Caro corpo, scusa.
Scusa per tutte quelle volte in cui ti ho zittito.
Scusa se ti ho lasciato morire di fame.
Scusa per averti tolto tutto: le energie, le emozioni, la libertà. Perché sì, ti ho rinchiuso in una prigione, ti ho bloccato e non ti ho permesso di esistere.
Tante sono state le volte in cui hai cercato di farti sentire, e altrettante sono le volte in cui io ti ignorato. Ma nonostante questo tu sei ancora qui e continui a permettermi di esistere.
Mi sto dando la possibilità di provarci, con paura e con coraggio, e tu mi sostieni. Non vuoi più essere l’oggetto degli sguardi degli altri, non vuoi più essere quell’involucro vuoto che io pensavo che tu fossi.
Tu sei le gambe incrociate sui sedili del treno, le mani che mi permettono di accarezzare il mio cagnolino, sei la pelle d’oca quando mi lascio baciare sulla schiena, sei gli occhi pieni di lacrime quando abbracci la mamma. Tu sei il ritmo della musica nelle dita, sei le gambe che tremano per l’adrenalina dopo aver scalato un dirupo, sei i piedi che toccano la sabbia che scotta.
So che ci saranno giorni in cui non vorrò vederti e un po’ ti odierò, ma ti prego, abbi pazienza. Dammi tempo, mi sto ricostruendo e ho bisogno di te più di chiunque altro al mondo.
Tu sei il mio unico compagno di viaggio da sempre, e io voglio ringraziarti per non avermi mai abbandonato.
Caro corpo, continua a fiorire.
Splendi sempre.
Gina