Come tutti ben sappiamo, negli ultimi anni abbiamo assistito ad una crescita esponenziale dei social media. Sebbene da un lato essi ci permettano di conservare ricordi, mantenere i contatti e di svagarci, dall’altro sono uno strumento altamente persuasivo e influente sulla vita di chi ne fa uso. “Scrollando” sui social troviamo qualsiasi tipo di contenuto: foto che immortalano amici in vacanza, buffi animali, luoghi di interesse o da visitare e mille altre cose, tra cui il cibo e il corpo. Sono tanti, tantissimi contenuti riguardanti il cibo e l’alimentazione che, se da un lato possono fornire ispirazione per nuove ricette, dall’altro possono diventare dei veri e propri trigger per le persone che hanno un rapporto delicato con esso.
Alcune ricerche mostrano un’associazione tra l’aumento del tempo trascorso sui social media e le preoccupazioni riguardo all’alimentazione. Si nota, infatti, che molti account promuovono un’alimentazione disordinata tramite l’evitamento di alcuni cibi, periodi di “detox” e diete fai da te. La diffusione di questi trend può essere un ostacolo per le persone che stanno affrontando un percorso di guarigione dai disturbi alimentari e che navigano sui social. Difatti, potrebbe accadere che la tentazione di seguire le mode alimentari e le diete, e la comparazione con altri corpi, renda molto più arduo il processo di guarigione.
I trend di cibo sui social media
Con l’introduzione di nuovi stili e mode alimentari e un’attenzione quasi spasmodica all’allenamento e all’alimentazione sana, i social si sono dimostrati canali molto efficienti nella diffusione di queste nuove abitudini. Tra i contenuti più diffusi a riguardo ci sono sicuramente i “what i eat in a day”, ovvero piccoli video in cui le persone mostrano cosa mangiano nell’arco della giornata, accompagnati a volte da brevi descrizioni sulle modalità di preparazione delle varie pietanze. Altrettanto diffuse sono le “ricette fit” per qualsiasi tipologia di preparazione, dai pancake, al tiramisù, alle lasagne. Spesso in queste ricette si sostituiscono i normali ingredienti con alternative più ricche di proteine o light.
Sebbene questi video abbiano un intento innocente nel promuovere un’alimentazione “sana”, in realtà non considerano che il messaggio che si legge tra le righe è “non posso permettermi di mangiare un tiramisù o delle lasagne tradizionali perché non sono sane”. Gli alimenti che le ricette tradizionali contengono sono raccontati come “nocivi” per la salute. Questo porta a doverli per forza sostituire con delle alternative più sane e da evitarne completamente l’assunzione.
Infine, per concludere questa piccola carrellata, c’è il tanto dibattuto concetto di sgarro. Sgarrare vuol dire allontanarsi momentaneamente da ciò che è usuale, ma con un’accezione negativa. Va da sé che accostare questo termine ad un pasto diverso dal solito conferisce all’atto stesso un valore negativo. Quindi l’associazione “pasto diverso=eccezione, perché non va bene” è presto fatta.
I trend sul corpo sui social media
Tutte queste influenze di natura alimentare però non nascono dal nulla, ma hanno un forte collegamento con l’aspetto fisico che si auspica di ottenere seguendo tali stili alimentari. In associazione a descrizioni di determinati percorsi alimentari infatti, troviamo foto che ritraggono un prima e un dopo, i famosi “before and after”. Questi contenuti mettono a confronto l’immagine della persona prima di un percorso alimentare e dopo lo stesso. Questo linguaggio afferma implicitamente l’inadeguatezza del “prima” rispetto ad un “dopo” adeguato e desiderabile.
Inoltre, sui social media il confronto tra corpi è quasi naturale. Il confronto tra corpi viene effettuato dagli utenti paragonando il loro aspetto con quello degli influencer o delle altre persone online. Qui, tutti appaiono perfetti tranne noi.
Ma (spoiler) la perfezione non esiste, nemmeno per gli influencer. Le foto con cui ci si confronta sono state fatte con lo scopo di mostrarsi senza difetti, anche a costo di ricorrere a stratagemmi che modificano il proprio aspetto. Quasi come se avere dei difetti fosse una colpa. Così, con qualche conoscenza sulla prospettiva e sui giochi di luce, si catturano istanti di perfezione ingannevole che contribuiscono ad alimentare l’insicurezza e il senso di inadeguatezza delle persone più fragili.
Ultimi ma non di certo per importanza sono i cosiddetti profili “fitspiration“ e “thinspiration”. Ebbene, esistono profili che promuovono uno stile di vita incentrato sul fitness e immagini di uomini e donna muscolosi ed atletici. Altri profili, invece, si basano su immagini di donne magre e sottopeso. Essi trasmettono l’idea che l’ideale di vita sana è una vita che ruota intorno all’attività fisica e all’aspetto fisico. Soprattutto, questi profili veicolano il messaggio che un corpo sano coincide con un corpo muscoloso oppure magro e sottopeso. Inoltre, non si limitano a promuovere un determinato stile di vita, ma suscitano negli utenti che vi si imbattono la necessità di perdere peso, sensi di colpa per il proprio stile di vita ed eccessivo body-checking.
