DCA negli atleti: vigoressia e altre forme

dca negli atleti: vigoressia e altre forme

Nel mondo dello sport, la ricerca della massima performance e del corpo “perfetto” può portare gli atleti a sviluppare disturbi del comportamento alimentare (DCA). Se anoressia e bulimia sono disturbi noti, esistono altre forme meno discusse ma altrettanto allarmanti, come la vigoressia. Questo disturbo, noto anche come dismorfia muscolare, colpisce soprattutto uomini e atleti che praticano sport incentrati sull’estetica del corpo e sulla massa muscolare.

Secondo un articolo pubblicato su State of Mind, la vigoressia è un fenomeno sempre più diffuso e spesso sottovalutato. Il desiderio di migliorarsi non è di per sé un un campanello d’allarme, ma quando si trasforma in un’ossessione che compromette la salute e il benessere, diventa importante affrontare questa difficoltà con sensibilità e attenzione.

La vigoressia: cos’è e quali sono i sintomi

La vigoressia è caratterizzata da un’ossessione per l’aumento della massa muscolare e una percezione distorta del proprio corpo. Chi ne soffre si vede sempre troppo esile, nonostante un fisico già “in forma”. Questo porta a un allenamento compulsivo, diete iperproteiche e, in alcuni casi, all’uso di sostanze per migliorare la crescita muscolare, con gravi conseguenze per la salute. In un altro articolo di Animenta abbiamo indagato come il numero di persone affette da questo disturbo è in aumento, specialmente tra coloro che frequentano ambienti in cui la fisicità è altamente valorizzata, come le palestre e il mondo del fitness.

Il problema principale della vigoressia è che spesso può non essere riconosciuta come un disturbo, poiché si tende ad associare la muscolatura pronunciata con la buona salute. Tuttavia, il bisogno incessante di migliorarsi può portare a difficoltà psicologiche, isolamento sociale e danni fisici, tra cui squilibri ormonali e danni articolari.

Altri disturbi alimentari negli atleti

Oltre alla vigoressia, possono esserci altri disturbi che colpiscono gli/le sportivi/e, influenzando negativamente sia le loro prestazioni che la loro salute fisica e mentale:

  • Anoressia atletica: una variante dell’anoressia nervosa che si manifesta negli atleti con una restrizione calorica estrema per migliorare le prestazioni o soddisfare gli standard estetici del loro sport. Questo disturbo può portare a una significativa perdita di peso, affaticamento cronico e maggiore vulnerabilità agli infortuni.
  • Bulimia nervosa: caratterizzata da episodi di abbuffate seguiti da comportamenti compensatori, come il vomito autoindotto, l’uso di lassativi o un eccessivo esercizio fisico. Gli atleti che soffrono di bulimia spesso cercano di mantenere un determinato peso per la competizione, ma questa condizione può portare a squilibri elettrolitici, problemi digestivi e danni all’apparato cardiovascolare.
  • Ortoressia: un disturbo caratterizzato da un’ossessione per l’alimentazione sana. Gli atleti con ortoressia tendono a eliminare interi gruppi alimentari, convinti che solo determinati cibi siano “puri” o adatti alla loro dieta. Questo comportamento può causare carenze nutrizionali, stress psicologico e isolamento sociale a causa delle restrizioni autoimposte.

Questi disturbi sono influenzati da diversi fattori, tra cui le pressioni per mantenere un certo peso, la cultura sportiva e le aspettative di allenatori e sponsor. Gli atleti, in particolare quelli che praticano sport a categoria di peso o estetici, possono sentirsi costantemente sotto osservazione e giudizio. Riconoscere questi disturbi e affrontarli con strategie adeguate è fondamentale per garantire il benessere fisico e psicologico degli atleti.

Fattori di rischio e conseguenze

I motivi per cui gli atleti possono essere vulnerabili ai DCA, a condotte scorrette verso il cibo e ad un’alterazione della propria immagine corporea, possono essere vari.

