I disturbi alimentari rappresentano una delle sfide più complesse e delicate nell’ambito della salute mentale e fisica dei bambini e degli adolescenti. In Europa, l’incidenza dei disturbi alimentari nei giovani è in crescita, con circa il 5-10% degli adolescenti che presentano segni di disturbi come anoressia nervosa, bulimia nervosa o disturbo da alimentazione incontrollata. La figura del pediatra assume un ruolo cruciale in ogni fase della gestione di queste condizioni, dalla prevenzione al riconoscimento precoce, fino alla cura e al follow-up.
Il pediatra nella prevenzione
La prevenzione è il primo strumento che un pediatra può utilizzare per contrastare l’insorgenza dei disturbi alimentari. Questo può avvenire attraverso l’educazione sanitaria rivolta sia ai bambini e agli adolescenti, sia ai loro genitori. In particolare, il pediatra può:
- Promuovere un’alimentazione equilibrata. Educare le famiglie e i bambini su cosa costituisca una dieta sana e bilanciata, evitando la demonizzazione di specifici alimenti o categorie di cibo.
- Sostenere un’immagine corporea positiva. Incoraggiare un rapporto sano con il proprio corpo, scoraggiando l’attenzione eccessiva al peso e all’aspetto fisico. Il pediatra può aiutare a combattere i messaggi negativi veicolati dai media e dalla società, che spesso portano a percezioni distorte del proprio corpo.
- Favorire uno stile di vita attivo. Promuovere l’attività fisica come parte integrante di uno stile di vita salutare, senza però focalizzarsi sulla perdita di peso come obiettivo principale.
Il riconoscimento di possibili fattori di rischio
I fattori di rischio per lo sviluppo di disturbi alimentari includono:
- Predisposizione genetica: i fattori genetici rappresentano circa il 50-80% del rischio di sviluppare un disturbo alimentare.
- Influenze ambientali: la pressione dei media e della società per un ideale di magrezza, associata a influenze familiari e scolastiche, può aumentare il rischio.
- Traumi psicologici e stress: eventi come bullismo, abuso fisico o emotivo e disturbi dell’umore preesistenti sono fattori scatenanti comuni.
Il riconoscimento precoce dei segni e sintomi da parte del pediatra
Il riconoscimento precoce è fondamentale per intervenire tempestivamente e aumentare le possibilità di successo nel trattamento dei disturbi alimentari. Il pediatria è in una posizione privilegiata per identificare i primi segni e sintomi di queste patologie, grazie alla sua relazione di fiducia con i pazienti e le famiglie. Alcuni segnali da monitorare includono:
- Cambiamenti nel comportamento alimentare. Riduzione drastica delle porzioni, evitamento di determinati gruppi alimentari, o comportamenti di binge-eating (abbuffate incontrollate) possono essere campanelli d’allarme.
- Alterazioni fisiche. Perdita di peso significativa, mancata crescita nei bambini, amenorrea (assenza di mestruazioni) nelle ragazze adolescenti, o segni di malnutrizione. E’ importante però sottolineare che, l’assenza delle alterazioni fisiche non esclude la presenza di un possibile disturbo alimentare.
- Sintomi psicologici. Ansia legata al cibo o al peso, insoddisfazione per l’immagine corporea, o sintomi depressivi possono indicare un problema emergente.
- Comportamenti compensatori. Eccessivo esercizio fisico, uso di lassativi o altri metodi per perdere peso, che possono essere segni di disturbi come l’anoressia nervosa o la bulimia.
Il pediatra nella cura e nel follow-up
Una volta che un disturbo alimentare è stato identificato, il pediatra deve intervenire con un approccio multidisciplinare che coinvolga anche psicologi, psichiatri/neuropsichiatri e nutrizionisti. Il trattamento deve essere personalizzato in base alle esigenze specifiche del paziente e può includere:
- Terapia nutrizionale. Un nutrizionista può lavorare con il bambino o l’adolescente per ristabilire abitudini alimentari sane, garantendo un adeguato apporto calorico e nutrizionale.
- Terapia psicologica. La terapia è strumento fondamentale per comprendere e trattare i disturbi alimentari. E’ quindi essenziale per aiutare i pazienti a cambiare i loro pensieri e comportamenti legati al cibo e all’immagine corporea e riconoscere le origini correlate al disturbo.
- Supporto familiare. Coinvolgere i genitori e la famiglia nel processo di trattamento è essenziale, in quanto il supporto familiare può giocare un ruolo determinante nel successo a lungo termine.
Anche il follow-up è una parte estremamente importante della cura. I pediatri devono infatti monitorare regolarmente i progressi dei pazienti, non solo per valutare l’efficacia del trattamento, ma anche per prevenire eventuali ricadute, che sono comuni nei disturbi alimentari. Questo monitoraggio continuo può includere visite mediche regolari, esami del sangue, valutazioni del peso e della crescita, oltre che colloqui psicologici.
In conclusione, il pediatra è una figura centrale nella gestione dei disturbi alimentari nei bambini e negli adolescenti. Attraverso la prevenzione, il riconoscimento precoce, e un approccio terapeutico personalizzato e multidisciplinare, il pediatra può fare la differenza nella vita dei giovani pazienti, aiutandoli a superare queste gravi condizioni e a costruire un futuro più sano e equilibrato.
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L’articolo è stato scritto da Vittoria, volontaria dell’Associazione