Yoga per i DCA, ne abbiamo parlato con Beatrice Baldi

yoga per i DCA

Che ruolo ha lo yoga nei DCA, ovvero nei disturbi del comportamento alimentare?

Abbiamo approfondito questa disciplina millenaria in una chiacchierata con Beatrice Baldi, insegnante di Yoga per i Disturbi del Comportamento Alimentare.

  1. Ciao Beatrice prima di cominciare con l’intervista avremmo il piacere di conoscerti meglio, puoi raccontarci qualcosa di te?

Ho sempre trovato difficile fare queste piccole introduzioni, nonostante nella mia vita ci siano state molte occasioni in cui ho dovuto farle: il lavoro di mio padre ha portato la nostra famiglia a cambiare spesso paese, il che per me ha significato tanti momenti in cui dovevo presentarmi a persone del tutto nuove! Oggi ho 26 anni e vivo a Roma. Sono insegnante di Yoga e ho deciso da un anno di tornare sui banchi Universitari (dopo aver fatto un percorso in tutto altro ambito) per studiare Psicologia. Questa mia decisione è nata con in mente un progetto, che è quello di un giorno unire Yoga Terapia e Psicoterapia per poter aiutare persone che soffrono di disturbi mentali (in particolare Disturbi Alimentari). Sono una persona estremamente curiosa, ho molti interessi, ma la mia passione più grande è il movimento consapevole: è il modo in cui mi relaziono meglio con gli altri e con me stessa. Negli anni ho praticato diverse forme di movimento, tra cui diversi sport a livello agonistico, ma lo Yoga è rimasto sempre una costante per me.

  1. Yoga per i disturbi alimentari: puoi raccontarci come nasce questa disciplina e questa tua passione? 

L’incontro con lo Yoga è avvenuto per caso, quando avevo 12 anni. Allora vivevo negli Stati Uniti e spesso passavo i pomeriggi da Barnes & Noble, una grande catena di librerie/biblioteche, dove consultavo libri di argomenti i più disparati! Un giorno mi sono imbattuta in un libro di “Yoga for Teens” e sono rimasta intrigata. L’ho comprato e ho cominciato a ripetere la lezione del DVD che veniva con il libro. Ho cominciato da autodidatta, e per molti anni quella è rimasta la mia unica forma di pratica. Non conoscevo gli aspetti più sottili dello Yoga, ma sapevo che mi faceva stare bene.

In quello stesso periodo, in coincidenza con un nostro trasloco, mi sono ammalata di Anoressia, un disturbo che mi ha poi accompagnata per tutta l’adolescenza. Sono stata seguita da numerose figure professionali, dallo psicoterapeuta, al nutrizionista, e supportata dalla mia famiglia; ognuno di loro mi ha aiutata a fare un piccolo passo nel percorso di guarigione (anche se allora non me rendevo del tutto conto). Il compagno fedele è però rimasto sempre lo Yoga: non lo praticavo con costanza, ma vi facevo sempre ritorno. 

Nel periodo Universitario lo Yoga mi ha aiutata ancora, nell’affrontare lo stress legato a nuove responsabilità e situazioni di vita, ed ho cominciato ad approfondire anche gli altri aspetti dello Yoga, quelli legati alla filosofia, alla meditazione e alla pratica della respirazione. Allora ero impegnata come agonista nell’atletica e nell’orienteering e lo Yoga rappresentava per me un sostegno indispensabile, sia da un punto fisico che mentale.

Ho capito che un giorno mi sarebbe piaciuto diventare insegnante di Yoga per poter condividere questo dono che mi era stato offerto dalla vita. Ed in particolare che lo avrei usato per aiutare chi, come me, aveva avuto o stava affrontando un DCA. Ricordo bene che nei periodi più bui avrei voluto avere accanto qualcuno che ci era passato, che sapesse quali sono le difficoltà più grandi che bisogna superare quando si soffre di un disturbo alimentare.

