Animenta racconta i Disturbi Alimentari: la storia di Elisa

Animenta racconta i disturbi alimentari: la storia di Elisa

Scrivere di sé non è un gesto semplice, ma sa essere un gesto estremamente importante. I disturbi alimentari, molto spesso, privano chi ne soffre della propria identità, della propria essenza, riducendo tutto alla malattia. Scrivere di sé dopo aver sofferto di un DCA è un atto rivoluzionario, perché significa riconoscersi e riappropriarsi di sé.

Conoscevo questa ragazza, la conoscevo bene…

“Lei era felice, studiava, faceva sport, aveva uno splendido ragazzo.

Conoscevo questa ragazza, la conoscevo bene.

Andava dritta per la sua strada, portava sempre con sé le sue cuffiette, la sua playlist del cuore e una discreta dose di orgoglio. Aveva a cuore le piccole cose, quelle che molti nemmeno riescono a notare. Eppure lei ci trovava la felicità: poteva essere un messaggio inaspettato, una lettera scritta a mano o un sorriso strappato a qualcuno.

Conoscevo questa ragazza, la conoscevo bene ma non come pensavo.

Con il tempo divenne fredda, a tratti antipatica, e quel sorriso che prima aveva sempre stampato in faccia piano piano divenne solamente un ricordo lontano.

Ebbene sì, non la conoscevo bene come pensavo perché anche quando si accorse che quel meraviglioso ragazzo le faceva vivere una relazione tossica, non ebbe il coraggio di lasciarlo.

Iniziò a detestarsi, ad odiare il suo fisico, i suoi lineamenti, voleva soltanto svegliarsi in un altro corpo e ricominciare da capo.

Eppure qualcosa, qualcuno, la bloccava, le faceva credere di non essere forte come pensava e sai qual è la verità? Che quando qualcuno non fa altro che ripeterti quanto sei sbagliata, ogni giorno, alla fine finisci per crederci.

L’inizio dei disturbi alimentari

Conoscevo questa ragazza. Anzi, pensavo di conoscerla, perché più passava il tempo e più mi sembrava di non riconoscerla più.

Iniziò a mangiare poco, a dire il vero poco niente. Voleva cambiare, far capire agli altri che qualcosa non andava e così continuò dritta per la sua strada convinta che quella fosse l’unica soluzione. 

Lo ricorda come fosse ieri quel numero che comparve sulla bilancia, il più basso mai raggiunto.

Ce l’aveva fatta: improvvisamente tutti sembravano essere preoccupati per lei e lei la trovava una cosa bella, ma di bello non c’era proprio niente. 

Erano tutti preoccupati, familiari, professori, amici. Tutti tranne una persona: il suo ragazzo.

“Fai schifo”, glielo diceva spesso, con la rabbia negli occhi e il disprezzo di chi l’amore non sapeva cosa fosse.

I disturbi alimentari: dalla restrizione alle abbuffate

Conoscevo questa ragazza, perché piano piano iniziai a credere nuovamente in lei.

Accettò l’aiuto di una figura esperta e piano piano i numeri sulla bilancia iniziarono ad aumentare.

E allora tornarono i sorrisi, la serenità delle persone che le stavano attorno e un 90 arrivato inaspettatamente alla maturità.

Conoscevo questa ragazza: sapevo che ce l’avrebbe fatta, ma speravo accadesse prima.

Conoscevo questa ragazza, o almeno credevo.

Lei non lo sapeva, ma il peggio doveva ancora arrivare.

Iniziarono le abbuffate, mangiava tutto quello che trovava reprimendo le sue emozioni in questo modo.

Piangeva, piangeva tanto. Trascorreva intere giornate a letto, con il cuscino inzuppato di lacrime. La scuola era finita perciò non aveva più impegni da rispettare, voleva soltanto addormentarsi e non svegliarsi più.

Sì, era questo quello che voleva ed io lo ricordo bene.

Si sentiva persa, si sentiva bloccata, rinchiusa in una gabbia con un lucchetto di cui aveva smarrito la chiave.

Le sono serviti due ricoveri in psichiatria per gli attacchi di panico, un percorso con una psicologa e qualche amico vicino per andare avanti, ma ora è felice.

Che poi non servivano tanti di amici, ne bastavano uno o due, ma che fossero veri.

Quella ragazza ero io…

A questo punto ti sorprenderà scoprirlo, ma forse nemmeno così tanto. Quella ragazza che pensavo di conoscere, ero io e oggi non ho più vergogna a dirlo. Vorrei gridarlo, vorrei urlarlo: “Sono stata forte!”

Oggi spesso mi scende ancora una lacrima se ripenso a tutte quelle volte in cui mi sono sentita inadatta, in cui avrei voluto spegnermi per sempre. 

Eppure sono stata forte, ho vinto io.

Ho vinto quando ho avuto il coraggio di lasciare andare quella relazione, sono stata brava perché nonostante tutto non ho mollato, perché forse qualcun’altro al posto mio, nelle mie stesse scarpe, lo avrebbe fatto.

E così ho imparato ad ascoltarmi, a fare le cose che mi fanno stare bene.

Ho intrapreso nuove strade e non mi sono mai pentita di essermi lasciata alle spalle quelle meno buone.

Oggi sono fiera di me.

L’articolo è stato scritto da Elisa, che ha raccontato la sua storia

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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