Perché hai scelto di fare volontariato in Animenta e di cosa ti sei occupat*?
Ho scelto di diventare una dei volontari di Animenta perché sono profondamente convinta dell’importanza di sensibilizzare le persone sui disturbi alimentari. Volevo contribuire a creare un ambiente di maggiore consapevolezza e supporto per chi ne soffre.
In particolare, mi sto occupando di progetti nelle scuole, dove ho potuto interagire con i ragazzi e fornire informazioni utili sui disturbi alimentari e sull’educazione alimentare. Inoltre, collaboro alla scrittura di articoli informativi e di sensibilizzazione, cercando di raggiungere un pubblico più ampio attraverso i social media e il sito di Animenta.
Raccontaci qualcosa in più di quello che hai fatto
Ho avuto l’opportunità di condurre laboratori nelle scuole, dove ho presentato attività interattive per educare i giovani su temi come l’autostima, l’immagine corporea e i comportamenti alimentari sani. Abbiamo discusso delle pressioni sociali che influenzano le nostre scelte alimentari e come riconoscere segnali di disagio. È tanta ricchezza per me incontrare i ragazzi e rendermi conto di quanto poco si parla di educazione alimentare e disturbi alimentari. C’è poca informazione e poter mettere ordine e chiarire dubbi la trovo un’esperienza stimolante. Inoltre, la creatività dei ragazzi nei lavori e le riflessioni emersi sono fertili per poter proseguire un lavoro di sensibilizzazione che sento e vedo attecchire.
Durante la scrittura degli articoli, ho approfondito vari aspetti dei disturbi alimentari. Questo mi ha permesso di poter mettere a disposizione le mie conoscenze al servizio delle persone, ma anche poter apprendere cose nuove.
Cosa hai imparato? Ma soprattutto, cosa hai provato?
Ho imparato che i disturbi alimentari sono problemi complessi che richiedono empatia e comprensione. La mia esperienza mi ha insegnato a riconoscere l’importanza della comunicazione aperta e della sensibilizzazione per affrontare questi temi delicati.
Ho provato una grande soddisfazione nel vedere i ragazzi coinvolti e interessati alle attività, ma anche una profonda tristezza nel sapere quanto dolore possa causare una malattia così insidiosa. Tuttavia, ho anche sentito una forte motivazione a fare la mia parte per aiutare gli altri e promuovere un cambiamento positivo.
Quali sfide hai affrontato?
Una delle sfide più grandi è stata quella di affrontare il tabù e il pregiudizio che circonda i disturbi alimentari. Inizialmente ho trovato resistenza da parte di alcuni studenti nel discutere di questi temi, poiché erano considerati scomodi o imbarazzanti. Attraverso il dialogo e l’apertura queste difficoltà sono state superate. Ho imparato che la sensibilizzazione richiede tempo e pazienza. A volte, non si vedono risultati immediati, ma ho imparato che ogni piccolo passo conta e può avere un impatto significativo nel lungo periodo.
I tre motivi per cui ha senso diventare volontario in Animenta
- Impatto Sociale. Diventare volontario in Animenta significa contribuire attivamente a un problema sociale serio, aiutando a sensibilizzare e prevenire i disturbi alimentari tra i giovani.
- Crescita Personale e professionale. Il volontariato offre l’opportunità di crescere come persona, sviluppando competenze comunicative e di leadership, oltre a una maggiore empatia e comprensione verso gli altri.
- Rete, fare e essere comunità. Far parte di Animenta significa entrare a far parte di una comunità di volontari che condividono la stessa passione per il benessere e la salute mentale. Creare legami con altri volontari e professionisti del settore è un valore aggiunto che arricchisce l’esperienza.
L’intervista è stata scritta da Giovanna, volontaria dell’Associazione