Quante letterine, poesie, lavoretti, ci siamo trovati a scrivere, a scuola, iniziando con questa frase? Natale per me è… momento di meditazione iniziale su cosa scrivere e poi via con la penna.
E chi di noi non è salito su una sedia, durante il Natale, a recitare la poesia che aveva con tanto impegno imparato a scuola? Personalmente ricordo bene quei momenti: ero tesa, pensavo di non ricordare bene le parole o che gli altri non avrebbero apprezzato quella routine del “momento poesia”. Alla fine della recita arrivavano applausi e sorrisi, sempre, e ricordo che le mie guance diventavano rosse per la vergogna, ma ero felice.
Natale da bambini può significare attendere con entusiasmo l’arrivo di Babbo Natale; scartare i regali; rivedere parenti lontani; le vacanze dalla scuola; gli addobbi, le luci e i colori; il caldo del camino.
La magia del Natale da bambini è qualcosa che rimane per sempre, ma crescendo questa magia può cambiare. Una cosa è sicura: il Natale non lascia indifferenti.
Cosa può succedere a Natale
La festa considerata più bella e calorosa dell’anno può diventare difficile. Per chi soffre di Disturbi del comportamento alimentare, questo periodo dell’anno può essere colmo di preoccupazioni. Il focus principale è sul cibo, su quanto e come si mangerà, o su quanto si potrà essere partecipi a una festa così tanto attesa, ma che in realtà in noi porta ad avere tanti pensieri, sia su quello che potremmo pensare noi, sia su quello che potrebbero dire gli altri, sul nostro aspetto, sul nostro piatto… qualsiasi cosa fatta o detta in quei giorni pensiamo potrebbe essere oggetto di critica o commento da parte di chi condivide con noi quei momenti.
Partiamo innanzitutto dal fatto che ogni nostra sensazione in questo periodo è giusta. Non c’è niente di sbagliato, perché è quello che abbiamo dentro, e non va giudicato o ignorato. È giusto, anzi, comunicare. Esternare quello che abbiamo dentro è un modo per condividere (e Natale è condivisione) e per accettare ancora di più quello che abbiamo dentro ma che potrebbe fare fatica ad uscire.
Il Natale nella nostra mente
Natale è tutto questo, ma da un punto di vista cerebrale cosa si attiva in noi?
Gli studi hanno mostrato risultati interessanti:
- L’euforia e la gioia del natale agiscono sui neurotrasmettitori che regolano il nostro benessere: la dopamina (implicata nel circuito della ricompensa e nella ricerca di stimoli piacevoli) e la serotonina (che amplifica il nostro benessere verso ciò che ha importanza per noi);
- Fare i regali, per molti sinonimo di stress, è invece molto spesso legato all’altruismo, se pensiamo al pensare, acquistare e impacchettare i doni per parenti e amici. Piuttosto che pensare al fare i regali come momento di ansia, file al centro commerciale, traffico etc, pensiamo al gesto di altruismo che stiamo facendo verso chi amiamo e ai loro occhi felici una volta ricevuto e scartato il nostro pensiero;
- Famiglia, e quel senso di unione (e riunione) che solo il Natale riesce a dare. La sensazione di calore associata a questi momenti è dovuta in parte all’ossitocina, l’ormone dell’amore, che regola la capacità di rinforzare legami e stimola la fiducia. Questo permette anche di staccare dalla routine quotidiana e di alleviare l’ansia. In che modo? Vivere una situazione conosciuta, con le stesse persone, strutturata più o meno allo stesso modo, permette di sentirsi stabili e sicuri almeno per quei giorni. Pensiamo ad esempio al recitare canti o preghiere, al brindare sorridendo e guardandosi negli occhi, alle canzoni tipiche che ascoltiamo e cantiamo. Si tratta di stimoli sensoriali importanti, che ci permettono di vivere serenamente quelle giornate;
- Conversare, intorno a una tavola apparecchiata con i caldi colori del Natale e con le pietanze cucinate con amore rafforza il senso di appartenenza familiare: condividere un pasto, a prescindere dal Natale, significa comunità, riunisce tutta la famiglia e apre la strada alla conversazione e alla connessione, a prescindere da chi mangia cosa: ognuno è libero di mangiare quello di cui ha più voglia.
Le feste natalizie sono considerate la ricetta perfetta, e non parliamo di ricette culinarie: il Natale è la ricetta perfetta per l’armonia familiare, nonostante i tanti chilometri percorsi per arrivare a destinazione, o i momenti scherzosi in cui il permaloso della famiglia si offende, per non parlare delle discussioni di politica. Niente di tutto ciò però potrà rovinare questa esperienza.
L’importanza dei nostri pensieri
Tenere a mente tutto questo è di fondamentale importanza soprattutto quando pensieri di soffocamento di fronte al cibo, di calcolo di chilometri da percorrere nei giorni precedenti o di diete drastiche “di preparazione” al Natale possono intrufolarsi nella nostra mente. Perché chi sta attraversando un disturbo alimentare può avere questi pensieri ed è importante accettarli.
Ma lo stesso vale anche se non si sta passando in un disturbo alimentare: infatti, alcune concezioni legate alla cosiddetta “Diet Culture” possono influenzare negativamente i momenti di feste; il timore di prendere qualche chilo durante le feste o il pensiero di dover compensare in qualche modo i pasti più abbondanti sono, purtroppo, comuni nella nostra società. L’errore sta proprio nel non vedere il problema e considerare questi pensieri normali: la verità è che possono causare molto disagio, pur non essendo direttamente legati ai disturbi alimentari. Senza la loro accettazione non c’è il rovescio della medaglia: “ho questi pensieri, ma cosa era per me il Natale prima?”. Quello che il Natale ci ha dato fino ad ora non lo porterà mai via nessuno, è dentro di noi ed è la forza che possiamo avere, dalla quale partire, per vedere a questo di Natale con occhi diversi: entusiasmo, calore, amore, condivisione, chiacchierate, risate, regali.
Torniamo bambini per una sera, e assaporiamo queste emozioni. Farlo per una sera potrebbe essere l’inizio per farlo anche il giorno dopo, e quello dopo ancora, e tornare a farlo serenamente, con il tempo. Ognuno di noi ha “il suo tempo” ed è giusto farlo fluire senza ostacolarlo.
Tornare bambini: come farlo?
E se vogliamo tornare ancora di più bambini scriviamo una lettera a Babbo Natale. Cosa scriverci? Prendiamo un foglio, una penna, e sediamoci in un ambiente tranquillo, lontano da rumori e senza essere disturbati. Il flusso dei pensieri diventerà una sequenza di parole stupende, perché dettate dal cuore.
Accettare e ascoltarsi sono i doni più belli e più grandi che possiamo farci.
Facciamoci questo regalo, ne vale la pena. Noi valiamo.
Che tutti noi possiamo passare un sereno Natale.
Articolo a cura di Federica Lupi e Francesca Lucarini, volontarie dell’Associazione Animenta