Animenta racconta i disturbi alimentari: la storia di Ludovica

Animenta racconta i disturbi alimentari: la storia di Ludovica

Era il 2020 quando iniziai una semplice dieta, che si trasformò in qualcosa di più grande di me. Crebbe al punto da rovinare la mia intera adolescenza, diventando parte della mia vita per cinque anni: conobbi i disturbi alimentari. 

I campanelli d’allarme dei disturbi alimentari

Iniziai a dare buca agli amici per non mangiare fuori. Cominciai ad allenarmi seguendo i video online che promettevano lo spazio tra le gambe e la pancia piatta, oltre agli allenamenti che facevo a pallavolo. Iniziai ad avere paura dei pranzi di famiglia, poi del Natale, e intanto dimagrivo sempre di più. 

Sparivo sempre di più, non solo perché diventavo sempre più minuta, ma perché iniziai anche a chiudermi sempre di più, a rifiutare i rapporti sociali per evitare il cibo, Ma anche per evitare chiunque mi volesse aiutare, per sfuggire alla possibilità che qualcosa potesse andare fuori dal mio controllo. 

Non festeggiai nemmeno il mio compleanno, quell’anno, per paura di dover mangiare di più per una sera. Lasciai la pallavolo, perché le mie gambe non erano più in grado di sostenere ore di allenamento e le mie braccia deboli non mi permettevano di superare la rete quando battevo. Rovinai persino il viaggio di istruzione con la scuola durante il quale, stando lontano dagli occhi preoccupati dei miei genitori, potevo avere pieno controllo sul cibo. Ovviamente però, quella che doveva essere una bella esperienza diventò un incubo. Non mi reggevo in piedi, mi venne la febbre, i miei furono convocati d’urgenza a scuola: tutti avevano capito che stavo male.

Mamma e papà: i miei primi soccorritori 

I miei genitori soffrivano con me: li ho visti spegnersi sempre di più ad ogni chilo perso e mio fratello ha iniziato a vedermi come un mostro. Ogni giorno giorno si discuteva per cercare di farmi mangiare. Li ho odiati tanto per questo, ma tante volte, in cuor mio, li ho anche ringraziati, perché mi hanno salvato dal morire di fame. Io mai mi sarei sognata di toccare cibo, nonostante ne avessi tanto bisogno, se non me lo avesse messo qualcun altro davanti. Certo, tante volte avrebbero potuto convincermi a mangiare con più dolcezza e meno rabbia: del resto, spesso il mio non toccare cibo era solo un modo di richiamare l’attenzione su qualcosa che mi faceva star male. 

Una vita in pericolo

Ma l’aiuto dei miei genitori non è bastato: più passava il tempo, più io credevo di controllare il cibo.  Non mi accorgevo che qualcun altro controllava me: i disturbi alimentari avevano preso il controllo. 

Il cibo è divenuto un pensiero ossessivo, credevo che non mi sarei mai liberata dei sensi di colpa che avevo ogni volta che uscivo fuori dal mio controllo, anche solo con un morso. Ma soprattutto, mai avrei creduto che potessi odiare quel corpo magro e scheletrico che finalmente avevo. Un corpo che per quanto amassi non era, e non è tutt’oggi, sano. 

Gli ultimi 5 anni, non solo sono stati sommersi di sofferenza emotiva, ma anche fisica: ho perso il ciclo, ho iniziato a soffrire di reflusso gastroesofageo, sono diventata stitica. Il mio stomaco fa molta difficoltà a digerire, ho sempre i brividi dal freddo, i miei capelli si sono danneggiati. Insomma ho rischiato il ricovero, ma queste cose che ad oggi sono fonte di preoccupazione, erano per me fonte di gioia: erano il segno della mia estrema magrezza.

Una nuova soccorritrice

Ma, in fondo in me, un briciolo di voglia di vivere era rimasto. Non potevo rischiare la mia vita: ecco che ci siamo rivolti ad una psicologa. Ad oggi lei mi racconta che quando mi incontrò la prima volta vide degli occhi spenti, privi di quella vitalità che contraddistingue noi giovani. In quello studio è iniziato il mio percorso verso la fine di quel tunnel di sofferenza, che, dopo più di un anno, non posso dire di essersi concluso. Ma so di essere un pò più vicina all’uscita. 

In quello studio ho imparato a vedere il cibo come un momento di convivialità, ho capito che quel corpo che tanto cercavo, è un corpo da bambina che non volevo veramente. Sono giunta alla conclusione che la magrezza non mi serviva a nulla, se non a farmi avere un corpo che non funziona. Ho imparato che le attenzioni non si ottengono solo stando male, rifiutandosi di mangiare, e ho appreso come separare le emozioni dal cibo perché il mio corpo possa funzionare.

Tutti questi spunti di riflessione mi sono arrivati dalla terapia, ma la vera voglia di guarire arriva da dentro. Io so bene quando quella voglia di vivere, che ardeva dentro di me, ha prevalso su tutto.

La guarigione dai disturbi alimentari

Una sera, quest’estate, segnò una svolta profonda nel mio percorso. Stavo guardando le foto degli ultimi anni, quando sono finita a versare tutte le mie lacrime sul divano con mamma. Improvvisamente mi sono resa conto di quanto mi sarebbe piaciuto continuare a giocare a pallavolo se avessi avuto la forza di farlo. O di quanto mi sarei sentita amata da amici e famiglia se avessi organizzato quella festa di compleanno. Di quanto mi sarei divertita in gita, se non mi fossi sentita male. Mi sono resa conto di quanto mi sarei goduta con più serenità ogni viaggio, se non avessi sempre litigato con qualcuno perché mangiavo poco mentre credevo di mangiare anche troppo. Di quanti soldi spesi in medicinali, quante ore nelle sale d’attesa avrei risparmiato. Di quanto avrei vissuto un’adolescenza più serena se non mi fossi concentrata su quante calorie ingerivo, sul cercare di bruciarle e non fossi andata in crisi tutte le volte che uscivo fuori dal mio schema mentale. 

Scoprendo così, che anche dopo 5 anni di schemi mentali, si può ritrovare la libertà. Forse non mi libererò mai di alcune voci nella mia testa, ma saprò come tenerle a bada e fare in modo di non ritornare all’inizio del tunnel.

L’articolo è stato scritto da Ludovica, che ha raccontato la sua storia

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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