Soffrire di disturbi alimentari significa, molto spesso, non comprendere realmente come procede la propria vita. Le proprie abitudini e i propri comportamenti diventano spesso automatici e spontanei e non necessitano una riflessione accurata. Ma la nostra anima, anche quando il nostro cervello finge non elaborare cosa accade dentro e attorno a noi, lo sa. E si esprime nelle più svariate forme, dalla pittura al disegno, dalla scultura alla musica, dalla danza alla poesia.
Ed è proprio tramite una poesia che Erminia decide di parlare di sé e della sua storia con i disturbi alimentari.
Due facce
Parlo con te
corpo che esiste,
parlo con te
bolla vuota che ti rinchiude,
parlo con te
bozzolo di bruco imprigionato.
Non sei solo ciò che vuoi vedere,
sei tutto ciò che sai e non vuoi accettare.
Parlo di te
dell’immagine riflessa luminosa,
parlo di te
dell’essere buoni e cattivi pensieri,
parlo di te
colorato tesoro nascosto.
Usati
Mangiati
Respirati
quella determinazione che vuoi.
È solo curiosamente nascosta dal buio,
non guardare quello specchio che hai reso bugiardo,
ammira oltre il vetro intorno a te,
perché sei davvero la tua unica positiva luce.
Tu sei così,
ripetilo a quella fame di vita che sei.
Dai disturbi alimentari si può guarire
Sembra difficile, a volte impossibile, ma si può guarire dai disturbi alimentari. Sono tante, troppe, le storie tristi che i giornali e i media diffondono riguardo a chi soffre di DCA, ma sono tante anche le storie di rinascita, di vita e di speranza. Guarire è possibile e, spesso, questo processo può iniziare mettendo i propri pensieri su carta, magari sotto forma di poesia come Erminia o semplicemente come flusso di coscienza. Scrivere può aiutare a chiarire ciò che accade in noi e attorno a noi e può essere la spinta per chiedere aiuto. Se soffriamo, se stiamo male e se ci sembra che tutto sia a volte un po’ troppo da gestire, allora chiediamo aiuto: a genitori, a professori, ad amici o ai professionisti del settore.
C’è una rete, là fuori, pronta ad accoglierti se cadi.
L’articolo è stato scritto da Erminia, che ha raccontato la sua storia