Caro corpo,
Ti scrivo come se fossi un “qualcosa” di staccato da me, anche se non lo sei, anche se conviviamo ogni singolo giorno.
Eppure, nonostante questo, non riesco ancora a vederti come “mio”.
Eppure, caro corpo, lo sei stato, ti ho amato, ti ho voluto bene, ti ho curato, ti ho esibito, ti ho coccolato.
Mi sono solo scordata come si fa, e ti chiedo scusa per questa dimenticanza che ormai dura da 10 anni.
Non hai fatto nulla per meritarti questo mio trattamento.
Mi hai sostenuto, sempre.
Mi hai dato forza anche quando la mia testa di forza non ne aveva più. Ore e ore passate in palestra ad assecondare la mia passione per il basket.
Mi hai sostenuto nelle serate in discoteca passate a ballare, mi hai fatto sentire bella davanti all’obiettivo di una macchina fotografica, mi hai fatto sentire a mio agio in costume davanti agli occhi degli altri, mi hai dato tutto.
E io invece ti ho privato di tutto.
Non so perché, non so come.
Ho iniziato a vederti come estraneo. Non eri come volevo. Non ti volevo più.
Tu, che mi hai sempre voluto bene.
Ti ho odiato, ti ho privato di tante cose, ti ho fatto soffrire.
Ma, anche quando eri al limite e volevo solo farti sparire, tu, ancora una volta, mi hai salvata. Non so come tu abbia fatto, non so come tu non ti sia spento da un momento all’altro, non so come tu abbia fatto a non dirmi “basta” quando ero io a dire “basta”. Non so come mai tu non abbia mai mollato quando invece io volevo mollare.
Non mi hai mai lasciata sola, e questa la ritengo una grande prova di fiducia nei miei confronti. Tu credi in me, anche dopo che io ti ho riservato i peggiori trattamenti e te li riservo tutt’ora.
Quindi grazie, caro corpo per lottare quando io non riesco a lottare.
Anche se abbiamo preso due strade diverse non vuol dire che non ci incroceremo di nuovo durante il percorso, e io desidero riaverti con me.
Ti vorrò bene di nuovo.
A presto, non addio.