L’anoressia maschile esiste e bisogna parlarne

disturbi alimentari sesso maschile

Per molto tempo si è ritenuto che i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) interessassero esclusivamente l’universo femminile.

Tuttavia, i disturbi alimentari riguardano anche i ragazzi, anche se non ne parliamo mai. Molti ricercatori ritengono che l’anoressia maschile sia oggigiorno in crescita e rappresenti solo la punta dell’iceberg di molti altri comportamenti e patologie fino ad ora ignorati. Ignorati e non degni di attenzione a causa dello stereotipo e della credenza che essi siano caratteristici ed esclusivi del sesso femminile.

L’anoressia maschile nella storia

I primi casi di Anoressia maschile, allora non ancora chiamata così, furono osservati sugli uomini nel 1689, da parte di Richard Morton, il quale diagnosticò due pazienti (uno maschile e uno femminile) con un “consumo nervoso” legato al cibo.

Settantacinque anni dopo, nel 1764, Robert Whytt è l’autore di una seconda segnalazione dell’Anoressia maschile: si tratta del caso di un ragazzo quattordicenne, la cui astensione dal cibo era dovuta ad uno stato che oggi chiameremmo depressivo. Questa testimonianza costituisce quindi la seconda diagnosi di Anoressia Nervosa storicamente registrata da un medico su una persona di sesso maschile. 

Nel campo della Bulimia Nervosa il primo caso maschile di cui si ha traccia è stato riportato dal Dr. Gerald Russell soltanto 40 anni fa.

I dati alla mano

Nonostante il numero crescente dei casi negli uomini, i casi femminili sono sempre stati il centro della ricerca sui DCA.

I dati su popolazioni cliniche in Italia, infatti, suggeriscono che gli uomini rappresentano circa il 10-15% dei casi di Bulimia Nervosa e il 5-10% di Anoressia Nervosa. 

Si è anche stimato che, nel biennio 2018-2019, 1 caso di Disturbo Alimentare su 5 ha coinvolto una persona di sesso maschile negli Stati Uniti. In Italia si è notato come l’incidenza dell’Anoressia Nervosa sia di almeno 8-9 nuovi casi per 100mila persone in un anno tra le donne, mentre per gli uomini l’Anoressia oscilla tra i valori 0,02 e 1,4 di nuovi casi su 100mila persone. In pratica, 1 caso di Disturbi Alimentari su 7-8 coinvolge una persona di sesso maschile nel nostro paese.

Cos’è che rende tanto difficile una diagnosi di un DCA maschile ad oggi?

Uno dei problemi principali riguarda i quesiti diagnostici posti ai pazienti, adattati principalmente alle preoccupazioni di una mente femminile che soffre di DCA e non a quella di un ragazzo o di un uomo.

Mentre la preoccupazione principale delle ragazze e delle donne con un Disturbo dell’Alimentazione è quella di essere tendenzialmente troppo grasse, un recente studio statunitense ha mostrato come il 30% circa dei maschi adolescenti abbia riferito di aver tentato di aumentare di peso o aumentare la propria massa muscolare. Per far ciò si è fatto ricorso a specifici comportamenti per potenziare la muscolatura, diete ricche di proteine, integratori e steroidi anabolizzanti. Questo estremo controllo del proprio corpo è associato ed accompagnato da “sgarri” che rendono l’alimentazione delle persone affette da DCA estremamente sbilanciata. Tutti questi sintomi sono spesso collegati alla diagnosi di Vigoressia, molto frequente nel sesso maschile.

Sembra perciò che “la ricerca della magrezza” nelle femmine si manifesti nei maschi come la “ricerca della muscolosità”. Diventa impensabile che queste due tendenze possano essere trattate allo stesso modo.

Machismo e Anoressia maschile

Secondariamente alla problematica relativa ai criteri diagnostici, si stima che in media i ragazzi e gli uomini abbiano meno probabilità di essere consapevoli di avere un Disturbo dell’Alimentazione e si mostrino spesso più riluttanti rispetto alle donne a cercare aiuto. 

Questo deriva da una causa di tipo socio-culturale. La preoccupazione per la propria immagine è sempre stata definita una prerogativa femminile. Nel momento in cui anche un uomo mostra interesse verso il proprio corpo e il proprio aspetto fisico, non è raro che venga subito additato e giudicato come “debole” o “effemminato”. Il machismo che vede l’uomo come sempre forte e imbattibile ha enormi ripercussioni sulla loro salute mentale.  Di conseguenza, sentendosi fuori luogo e incompreso, è meno probabile che la persona di sesso maschile cerchi un trattamento per il proprio DCA. Questo comporta una presa in carico da parte dell’equipe medica e riabilitativa tardiva, spesso nel momento in cui la situazione è già aggravata.

Un dato molto importante, e altrettanto spaventoso, afferma che i maschi con Anoressia Nervosa sembrano avere una mortalità standardizzata più elevata rispetto alle femmine affette dallo stesso disturbo. Questo avviene proprio perché l’ammissione di essere malati risulta più complicato per un uomo, così come risulta più complesso l’inserimento in centri di cura. I maschi sono spesso esclusi da questi contesti in quanto considerati “atipici”. Inoltre, i programmi di cura ospedalieri hanno ancora una capacità limitata di accoglienza e trattamento dei DCA , specialmente per le persone di sesso maschile.

Parlarne per essere consapevoli

Date tutte queste premesse è fondamentale ricordarsi una cosa: chiunque si incontra può essere in un momento difficile della propria vita e, di conseguenza, merita di essere trattato con rispetto e apertura. Dobbiamo spogliarci dei nostri pregiudizi e degli stereotipi che per anni si sono perpetrati nella nostra società: solo in questo modo vedremo le persone come tali, nelle loro unicità e individualità. E solo in questo modo potremo intervenire e aiutare chi soffre, indipendentemente dalla sua appartenenza o meno ad uno standard socialmente e culturalmente stereotipato.

Fonti:

https://www.aidap.org/2022/disturbi-dellalimentazione-nei-maschi-un-problema-comune-ma-poco-riconosciuto/

https://www.eurosalus.com/angoscia-e-ansia/Ri-conoscere-i-disturbi-alimentari-maschili

https://www.stateofmind.it/2016/03/diagnosi-di-anoressia/

L’articolo è stato scritto da Anna, volontaria dell’Associazione

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