La sconfitta della bulimia è stata per me una rinascita. È stata la rinascita di un ragazzo, anche se forse per la mia età sarebbe più opportuno dire uomo, che ha imparato dal proprio passato.
Mi sono sempre chiesto che cosa mi spingesse, certe volte, a mangiare così tanto.
Mi sono sempre chiesto che cosa fosse il cibo per me e per gli altri.
Credo che il cibo per tutti, per molti sia qualcosa che ti riempie l’anima in una serata tra amici o magari durante una cena romantica. Tuttavia per altri diventa il nemico numero uno da affrontare durante la giornata. Vedete osservando queste due prospettive posso dire che la mia storia è un misto delle due, è un po’ un puzzle che ho composto nel corso dell mia vita.
Odi et amo: io e il cibo
Il mio rapporto con il cibo è sempre stato un continuo odio e amore. Odio perché fin dai giorni della scuola ho sempre avuto la passione per la cucina che però non è mai sfociata in niente di buono almeno fino a qualche anno fa. Avevo la passione per la cucina si, ma sapete vi confesso che non ho mai mangiato per passione.
Mi sono sempre abbuffato per per rabbia, per dolore e per ansia. E forse anche per mille altri motivi che non so o che non riesco a sapere.
Credo che il cibo non si mai fine a se stessa. È un mezzo, un fine per raggiungere qualcosa o per liberarsi da qualcosa.
Insomma, tutto quello che nella mia vita non andava lo sfogavo nel cibo innescando un vero e proprio vortice autolesionista. A volte mi chiedevo come una persone potesse mangiare così tanto in così poco tempo. Ma la mia non era fame, la mia era rabbia, ansia, ero io che dovevo liberarmi delle mie paure.
Più ingrassavo, più mi demoralizzavo
Più ingrassavo, più mi demoralizzavo, più ero giù di morale maggiori erano le quantità di cibo che mettevo dentro di me. Non pensavo di soffrire di un disturbo alimentare, non ero a conoscenza. Mi sono chiesto come fosse possibile ammalarsi di cibo, fino a quando non sono arrivato a pesare ben 130 Kg.
Il percorso è stato lento, sordo e dannatamente silenzioso. Come un nemico che ti lavora ai fianchi lentamente, per poi portarti dove non vorresti. Però oggi le cose sono cambiate, io sono cambiato e lavoro quotidianamente, anche con il supporto di professionisti, per vivere realmente e far si che il cibo sia un compagno di vita e di bei ricordi e non nemico.
Ora so come fare
Si dice che gli amici sono tutto nella vita, io ne sono la provo. È in parte grazie a loro se ora so come reagire, se ora sono rinato. Quindi il primo “grazie” non può che andare a loro. Sono stati proprio loro a farmi rendere conto che c’era un altro modo per sfogare tensioni e paure. Sapete qual è stata la mia ancora di salvezza? Lo sport.
Poi senz’altro un’amore finito male quelli che ti straziano dentro e fuori, ma che ti fanno dire dentro di te “ciao mondo che mi hai sempre schiacciato ora ti faccio vedere io che sono capace di essere una persona migliore e lo faccio partendo da me”.
Così facendo ho ripreso in mano le redini della mia vita. Trasformando le abbuffate di paura e debolezza in cene romantiche e pasti di convivio tra amici. Non è stato facile, anzi, ma quando ho guardato la bilancia che dopo 10 anni segnava un peso inferiore ai 100kg ero orgoglioso di me ed è una sensazione che auguro a chiunque di provare.
Questo articolo fa parte della rubrica “Storie”, creata e redatta da Animenta. Tutti i contenuti pubblicati sono stati revisionati e approvati dal protagonista della storia. L’autore, in questo caso, ha deciso di restare anonimo.