Oggi sono molto grata che sia stato possibile lanciare il mio progetto di Yoga per i DCA, uno spazio online dove condividere la pratica con desidera ricostruire un rapporto di amicizia con il proprio corpo. I miei continui approfondimenti, sia nel campo della Psicologia che della Yoga Terapia, mi consentono di offrire ai miei studenti gli strumenti che spero possano aiutarli nell’affrontare non solo le difficoltà legate al disturbo ma a tutta la vita! Lo Yoga per me è proprio come un fedele compagno, su cui possiamo fare affidamento ogni volta che ne sentiamo il bisogno. È un percorso che, se lo vogliamo, può accompagnarci per tutta la vita, trasformandosi assieme a noi in base alle nostre esigenze.

  1. Italia e disturbi alimentari: quali sono i principali problemi e le principali mancanza del sistema italiano nella cura dei DCA?

Non sento di avere gli strumenti adeguati e sufficienti per poter rispondere a questa domanda. Ciò che mi piacerebbe è che le cure, anche residenziali, potessero essere rese disponibili ad un numero maggiore di persone. Mi piacerebbe molto anche vedere ancora di più l’utilizzo di più forme di terapia “alternative” quali la Yoga Terapia, la DanzaMovimento Terapia, l’ArteTerapia, la MusicoTerapia… credo che siano dei canali preziosi per aiutare chi soffre a riconnettersi con sé stesso. Il mio obiettivo è proprio quello di contribuire alla diffusione di questo tipo di approccio, inserendolo in un lavoro in equipe con altri professionisti esperti in DCA.

  1. Che effetto hanno i social media e molte delle attività online sullo sviluppo di un disturbo alimentare?

I social media hanno una sempre maggiore influenza su noi tutti nel nostro modo di vivere e pensare. La forte attenzione che viene posta sull’immagine da molti canali social può rappresentare un importante trigger per una persona che è predisposta allo sviluppo alimentare. Inoltre i social aumentano la platea a cui ci si espone e da cui si viene potenzialmente giudicati, aumentando così la pressione su chiunque decida di interagire tramite questi canali. Posso dire però che, per fortuna, sui social stanno nascendo sempre più pagine che invece si distaccano da tutto ciò che è “apparenza” e forniscono dei reali spunti di riflessione o spazi di aiuto per chi soffre di un disturbo alimentare. La cosa più importante, a livello individuale, sia quella di scegliere in maniera consapevole i canali che si seguono e soprattutto di limitare il più possibile il tempo passato sui social media, a favore del tempo passato nel mondo reale.

  1. Come è stato il tuo rientro in società dopo la malattia? Come ti sei sentita?

La mia malattia è durata a lungo, quindi non è facile per me identificare un vero e proprio momento di “rientro in società”. E credo che sia così per molte persone che soffrono di un DCA. È stato più un percorso di riscoperta di me stessa nell’interazione con gli altri e con il mondo esterno… senza queste interazioni non avrei potuto fare esperienze che sono state fondamentali per la mia guarigione. Sicuramente la paura è un’emozione che si prova e che si continua a provare quando ci si confronta con qualcosa di nuovo o che potrebbe farci sentire più vulnerabili… tuttavia credo che sia proprio nell’affrontare quella paura, scegliendo di portarla con noi in questo viaggio piuttosto che volerla eliminare a tutti i costi. In generale, nessuna emozione è inutile e dovrebbe essere eliminata; molto meglio imparare a conoscerle ed apprezzarle per ciò che ci insegnano, senza però lasciare che siano esse a guidare la nostra vita!

  1. Un consiglio che ti senti di dare a tutti i ragazzi e le ragazze che hanno sofferto di un disturbo alimentare?

Di non dimenticare mai che tutti noi abbiamo una luce dentro, che non si spegne neanche nei momenti di maggiore difficoltà; lasciatela risplendere, qualsiasi sia il modo in cui scegliete di farlo!

Contenuto a cura di Aurora Caporossi

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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