Animenta racconta i disturbi alimentari – La storia di Diletta

Sono Diletta, ho ventotto anni e ho sentito il bisogno di riprendere in mano la mia vita. Ho sentito l’urgenza di ritrovare una connessione con tutto ciò che mi circondava, di sentirmi di nuovo parte del mondo, di quello stesso mondo che per un po’ di tempo avevo abbandonato. Credevo, in un momento buio e stracolmo di paura, che fosse quello stesso mondo a considerarmi un rifiuto da non poter neanche riciclare; non mi rendevo conto che ero io stessa a rendermi scarto, a rifiutarmi. 

I miei occhi: non più un azzurro estivo, piuttosto grigio autunnale

Pur indossando un paio di occhiali lucidati alla perfezione ogni mattina, la mia vista appariva comunque annebbiata e il colore delle cose assumeva lo stesso colore dei miei occhi che, in quelle rare volte in cui mi specchiavo, avevano cambiato colore. Non più azzurro estivo, piuttosto grigio autunnale. E pensare che sono sempre stata un’amante spassionata delle stagioni calde, assolate. Eppure, è stata proprio l’estate dell’anno corrente che mi ha tradita. O forse salvata. È stata un’estata torrida, arida, priva di emozioni. È stata una stagione lunga, faticosa e densa di insidie. Eppure, è stata proprio lei a farmi letteralmente cadere a terra, a farmi percepire, di nuovo dopo tanto tempo, di abitare in un corpo. 

Un corpo che -ahimè- era finito, ridotti agli estremi, stanco di essere maltrattato e di non essere considerato affatto. 

Il coraggio di prendere consapevolezza

Alla fine di questa stagione, io ho avuto il coraggio di toccarmi, di contare le sporgenze, di guardare le mani, i piedi, i capelli, realizzando infine di aver perso il conto di tutto. Io che ero fermamente convinta che mai mi sarebbe sfuggita una sola situazione di mano nella mia vita, o almeno questo è ciò che mi sono sempre prefissata di fare. Io che non avevo mai dato peso al fatto che il mio stesso peso doveva pur avere un valore, un’importanza, una funzionalità. 

Alla fine di questa, tosta, pesante stagione, io ho avuto il coraggio di salire su una bilancia e osservare che un piatto tracollava precipitosamente verso il basso, verso l’oscurità. Si trattava di una forza talmente tanto magnetica da non lasciare né possibilità di distacco, né margine d’azione. Ogni gesto sempre meccanico, dovuto, forzato; nessuna ammissione al piacere. Sbilanciandomi così tanto, ho rischiato di rimanere risucchiata all’interno di questo campo magnetico, in cui è solo ammesso il giudizio, mentre la libertà di parola e di movimento non vengono neanche nominate. 

Dialogo con me

Alla fine di questa, indispensabile, stagione, io ho avuto il coraggio di guardarmi allo specchio per lasciarlo dialogare con me. Non era e non lo è mai stato uno specchio delle brame o forse sì. Infatti, ho scoperto che il verbo bramare deriva da un termine ricostruito della lingua germanica con il significato di “urlare” per cui il famigerato specchio fiabesco non sarebbe altro che uno strumento delle urla. Forse avrei dovuto saperlo prima: magari mi sarebbe servito scagliarmi contro di esso, frantumarlo in mille pezzi urlandogli contro. Tuttavia, soprattutto nell’ultimo periodo, rifuggivo il mio riflesso proprio perché non volevo riflettere, non avevo la benché minima voglia di vedere rimbalzare un’immagine che non mi piaceva. 

Esiste un’altra stagione

Alla fine di questa, necessaria, stagione io ho avuto il coraggio di pensare che esiste un’altra stagione, più fiorente, meno dolorosa. Che esiste una ragione di vivere. Ho caricato sulle spalle uno zaino che avevo svuotato nel tempo, ma che ora sento di aver riempito con oggetti utili, indispensabili. In questo stesso zaino c’è il sorriso che faccio la mattina alle fette di pane spalmate di marmellata autoprodotta; c’è la consapevolezza di un dolore con cui convivere; poi c’è la sorpresa di trovare le giuste risorse per affrontare la giornata; c’è l’amore di chi mi ha sempre supportato e ha sempre creduto in me, anche se non me ne accorgevo. 

Sono Diletta, ho ventotto anni e ho sentito il bisogno di riprendere in mano la mia vita.

E non vedo l’ora che arrivi di nuovo l’estate, la mia stagione preferita, la stagione del sole e del gelato squagliato.

L’articolo è stato scritto da Diletta, che ha raccontato la sua storia

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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