Pasqua e DCA: consigli su come viverla al meglio

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Quante volte nella nostra vita abbiamo ricevuto giudizi non richiesti? E quante volte quegli stessi giudizi hanno condizionato le nostre giornate, le settimane, o addirittura gli anni?

Quando una persona sta affrontando un Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA), i commenti altrui possono fare davvero male, arrivando ad essere interpretati, ed estremizzati, a seconda delle nostre insicurezze.

Le festività possono spaventare molto, sia per chi sta affrontando un percorso di recovery, sia per chi si sta confrontando con le proprie paure per la prima volta. La Pasqua è un momento di condivisione, di socializzazione, e dovrebbe essere considerata solo come tale.

E quindi come può comportarsi chi che ne ha tanta paura? Come può vivere la Pasqua chi soffre di DCA?

Alla tavola di Pasqua con un DCA: qualche consiglio

Da persona che soffre di DCA da qualche anno, so quanto sia preoccupante il momento del pasto, specialmente durante le festività come la Pasqua.

Ma è proprio la mia esperienza personale che mi permette di poter dare qualche consiglio su come comportarsi per vivere serenamente questa giornata.

  • Mangia ciò che ti fa stare tranquillo/a, senza forzarti se non te la senti. Prova a spiegare in anticipo, a chi ti sta accanto, come questo ti faccia sentire e se credi che sperimentare un cibo nuovo possa aiutarti, prova ad assaggiarlo e interrogati su come realmente ciò ti faccia stare (scoprirai che, magari, ne vale anche la pena). 
    La chiave è il tuo benessere mentale: non è una gara, né un concorso a premi, quindi prova a mettere te stesso/a al primo posto.
  • Rispondi ad eventuali commenti non richiesti con un pizzico di ironia! Probabilmente nessuna delle persone che ti sta accanto, specialmente chi esagera un po’ troppo con le parole, sa cosa significhi avere un DCA. Cerca quindi, per quanto ti è possibile, di non dare troppo peso a ciò che ti viene detto.
    A me ha aiutato instaurare un contatto visivo con la persona con cui stavo parlando, sorriderle genuinamente e portare la conversazione su un piano più ‘’sicuro’’ per me Provare a cambiare il discorso quando sapevo che rispondere con rabbia e far trapelare la mia frustrazione non avrebbe giovato al mio stato d’animo mi ha molto aiutata.
  • Prova ad affrontare i tuoi fear foods, se te la senti e in tutta tranquillità. Che sia un pezzetto di cioccolata o un dolce tipico, non metterà a repentaglio assolutamente nulla e non definirà chi sei.
    So bene quanto la nostra mente tenda ad autosabotarci, ma è giusto farla vincere sempre? Se temi che agendo in modo diverso dal solito, tu non abbia più diritto di stare male, posso dirti con certezza che il tuo dolore è valido, indipendentemente da un boccone in più.
    Non è il cibo il problema principale, esso rappresenta solo una conseguenza: le cause vanno ricercate un po’ più in profondità, e con il tempo che meritano. Non sentirti, però, in dovere di farlo solo perché lo fanno gli altri: devi volerlo davvero.
    A me ha aiutato osservare le persone attorno a me, i loro sorrisi, le conversazioni che portavano avanti tra di loro e vedere come, il cibo, avesse solo un ruolo di ‘’contorno’’ in quella che era una realtà più ampia, fatta di spensieratezza e amore.

Cosa si aspettano gli altri da noi?

Da quando nasciamo veniamo catapultati in un mondo che, con il tempo, ci delinea delle “regole” di stampo sociale, che si aspetta seguiremo sempre e comunque.

Ma da quando l’essere umano è così “perfetto” da riuscire a non sbagliare mai? Quante volte ci è capitato di discutere animatamente con una persona e, solo in seguito, renderci conto di aver esagerato?

Non so voi, ma io ne conto davvero tante.

Ma è proprio questo il bello: sbagliare, accettarlo, ed eventualmente chiedere scusa.

Ma questo discorso diventa molto più ampio se collocato nella sfera dei DCA.

“Non farmi fare brutta figura anche oggi che è Pasqua e comportati come una persona normale’!” Vi è mai capitato di sentire questa frase?

Ma in realtà, cos’è la “normalità“?

Questo è un discorso troppo complesso per essere affrontato in questa sede. Ma so per certo che la “normalità” non è comportarsi nell’esatto modo in cui gli altri vorrebbero. Abbiamo una nostra personalità, le nostre fragilità, e sono quelle a renderci unici.

Arriverà quel giorno in cui la Pasqua sarà solo Pasqua…

So quanto possa essere ripida la strada verso la guarigione, ma so anche che per stare bene, imparare ad amarci un po’ di più, dobbiamo pensare oltre gli stereotipi umani e ricordarci che siamo gli artefici del nostro stesso destino.

E sì, anche se al momento vi sembra impossibile, arriverà quel giorno. Quello in cui la Pasqua sarà solo Pasqua, e quel pezzettino di cioccolata, solo un pezzettino di cioccolata.

Stare meglio si può, ma parte tutto da noi.

L’articolo è stato scritto da Sophia, volontaria dell’Associazione

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

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Pasta Secca 500g

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