  • Pressione per la performance: Il desiderio di eccellere e raggiungere il massimo potenziale può spingere gli atleti a pratiche alimentari estreme. L’idea che un determinato peso o composizione corporea possa influenzare le prestazioni porta spesso a un controllo rigido dell’alimentazione, con il rischio di sviluppare un rapporto malsano con il cibo.
  • Sport estetici e a categoria di peso: Discipline come il body-building, la ginnastica, la danza, il pattinaggio artistico e gli sport da combattimento pongono un’enfasi particolare sull’aspetto fisico e sul peso corporeo. Gli atleti in questi settori possono essere sottoposti a pesature frequenti e a giudizi estetici, alimentando comportamenti alimentari disordinati.
  • Ruolo dei social media e della cultura fitness: L’esposizione costante a immagini di corpi scolpiti e a modelli irrealistici di perfezione fisica, diffusi dai social media e dalla cultura del fitness, può alimentare l’ansia e la pressione per raggiungere determinati standard. La ricerca continua della “forma perfetta” può diventare un’ossessione dannosa per la salute mentale e fisica.
  • Dinamiche all’interno delle squadre sportive: L’ambiente sportivo può contribuire alla diffusione di comportamenti alimentari disfunzionali. Allenatori e compagni di squadra possono, involontariamente o meno, promuovere la cultura della restrizione calorica, della magrezza o dell’ipertrofia muscolare come sinonimi di successo.
  • Personalità e predisposizione individuale: Alcuni atleti hanno una predisposizione psicologica che li rende più vulnerabili ai DCA. La perfezionismo, l’ansia da prestazione e la bassa autostima possono giocare un ruolo significativo nello sviluppo di disturbi alimentari.
  • Mancanza di supporto psicologico: La salute mentale degli atleti è spesso trascurata rispetto alla loro preparazione fisica. La scarsa disponibilità di psicologi dello sport o di specialisti in DCA all’interno delle squadre può rendere difficile l’identificazione e la gestione precoce di questi disturbi.

I DCA hanno conseguenze gravi sulla salute fisica e mentale: possono causare squilibri ormonali, affaticamento cronico, lesioni da sovrallenamento, depressione e ansia. La vigoressia, in particolare, può portare a un uso compulsivo di integratori e steroidi, con effetti dannosi sul sistema cardiovascolare e ormonale.

Come prevenire e affrontare i DCA negli atleti

Affrontare questi disturbi richiede da una parte interventi di educazione e sensibilizzazione, che permette agli allenatori e alle famiglie ma soprattutto agli atleti stessi di essere informati sui rischi dei DCA e sui segnali d’allarme, così da chiedere aiuto a professionisti della salute mentale e cercare supporto nel gestire l’ossessione per il corpo e l’alimentazione. Inoltre, possono aiutare interventi di Promozione del benessere. Gli ambienti sportivi potrebbero incentivare un approccio sano all’allenamento e all’alimentazione, anziché focalizzarsi solo sulla prestazione fisica.

Come evidenziato da Psychiatric Times, una maggiore apertura al dialogo su questi temi e l’inclusione di figure professionali, come nutrizionisti e psicologi dello sport, possono fare la differenza nel contrastare i disturbi alimentari tra gli atleti.

In conclusione, i disturbi del comportamento alimentare negli atleti sono un problema serio e in crescita. È importante che la vigoressia, insieme ad altre forme di DCA, venga riconosciuta e affrontata con strategie di prevenzione efficaci per garantire il benessere fisico e mentale degli sportivi. Una cultura sportiva più inclusiva e attenta alla salute complessiva dell’atleta può rappresentare il primo passo verso un cambiamento positivo.

Bibliografia 

Velea, D. Bigoressia: quando lo sport dà dipendenza. Psicologia contemporanea, 2016. 253: 40-43.

Ferrari, E. & Ruberto, M.G. La bigoressia o dismorfia muscolare: una nuova patologia emergente [Versione online]. Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia, 2012. 125(2):373-377.     

L’articolo è stato scritto da Selene, volontaria dell’Associazione

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