Ringrazio un’amica che mi ha fatto venire a conoscenza del vostro profilo Instagram, una cosa di cui sono assolutamente felice.
Volevo scrivere in particolare a Ilaria, perché la sua storia mi ha colpita moltissimo. Forse perché ha tanto, se non tutto, a che fare con la mia.
Ho iniziato a soffrire di disturbi alimentari dall’età di quattordici anni, appena iniziato il liceo, e ho continuato a soffrirne fino a quest’anno, in cui di anni ne compirò 27. Vi lascio immaginare la gioia di aver speso 13 anni della mia vita a braccetto con i disturbi alimentari.
Voglio ringraziare Ilaria, perché la sua storia mi ha fatto capire cose che non avevo capito prima, e che mi impedivano di riconoscere il vero nemico, o meglio, di riappacificarmi con la persona contro cui stavo erroneamente combattendo: me stessa.
Quando avevo quattordici anni, pensavo che tutti volessero controllarmi, pensavo e sentivo che tutte le persone che avevo vicino a me volessero qualcosa da me.
Così ho iniziato a dimagrire per dare un chiaro segnale: per una volta sarò io a prendere le mie decisioni.
Magari non avevo un reale potere su ciò che accadeva, ma finalmente avevo (o meglio, credevo di avere) il controllo delle mie emozioni. Nessuno poteva più avvicinarsi a me o farmi del male, perché mi facevo già del male da sola. Da lì tutti i miei amici e non (tanti), si sono allontanati da me, e io sono rimasta da sola per tantissimo tempo. Forse era necessario che le cose andassero così, forse non c’era un’altra via. Data la situazione in cui mi trovavo e la grande pressione che sentivo su di me in termini performativi, ho dovuto lasciare la parte di me che voleva sfuggire al controllo degli altri e quella che doveva avere il controllo su di sé.
Quindi silenziosamente mi sono liberata fino a diventare quella che sono oggi.
Ho sofferto tanto. Ho vissuto tanti anni sentendomi vittima di me stessa e delle circostanze. Ora non mi do più la colpa, ora so che i disturbi alimentari mi hanno tenuta a galla mentre cercavo di distaccarmi dal controllo che altre persone avevano su di me o che che ho percepito quando ero piccola.
Non so quanto avrei potuto capire allora che non era necessario passare da dei disturbi alimentari. Ora lo capisco. Ma non ho avuto modo di capirlo allora, nessuno mi aveva mostrato una strada alternativa in cui potermi sentirmi così libera.
Oggi capisco che il mio controllo sul cibo, che da anoressia è diventato ipercontrollo sul tipo di cibo che mangiavo, poi perdita di controllo assoluta con abbuffate di ogni tipo di cibo, e per finire bulimia nervosa, è stato un modo per darmi la conferma che le redini in mano le ho io. Anche se stavo andando a 100 all’ora rischiando di schiantarmi, la mia certezza era che lo stessi facendo perché ero io al volante e non qualcun altro al posto mio.
È triste da ammettere, ma la verità è esattamente questa.
Adesso mi rendo conto di questo e penso che dovrei guidare più piano e raddrizzare il volante per viaggiare su una strada che mi porti in un posto più bello, più mio.
Voglio provare ad essere coraggiosa e a dire per una volta che le redini le lascio sciolte, che non ho certezze nella vita, ma che sono felice di poterla vivere e di poter assaporare ogni momento che passa.
E come dice la mamma di Forrest Gump:
“La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”.
L’articolo è stato scritto da Teresa, che ha raccontato la sua storia