attenzione va posta all’anoressia nervosa:  la terza più comune “malattia cronica” fra i giovani.

Che impatto hanno i social media?

Distorsione della realtà e continue sfide con se stesse per raggiungere modelli quasi troppo perfetti per essere reali. Il problema, come sostiene la Fialdini, avviene quando chiudiamo i social e torniamo alla realtà. Pur di assomigliare a quell’immagine vista sui social, si comincia a modificare la propria persona manomettendo ogni singola parte, fino ad arrivare a disintegrarla. Si comprenda che il problema non sono i social in sè, ma l’utilizzo e il messaggio che attraverso questi traspare. L’idea di bellezza che c’è stata impostata e il fare dello stereotipo l’unica via per sentirsi accettate prima dagli altri e poi da noi stesse, sviluppa un senso di disagio che si prova, soprattutto, quando ci guardiamo allo specchio.

Questa nuova serie sui disturbi alimentari è lo specchio attraverso il quale le persone possono cominciare a comprendere la gravità dei disturbi alimentari. Che, purtroppo, non basta dire un “passerà, ce la farai sei forte” per far uscire questi fantasmi. “Fame d’amore” dà voce e visibilità a chi si guarda allo specchio e non sa riconoscersi.

Contenuto a cura di Animenta

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Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

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Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

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1302 kj

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13,00 g

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67,2 g

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0,5 g

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