Animenta racconta i Disturbi Alimentari – La storia di Giorgia

Mi chiamo Giorgia, sono una ragazza di 20 anni e da quando ho 11 anni soffro di Disturbi Alimentari. È iniziato tutto nel 2013, quando è morto mio nonno, che io consideravo il mio punto di riferimento. Passavo molto tempo con lui e, a soli 11 anni, mi sono ritrovata a prendermi io cura di lui, in tutto il lungo percorso della sua malattia (Alzheimer). Ero molto piccola ma ho imparato fin da subito a rimboccarmi le maniche per fornirgli tutto il mio supporto, cosa che lui ha fatto per me per 11 anni. Quando è morto a me è crollato tutto. Mi sono sentita sola, anche se non lo ero. Ma era lui la mia colonna portante, la persona con cui passavo più tempo. Dopo la sua morte, mi sono venute fuori tantissime paure: tra cui quella di restare da sola.

Avevo paura del cibo…

A questa paura, se ne aggiunse poi una relativa al cibo. Temevo il rigetto e questo mi ha portato a non mangiare più ed a perdere molti chili in poco tempo, nonché a iniziare un lungo percorso tra molti medici. Ero molto piccola ma mi è stata diagnosticata “Anoressia restrittiva”. Non ne capivo molto, avendo solo 11 anni. Sapevo unicamente che avevo paura di rigettare e non volevo più mangiare. Prosegue in questo modo fino ai 15 anni. Ho sperimentato un periodo di “tregua” di circa un anno, dove anche i medici avevano visto in me un miglioramento. A 16 anni, qualcosa in me cambia di nuovo. Inizio a sentire nel cibo un odore sgradevole, un senso di nausea, che mi toglie completamente la voglia di mangiare. Mi guardavo allo specchio e mi vedevo enorme. Mi resi conto che in quel momento le paure erano due. A quella che mi aveva accompagnato fino a quel momento, si aggiunse anche la paura di ingrassare. Così iniziai nuovamente a mangiare sempre meno.

Era un periodo molto strano per me. Mi iniziò a piacere un ragazzo che però neanche mi guardava. Allora io dentro di me sentivo il bisogno di perdere qualche chilo. Pensavo frasi assurde come “Magari così inizierà a guardarmi“.

Chiedo nuovamente aiuto…

Decido di chiedere di nuovo aiuto ai medici, gli stessi che mi seguirono anni prima, che confermarono di nuovo la stessa diagnosi: Anoressia nervosa di tipo restrittivo. Paradossalmente, io ero molto contenta di aver perso molti chili. Mi sentivo bene. Alternavo fasi di euforia a fasi di pianto e crisi, in pochissimo tempo.

Accadde poi che quel ragazzo mi confessò i suoi sentimenti nei miei confronti e così a quel punto feci dei complimenti a me stessa. Mi dissi che ero stata brava a perdere quei chili come se tutto dipendesse da quello. Non capivo quanto disfunzionale fosse questo pensiero. Ero stata talmente tanto brava che il ragazzo che tanto desideravo mi aveva confessato i suoi sentimenti. Pensieri folli.

Inizia la relazione…

Iniziò così una relazione, da subito lui diventa per me il mio punto di riferimento, proprio come lo era il mio nonno. Non potevo vivere senza di lui. Iniziano una serie di paure, la paura di perderlo, la paura di non piacergli, la paura di non essere abbastanza per lui, la paura che prima o poi lui si sarebbe annoiato di una persona con me o che prima o poi se ne sarebbe andato… e tutte queste paure mi portavano a mangiare sempre di meno e per questo, pur sbagliando al tempo, ero molto fiera di me.

Dopo un anno di controlli, di colloqui psicologici, decidono di ricoverarmi. L’unica persona che è rimasta sempre con me, era proprio quel ragazzo che tanto ho desiderato. Era la mia forza, il motivo per cui lottare. Uscita dal ricovero, la situazione con lui degenera sempre di più fino a che non ci siamo lasciati. Mi sembrava di essere tornata alla stessa sensazione di quando morì il mio nonno. Mi dicevo che tutti prima o poi se ne sarebbero andati, perché una persona apatica come me non può dimostrare i suoi sentimenti.

Io volevo manifestare ciò che sentivo..

In realtà ero una persona con una gran voglia di dimostrare i suoi sentimenti, ma l’anoressia mi aveva privato di tutto, rendendomi apatica, vulnerabile, isterica. E come può un ragazzo giovane e bello, restare al fianco di una persona così? Mi dicevo. Sono stati tempi durissimi e purtroppo lo sono ancora. L’anoressia è sempre con me, mi accompagna in tutte le mie giornate, mi rende difficile ogni cosa, mi rende difficile le relazioni con gli altri, mi rende difficile le amicizie, mi rende difficile le scelte sia in ambito lavorativo sia in ambito sociale, mi rende difficili i fine settimana. Però, a questa malattia e in particolare al percorso che sto facendo, in un certo senso, devo dire un grande grazie. Perché grazie a tutto ciò, ho scoperto chi sono i veri amici, chi sono le persone che veramente tengono a te e chi invece nel momento del bisogno se ne va e ti lascia sola a combattere contro questa malattia invisibile. Volevo dire un grazie, anche a quel ragazzo che tanto ho amato ma anche tanto odiato. Lui non lo sa ma, anche se mi ha lasciato da sola, anche se mi sono “attaccata” a lui in modo da creare di nuovo una dipendenza affettiva, mi ha fatto venire una grande voglia di andare avanti, perché mi ha fatto capire che ci sarà sempre un motivo per cui tornare a vivere serenamente. Mi voglio rivolgere a chi come me, è dentro a questo tunnel. Voglio dire di non smettere mai di credere che un giorno, anche per noi, sarà un bel giorno.

L’articolo è stato scritto da Giorgia, che ha raccontato la sua storia

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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