Perché hai scelto di diventare un* dei volontari di Animenta e di cosa ti sei occupat*?
Ho scelto di diventare una dei volontari di Animenta perché ho capito, tramite la mia esperienza, che tutte le voci sono importanti, tutte le storie e tutti i dettagli di persone che sicuramente sono più sensibili in questo ambito. Non è necessario avere certi numeri o diagnosi ed è grazie ad Animenta che ho avuto questa consapevolezza. Animenta è semplicemente quel tuo compagno di viaggio che ti sostiene, non ti giudica, ti sa ascoltare ma soprattutto sa raccontare.
Assieme ad altri volontari, mi sono occupata essenzialmente dell’Animenta Camp in Molise e di un incontro online con due classi superiori.
Raccontaci qualcosa in più di quello che hai fatto
Con Animenta ho partecipato al Camp in Molise, che è stata un’esperienza che mi ha messo a dura prova. Mi sono sentita parte di un gruppo che solo insieme è andato avanti sia nelle bellissime attività svolte sia in alcune difficoltà. Questo mi ha fatto riflettere molto sull’importanza delle persone che ci circondano e di quanto sia fondamentale avere la fiducia per superare i propri limiti.
Ho partecipato anche a un incontro online con due classi superiori: era per me la prima volta, e non nego l’ansia nel doversi rapportare con i ragazzi come se fosse un esame universitario. E invece ho scoperto un mondo che è davvero magico: vedere come attraverso delle semplici parole o frasi si possano scoprire dettagli su alcune storie di persone che forse per la prima volta riescono ad aprirsi veramente. Magico ed emozionante sono le due parole che racchiudono quella che è stata per me l’esperienza in classe.
Cosa hai imparato ma soprattutto cosa hai provato?
Con le attività di Animenta ho capito che tutte le storie, a prescindere da diagnosi e numeri, hanno un’importanza precisa. Non è scontato dare voce, spazio e fiducia a chi si sente o si è sentito mai abbastanza.
All’inizio avevo timore di affrontare le varie attività, forse perché per la prima volta mi sono messa in gioco, ma poi ho capito che quel calore e la felicità che si prova è insostituibile. Mi sono sentita di occupare un posto preciso e che quello che stavo facendo poteva in qualche modo dare un supporto concreto
Quali sfide hai affrontato?
La sfida più grande che ho affrontato è stata la mia insicurezza: la paura di non essere sufficientemente brava o all’altezza. Ma poi con le attività che ho svolto ho compreso che basta davvero “poco”: fare gruppo e parlare. Parole all’apparenza semplici ma che talvolta rappresentano delle barriere da superare, che solo grazie ad Animenta si riesce a fare.
I tre motivi per cui ha senso diventare un* dei volontari di Animenta
I 3 motivi principali sono:
- Entrare a far parte di un grandissimo gruppo, come un gruppo di amic* che incontri un giorno per caso ma che poi si rivelano essere i veri amic* con cui starai sempre in contatto. Questo rappresenta per me uno stimolo per dare ancora di più ad Animenta.
- Animenta aiuta a dare una voce diversa e nuova ai disturbi alimentari perché ancora oggi, troppo spesso, vediamo una narrazione esclusivamente basata sul cibo o sull’estetica. In realtà i disturbi alimentari racchiudono un mondo enorme che dobbiamo comprendere ancora di più: dare voce a questo mondo potrà darci sempre di più gli strumenti per combattere queste malattie
- Un’ultima motivazione è che Animenta oltre a dare voce alle storie, dà voce e importanza anche a noi volontari. Animenta semplicemente ti sostiene, ti guida, ti accompagna e ti fa crescere a livello di persona come in pochi altri sanno fare
L’intervista è stata scritta da Elvira, volontaria dell’Associazione