Cara Chiara,
dovresti imparare ad ascoltarti. Dovresti cercare di dare meno peso alle parole altrui. Ti sei costruita giorno dopo giorno la tua barriera. Il tuo scudo. Hai schermato ogni emozione, perdendo di vista te stessa, la tua vita e il tuo futuro. Hai perso di vista cosa sono le emozioni. Te ne privi perché hai paura.
Hai smesso di ascoltarti. Di sentire ciò che ti dice il cuore. Hai finito per ascoltare solo ciò che ti dice la testa. Ciò che la malattia impone alla tua testa. Lo hai fatto perché ti rende sicura. Ti fa sentire forte. Cancella quel senso di fragilità e insicurezza che sempre, fin da quando eri piccola, ti ha caratterizzata.
Mi ricordo che ogni volta ti nascondevi dietro la gamba del papà. Eri insicura e hai sempre cercato protezione. Hai sempre cercato di nasconderti.
Crescendo la protezione l’hai trovata dentro la malattia. Quella malattia a tanti sconosciuta.
Crescendo l’hai trovata nell’anoressia.
Lei ti dava forza. Sceglieva al posto tuo. Ti faceva sentire sicura e forte. Ti faceva sentire che tutto era sotto controllo. Pensavi di avere il controllo della tua vita, delle tue emozioni. Pensavi di avere il controllo sul tuo corpo. Ma pian piano, senza rendertene conto, ti ha consumata dentro e fuori.
Finita quella “luna di miele”, hai cominciato a sentirti sola, a stare male. Hai capito di non riuscire più ad entrare in contatto con te stessa. Non riesci a prendere una decisione di pancia: ci ragioni per ore, come se la vita fosse una partita a scacchi.
Vuoi evolverti. Vuoi lasciare andare le catene che ti sei costruita e che con il tempo ti hanno soffocata. Ma hai paura. Perché alla fine quelle catene ti hanno fatto e ti fanno sentire protetta. Quando devi scegliere cosa mangiare, apri il frigorifero o l’anta della dispensa e rimani per ore a pensare. Non sai cosa preferisci. Non sai cosa vuoi. O forse lo sai, ma la tua testa con quegli stupidi calcoli ti manda in crisi. Mangi solo perché devi mangiare. Tanto i sapori sono tutti uguali, neutri.
Ti rifugi in quegli alimenti che ti rendono sicura. Quegli alimenti che sai di poter controllare. Quegli alimenti di cui potresti recitare gli ingredienti e i valori nutrizionali a memoria. A volte fai vincere quella parte di te “cattiva”, quella che ti impone di lasciare sempre qualcosa nel piatto. Quella parte che ti dice che per te è troppo. Che tu non te lo meriti, nonostante tutti i tuoi sforzi. Nonostante un ricovero. Nonostante la fatica che io conosco.
Sono felice quando riesce a vincere la parte buona di te. La Chiara sana.
Sono felice quando cerchi di superare le paure provando ad affrontare gli ostacoli. Quando, ad esempio, provi a superare quella merenda che tanto ti fa paura. Se ti guardi indietro quanta strada hai fatto rispetto a quando sei partita? È una strada in salita, una strada piena di ostacoli, ma ricorda che ogni battaglia vinta ti riavvicinerà a te stessa. Devi liberarti da quelle catene per poter tornare ad essere una ragazza felice. Per poter tornare a sorridere veramente. Per riuscire ad esprimere le tue emozioni senza bisogno di sfogarle sul tuo corpo.
Il tuo corpo non è tuo nemico. Il tuo corpo è la tua casa.
È dove la tua anima vivrà per tutta la vita. Vinci la necessità di sfogare la tua rabbia, la tua insicurezza, la tua tristezza nella privazione. Nel bisogno di sentire le tue ossa.
A volte urli che è questo che vuoi. Ma non sei tu a parlare, e io lo so.
Tu vuoi iniziare a prendere in mano la tua vita. Ad avere delle amicizie. Vuoi tornare a riassaporare il gusto delle cose. Vuoi assaggiare un cibo e percepirne il sapore.
Pian piano ci riuscirai, ne sono sicura.
Adesso è la malattia ad avere la meglio, e non senti i sapori perché la tua mente è troppo occupata a calcolare. A farti sentire in colpa. Perché è consapevole che più passi avanti fai, più diminuirà il suo potere su di te.
Lei non è la tua migliore amica, ma la tua peggior nemica.
Quindi, anche quando la salita ti sembra infinita e sei allo stremo delle forze, fai un passo alla volta, anche uno piccolo. Perché quel passo, anche se piccolo, è un passo in più verso la tua libertà.
Non permettere a nessuno di dirti che non vali niente. Non permetterlo neanche a te stessa. Ricorda che il giudizio degli altri poco conta, perché la tua vita te la costruisci tu. E quando nessuno si accorge dei tuoi sforzi, quando ti dicono che non ce la farai, che stai facendo “il passo del gambero”, tu sorridi. Lascia che i gamberi siano dove sono. E pensa che il passo del gambero, se cambi la prospettiva, non lo fa regredire, ma avanzare.
È tutta una questione di punti di vista.
L’articolo è stato scritto da Chiara, che ha racconta la sua storia