Le origini culturali che rendono il confronto tra corpi estremamente semplice e doloroso
È importante precisare che gli stili di vita promossi sui social hanno delle radici molto profonde. Alla base di questo processo ci sono i canoni estetici culturali. Essi descrivono un prototipo di uomo e donna desiderabile, tale per cui qualsiasi diversità viene percepita come inadeguata, sbagliata e non apprezzabile.
Di per sé è normale che la cultura abbia dei prototipi che siano frutto delle caratteristiche più comuni. Il problema sta nell’uso che si fa di queste rappresentazioni e il significato che gli viene attribuito. I social, in effetti, tendono ad esasperare queste caratteristiche e a diffondere l’idea del “o sei così oppure non vai bene”, portando ad un’uniformità che cancella l’unicità dell’essere umano.
Non dimentichiamoci, in questa narrazione, il ruolo fondamentale che la cultura della dieta ha avuto negli ultimi decenni. I canoni estetici di numerose culture si sono adeguati a questo principio, portando la bellezza ad essere associata a magrezza esagerata o tonicità del corpo.
I contributi della ricerca: dati precisi sull’effetto del confronto tra corpi
Uno studio francese del 2021 aveva come obiettivo indagare l’associazione tra la frequenza in cui i soggetti confrontano il loro aspetto fisico a quello delle persone che seguono sui social e la loro insoddisfazione corporea. All’insoddisfazione corporea era poi strettamente legata la ricerca di magrezza. I risultati dello studio ci mostrano come la comparazione tra corpi aumenti il senso di insoddisfazione rispetto al proprio aspetto.
Le evidenze mostrano come l’utilizzo social media risulta associato ad una maggiore insoddisfazione corporea e alla comparsa di sintomi di disturbi del comportamento alimentare. Inoltre, le persone con DCA o a rischio hanno livelli maggiori di insoddisfazione corporea e di ricerca di magrezza.
Per quanto riguarda invece le tendenze relative al confronto, è stato riscontrato che più le persone confrontano il loro corpo con le immagini diffuse sui social, più aumenta la loro insoddisfazione corporea e la loro ricerca di magrezza.
Lo studio ha evidenziato anche che il raggiungimento degli ideali corporei veicolati dai media è visto come dimostrazione di autocontrollo e successo. Questi sono valori che permettono alla persona di differenziarsi dalla folla in modo positivo.
Infine, è emerso che l’insoddisfazione corporea e la ricerca di magrezza sono molto diffusi tra gli adolescenti e giovani adulti. Facendo essi un grande uso dei social, questo li rende maggiormente vulnerabili ai DCA.
Come affrontare il disagio generato dal confronto tra corpi sui social?
Tra le strategie che possono essere messe in atto per evitare l’influenza negativa che il confronto corporeo sui social può causare ci sono:
- prendere una pausa dai social
- evitare account che inviano messaggi trigger
- seguire account che diffondono messaggi positivi sull’alimentazione e sulla normalizzazione corporea/unicità corporea
- smettere di seguire tutti gli account che pubblicano contenuti riguardanti il cibo e l’alimentazione. Il recovery è un percorso faticoso e prendersi delle pause da tutto ciò che riguarda l’alimentazione è rigenerante.
- promozione della social media literacy, ovvero il grado in cui gli individui rispondono attivamente alle immagini attraverso un’analisi critica piuttosto che una visione passiva. È fondamentale lo sviluppo di questa abilità soprattutto per gli adolescenti, poiché potrebbe aiutarli a comprendere gli ideali irrealistici che permeano i social media.
Il corpo è l’involucro del tesoro che ognuno di noi custodisce
In conclusione, è importante sottolineare l’importanza del significato che viene assegnato alle cose. Di per sé, infatti, l’avere degli ideali non è sbagliato, poiché possono essere il motore che spinge l’individuo al cambiamento e al miglioramento. Il problema, tuttavia, nasce quando a questi ideali si associa il concetto di valore. Quando viene estremizzato il significato fino alla creazione della credenza che solo con il raggiungimento di tale ideale si può mostrare il proprio valore.
Ciò che sarebbe opportuno fare è quindi insegnare, soprattutto agli adolescenti, a osservare i contenuti online con una certa distanza, a non credere a tutto ciò che vedono o che sentono sui social.
Bisogna ricordargli che il loro valore non dipende dal raggiungimento di un certo stereotipo fisico. Perché il corpo è sì importante, ma non è che l’involucro del tesoro che ognuno di noi custodisce al proprio interno, quello che racchiude il vero valore di ciascuno.
L’articolo è stato scritto da Silvia, volontaria dell’Associazione