Benvenutə a chiunque legga, come stai?
Io abbastanza bene, è un periodo tutto sommato positivo e ne sono felice.
Okay, facciamo che forse prima mi presento.
Ciao, sono Sabrina, ho 19 anni e soffro di malattie croniche, sono quasi guarita da un disturbo alimentare e sono qui per raccontarlo.
Lo so, forse qualcuno potrà chiedersi cosa c’entrino tra loro una malattia cronica e un disturbo alimentare: ora lo spieghierò, passo passo.
Forse è meglio se in effetti riformulo:
Ciao, sono Sabrina, ho 19 anni e soffrire di malattie croniche mi ha aiutato nel percorso di guarigione da un disturbo alimentare. Suona meglio così?
Ciao, sono Sabrina, ho 19 anni e 7 anni fa mi sono ammalata: il mondo era diventato grigio, spento, ma anche fin troppo veloce, per me che mi sentivo immobile, sola in una stanza.
Anni dopo mi dissero “depressione” e qualche anno dopo “disturbo bipolare”: in effetti, aveva senso. Non credo che le parole e le diagnosi debbano essere ciò intorno a cui deve ruotare la nostra vita, ma negarne l’importanza è, a mio parere, un errore.
Comunque sia, per me la diagnosi è stata fondamentale. Mi ha permesso di capire cosa avessi, di potermi ritrovare nelle storie di altre persone, di ricercare gli strumenti per potermene occupare.
È andata allo stesso modo anche quando ho letto su quel foglio di carta d’ospedale “Disturbo alimentare non altrimenti specificato: Anoressia atipica”.
Soffro di dolore cronico da 7 anni, più o meno dallo stesso periodo in cui mi sono ammalata di depressione. Ricordo quegli “è normale”, “funziona così”, “è passato ancora troppo poco tempo per poterlo stabilire”, anche dopo 4 anni di dolore.
Ho ricevuto la diagnosi di Endometriosi la scorsa estate, dopo che la malattia era peggiorata abbastanza da iniziare a essere presa sul serio (e se penso a come sarebbe stata diversa la mia vita se qualcuno mi avesse ascoltato prima!).
Per me, soffrire di malattie croniche significa convivere quotidianamente con due sintomi principali: dolore cronico e stanchezza cronica, entrambi in misura abbastanza invalidante.
Prima di ammalarmi e soprattutto prima della diagnosi di Endometriosi, ricordo come dapprima il mio corpo dovesse seguire me nelle mie giornate e poi come io sentissi di dover forzare il mio corpo a seguirmi nelle mie giornate.
Oggi, sono io che sono dovuta venire a patti col dover seguire il mio corpo, e non più il contrario
Oggi, sono io a dover capire il mio corpo, a dover sentire come sta, a dover organizzare la giornata in base a questo, a dovermi rendere conto di quanta forza ho e decidere come distribuirla nelle varie attività da fare.
D’altra parte, avere un disturbo alimentare, almeno nel mio caso, nella mia storia, significa portare il proprio corpo allo stremo, ignorando i segnali che ci invia, spingendolo sempre oltre.
A un certo punto il mio corpo si è dovuto fermare e io non ho potuto fare altro se non assecondarlo. Sono stata costretta a fare pace col mio corpo, sono stata costretta a doverlo seguire, a doverlo capire. All’inizio è stato difficile, non volevo, pensavo di non poterlo fare; poi, piano piano, le cose sono cambiate.
Dovermi adattare ai bisogni del mio corpo ha significato per me riconnettermi a lui (anche attraverso la pratica della yoga che mi ha aiutato moltissimo) e quindi anche imparare a volergli bene, ad accoglierlo, ad abbracciarlo, ed infine, ad amarlo.
L’articolo è stato scritto da Sabrina, volontaria dell’Associazione, che ha raccontato la sua storia