Il 16 ottobre del 1979 viene istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) la Giornata Mondiale dell’Alimentazione.
Dal 1979 ad oggi il 16 ottobre di ogni anno è un occasione per sensibilizzazione le persone e le istituzioni sull’importanza della lotta alla fame e la malnutrizione in tutto il mondo, fenomeni per lo più concentrati nei paesi poveri, ma che trovano spazio anche nei paesi considerati più ricchi.
Un po’ di storia…
Il diritto al cibo venne sancito per la prima volta nel 1948 all’interno della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. All’interno di questa dichiarazione viene espressa la necessità che ogni individuo debba avere un tenore di vita grazie al quale possa tutelare la propria salute e il benessere del suo nucleo famigliare, ponendo molta attenzione sul tema dell’alimentazione.
Nel 1966 l’ICESCR (Convenzione Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali) tratta il diritto di ogni singolo individuo ad uno stile di vita che includa anche un facile accesso al cibo.
Sebbene il diritto al cibo faccia parte dei diritti umani fondamentali vi è ancora bisogno, oggi più che mai, di attività che sensibilizzino e pongano attenzione su quanto questo diritto debba essere garantito e tutelato al meglio. Solo nel 2019, infatti, si contavano 815 milioni di persone denutrite in tutto il mondo. Numeri ancora troppo alti e che saranno destinati ad aumentare se non facciamo qualcosa di concreto.
Lo slogan della giornata Mondiale dell’Alimentazione
“Diritto al cibo per una vita e un futuro migliori”.
Questo è lo slogan della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2024. Questo slogan ha l’obiettivo di stimolare l’ attenzione sulla necessità di prodotti alimentari che siano non solo accessibili a tutti ma che possano garantire anche una corretta alimentazione.
Si tratta di un’occasione per riuscire a mettere in luce quanto ancora sia diffuso il problema della fame nel mondo e della mortalità legata ad essa.
Basta pensare che negli ultimi anni fenomeni come la pandemia, conflitti e crisi climatica non hanno fatto altro che contribuire alla fame nel mondo e di conseguenza alla morte e denutrizione legata ad essa.
Le cause principali per la fame nel mondo
- Povertà. Condizioni di grave povertà portano le persone a non avere accesso al cibo, arrivando a stadi di malnutrizione elevati o persino alla morte.
- Guerre e conflitti armati. Spesso purtroppo la fame viene utilizzata come strumento di guerra. Quando sono presenti dei conflitti armati molte famiglie sono costrette ad abbandonare le loro case per potersi proteggere. Molti dei rifugiati sono agricoltori costretti ad abbandonare anche i loro campi. Questo fenomeno altro non fa che far sprofondare le comunità locali in povertà e impedire la produzione agricola.
- Mancanza di investimenti nel settore dell’agricoltura. Si tratta di una conseguenza della povertà e che porta i paesi del terzo mondo ad avere difficoltà ad investire nell’agricoltura a causa degli elevati costi di macchinari e strutture adeguate.
Quando il cibo diventa un nemico
Il cibo non è solo carburante per il nostro corpo, ma un tassello importante che contribuisce all’equilibrio interiore di ciascuno di noi.
Il cibo può essere un momento di condivisione. Basta pensare a quando rivediamo una persona dopo molto tempo e cogliamo l’occasione per un pranzo o una cena fuori casa. Alla bottiglia di vino stappata ai compleanni, alle cene di Natale e alle feste di laurea. Il cibo può dunque accompagnare e contribuire a rendere ancora più speciali i momenti felici e importanti della nostra vita.
Il cibo, in molti casi, diventa un nemico. Soprattutto in chi soffre di un disturbo del comportamento alimentare. Affrontare un DCA è una sfida lunga e complessa, è un viaggio ricco di ostacoli, non lineare, fatto di ricadute e momenti di sconforto.
Per questo motivo quando parliamo di cibo è essenziale mettere in luce chi con il cibo fatica a relazionarsi quotidianamente. Per portare speranza e coraggio a coloro che soffrono, in modo da aiutare a vedere oltre il dolore del presente e ricominciare a vivere una vita piena e ricca di momenti felici e preziosi.
La speranza oltre i disturbi dell’alimentazione
C’è una bellissima frase di un libro di Eugenio Borgna (in “Dare voce al cuore”) che recita cosi :
“La speranza è apertura a un futuro che riscatta presente e passato, ed è passione del possibile che non esclude l’irrompere della luce anche nelle notti oscure dell’anima”.
La speranza è un qualcosa di potente, anche se non si vede. Rappresenta l’idea che nonostante le difficoltà ci sia sempre la possibilità di un futuro migliore, che riscatterà ogni momento brutto passato, insegnando a dare ancora più valore ai momenti belli della vita.
È questo che vogliamo augurare a chiunque stia attraversando un momento difficile: di ritrovare la speranza che, quando si è immersi nei momenti bui, sembra sempre perduta.
L’articolo è stato scritto da Martina, volontaria dell’Associazione