Animenta racconta i Disturbi Alimentari: la storia di Flora

disturbi alimentari storia di Flora

Stare in silenzio non è mai stato parte del mio essere. Eppure è stato proprio l’atteggiamento che inconsapevolmente ho assunto di fronte ad un enorme groviglio nero che si è insediato tra i miei polmoni e il mio cuore. Questo groviglio erano i disturbi alimentari e si sono lentamente ma progressivamente fatti strada fino ad abbracciare lo stomaco, a soffocare la gola, a comprimere i fianchi, ad annebbiare la mente.

Le scelte condizionate dai disturbi alimentari…

Ho scelto un silenzio fatto di parole vuote di realtà, di risate spopolate di gioia, di sorrisi scevri di spensieratezza, di contatto privo di percezioni. 

Ho scelto un silenzio mascherato che non è apparso silenzio a nessuno, nemmeno a me. 

Ho scelto di negarmi la possibilità di sentire, di elaborare, di problematizzare, di  interrogarmi, di ascoltarmi, di amarmi, di vivere. 

Ho scelto tutto ciò che non mi è mai appartenuto, tutto ciò che mi ha permesso di limitare quel groviglio che stava finendo per coincidere con i confini delle mie membra, che stava giungendo a riempire le profondità della mia anima. 

Stava facendo tutto ciò, quel groviglio, con me complice. Servendosi della mia determinazione, della mia caparbietà, della mia costanza. Prosciugando la miriade di sensazioni che hanno sempre popolato il mio interno, il groviglio ha inevitabilmente prosciugato la carne che ha sempre protetto il mio esterno. Si è dipanato dal cuore al seno, dallo stomaco al ventre, dai polmoni alle costole, attraversando le braccia, fermandosi sulle ginocchia, accarezzando violentemente le scapole, posandosi ad una ad una su tutte le mie vertebre, fino a soffermarsi brutalmente sul termine della spina dorsale. Alla fine, ha fatto capolino anche  sul volto.

Gli occhi di chi soffre di disturbi alimentari…

Il canale di collegamento tra il suo inesorabile espandersi interiore e il suo manifestarsi esteriore sono stati gli occhi. I miei occhi hanno abbandonato la loro vivace complessità a favore di una spenta monotonia. Hanno lasciato la loro profonda esuberanza per una piatta fiacchezza, la loro vitale animosità ad una soffocata chiusura, la loro intensa luminosità ad un ininterrotto buio…

Ma tutto questo è successo in silenzio.  

Mi sono negata un’identità

Quel silenzio mascherato che si è beffardamente impossessato dalla totalità di me. Una totalità sempre più esile, gracile, fragile, vacillante. Una totalità ormai ai miei occhi indeterminata, alla mia mente incompresa, al mio tatto sconosciuta… 

Una totalità estranea, altra, staccata. 

Non mi era più concesso neppure immergermi in quello stesso groviglio che mi aveva imprigionato. Lui stesso me lo negava e io inconsciamente lo assecondavo. Mi mentiva e io paurosamente mi fidavo. Mi comandava e io immancabilmente ubbidivo, mi giudicava e io involontariamente gli credevo.  

Iniziai a non percepirmi a tal punto da identificarmi con esso, da negarmi un’identità. 

E lui iniziò a servirsi delle mie più recondite fragilità per accrescere, nutrendosi delle mie insicurezze e alimentandosi delle mie debolezze. Nel momento della mia vita in cui, non più bambina, diventavo donna indipendente e intraprendente mi sono ritrovata a non sentirmi tale. Ritornavo bensì bambina, dipendente e frenata.

Dare un nome al groviglio

Dare un nome a questo groviglio è stato dolorosamente necessario e incredibilmente destabilizzante. Ma mi ha ricordato che quel groviglio, sebbene combaciasse ormai con me, non era me. 

Quel groviglio si chiama Anoressia Nervosa. In analisi grammaticale è un nome comune, eppure il mio groviglio è solo mio. E non lo dico perché ne sono gelosa, ma perché merita di essere trattato in rapporto a me e solo a  me, vivendo in me ed essendosi nutrito di me. 

Nonostante l’irrefrenabile desiderio di distaccarmi da lui è stato necessario abbracciarlo totalmente, immergermi in lui, soffocarmi di lui, imbrigliarmi fra i suoi nodi, sfiorarne tutti gli angoli. 

Contro il volere del mio dominatore ho deciso di affrontarlo. Lottando con i suoi desideri, mi sto riempiendo di lui per conoscerlo, decifrarlo, per permettermi di sentirlo, di leggerlo, di esternarlo, di manifestarlo. Per permettermi di smascherare quel silenzio e di renderlo canale di collegamento con l’universo senziente, anello di congiunzione con l’energia vitale. 

Il mio desiderio di vita contro i disturbi alimentari

Nella costante opposizione verso qualunque cosa che si separasse dai disturbi alimentari, ho potuto percepire l’inestricabile nodosità che avevano costruito in me. Ho compreso l’irresolubile proliferazione di articolazioni in cui si era distribuito e l’inesorabile costanza con cui si era incardinato. 

La sua perseveranza nel resistere si scontra con la mia, senza sosta. Inizialmente con affannosa fatica, pian piano con pacata gentilezza, e da prime battaglie angoscianti e svilenti, la dialettica si è tradotta in consapevoli confronti. 

Il bramato premio della contesa, la desiderata ricompensa della mia fatica, non sapevo neppure quale fosse. Non pensavo esistesse, era inizialmente una lotta animata da un primordiale desiderio di vita che non mi era permesso ancora  razionalizzare o concretizzare. Ma questo desiderio si è meravigliosamente tramutato in un bene concreto, in una  vittoria chiara, in una realtà autentica. Il dolce e timido percorso che ha delineato ciò che prima non ritenevo neppure un’utopia ha visto me, accanto alla vita, riempirmi, rinvigorirmi, riappropriarmi della mia complessa e preziosa essenza. 

Ha visto l’apatia della staticità lasciare il posto al vitale moto di percezioni, gli impauriti tremori di angoscia ai vitali brividi di energia. Il soffocato ansimare dell’inerzia al pieno respiro dell’alacrità che, coraggiosa, si è insediata dapprima nella cassa toracica per poi baciare, con vigore, le mie labbra. 

Un futuro oltre ai disturbi alimentari

Mi ha visto riconquistarmi, rendere rinata meraviglia ai miei occhi, incantevole melodia alle mie orecchie, dolce sapore al mio palato, inebriante profumo al mio olfatto, morbida carezza al mio tatto. 

Una riconquista che si sazia di linfa nuova, che scorre sicura, candidamente alimentata da amabili consapevolezze, bramate conquiste, vincenti traguardi. E immancabilmente nutrita di rinnovate speranze, curiose incertezze, coraggiosi timori, frementi pulsioni, ansiosi desideri.

Tutto nato dalla cura di un passato che, donandomi un presente, mi permette ora di avere un futuro oltre ai disturbi alimentari. 

L’articolo è stato scritto da Flora, che ha raccontato la sua storia

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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