Marinella racconta la sua storia con i disturbi alimentari in modo estremamente intimo e personale: una poesia è ciò che condivide con noi. Una poesia nata dal fondo del suo cuore e del suo animo, una poesia che ci apre le porte della sua intimità.
L’immagine di copertina è una versione, in forma grafica, di ciò che Marinella prova quando parla della sua Margherita, ovvero il suo disturbo alimentare. Perché Margherita, per lei, è stata come un coinquilino che non ha pagato l’affitto. Marinella ha sacrificato tanto per lei, ha perso tanto per lei: Margherita ha scelto il suo corpo come casa, ma deve imparare a pagare l’affitto.
Una poesia per superare i disturbi alimentari
“L’ho conosciuta quando ancora
non avevo idea
di chi io fossi.
Un bel giorno di nuvole e tempesta
è venuta ad abitarmi
senza pagare l’affitto.
Almeno quello.
La mia accoglienza sfrenata
le ha permesso,
io le ho permesso di costruire
il castello della favola più straziante
in assoluto.
Margherita era strana,
più strana di me.
Il cibo lo immaginava,
mangiare era utopia.
Il controllo era assoluto,
come due rette parallele.
Mai ho incontrato Margherita,
mai ho conosciuto il colore
dei suoi capelli,
mai ho ascoltato il suono
della sua voce.
Mai.
Margherita era il nulla
e il nulla era in me.
Margherita non mi ha mai amato.
Io ho amato Margherita,
perché mi ha insegnato
che posso farcela.
E mentre ai suoi occhi
mi consumavo,
dalle crepe del mio corpo
ormai consunto
ormai leso,
entravano coraggiosi
raggi di sole,
fiorivano fiori.
Margherita
solo tre parole:
“ce l’ho fatta”.
Margherita continua
ad abitare in me,
però sapete com’è:
paga l’affitto.”
L’articolo è stato scritto da Marinella, che ha condiviso la sua storia