Animenta racconta i disturbi alimentari – la storia di Valentina

Sono Valentina, ho 40 anni e lotto da una vita con i disturbi alimentari.

La prima volta che ho avuto problemi con il cibo avevo 17 anni; ero alle superiori e intorno a me vedevo solo ragazze belle e magre e corteggiate; io invece ero cicciottella e non riscuotevo grande successo. Così un giorno decisi di mettermi a dieta, seguendo una di quelle prese dal giornale, uguale per tutte, che però in poco tempo mi ha fatto dimagrire di qualche chilo. Da lì il passo è stato breve… sempre meno cibo, sempre meno chili e io ero al settimo cielo, finalmente mi vedevo bene! Ma così bene non stavo, infatti i miei genitori decisero di portarmi da uno specialista che subito mi diagnosticò Anoressia Nervosa e mi prescrisse subito degli psicofarmaci.

Per un anno circa continuai il mio percorso terapeutico con lo psichiatra, passai dalla bulimia e poi piano piano cominciai a stare meglio. Questo anche grazie alla mia meravigliosa famiglia e alla mia migliore amica Francesca che non mi abbandonò mai.

Per circa 6/7 anni ho vissuto una vita normale: università, amici, fidanzato … sembrava che quel periodo fosse così lontano, quasi mai vissuto.

Poi un giorno cominciai a notare qualcosa di strano nella mia amica Francesca; il suo rapporto con il cibo non era più lo stesso, evitava le cene, gli aperitivi, le uscite. Gliene parlai subito, ma ovviamente cercò di non darci peso, mi disse che non mi dovevo preoccupare; ma io non ci credevo, era tutto così strano. Fino a che il suo peso non calò drasticamente e fu costretta a guardare in faccia alla realtà. Decise di iniziare un percorso di Day Hospital in ospedale e io mi sentii sollevata; presto sarebbe stata meglio come me.

Purtroppo non fu così. Sì, il percorso le fece rimettere i chili persi, sembrava tornata ad una vita quasi normale, ricominciò a sorridere, ma l’anima era distrutta, dentro il dolore era inaccettabile (lo capii solo qualche anno dop,  vivendolo in prima persona).

La mattina del 30 aprile venne a trovarmi a casa, come tutti i lunedì mattina, per darmi il buongiorno e accompagnarmi a prendere i mezzi per andare al lavoro. Era tranquilla, anzi contenta perché aveva appena passato un week end a Rimini con il fidanzato. Ci salutammo con mille baci come sempre, dandoci appuntamento per la sera per uscire insieme. Non l’ho più rivista! Quella stessa mattina mia madre mi telefonò dicendomi che Francesca era morta, si era buttata dal terzo piano dell’ospedale.

Da quel giorno la mia vita è cambiata.

Ho trascorso i due anni successi tra cimitero e casa di Francesca con i genitori. Non facevo altro.

I miei genitori tentavano di dirmi che non mi faceva bene, che continuare così mi avrebbe fatto impazzire, ma io non potevo fare altro, non riuscivo a fare altro.

Quando dopo due anni ho provato a staccarmi, ho tentato di ricominciare ad avere nuovamente una vita “normale”, sono entrata in crisi e subito ho sfogato nel cibo i miei sensi di colpa, il mio dolore. Sono ripiombata nella bulimia: mangiare e vomitare sembrava non farmi pensare a tutto il resto.

Quando poi in famiglia hanno cominciato a sospettare qualcosa, ho ammesso tutto, ma invece di cercare una via per guarire, ho semplicemente deciso di non mangiare più, volevo sparire, volevo stare con la mia Fra.

Dopo molti mesi e sotto la “pressione” dei miei genitori ho intrapreso un primo percorso in Day Hospital a Monza, ma non è andato bene … dopo 3 mesi avevo perso altri 8 chili e la depressione era ormai parte di me. I dottori hanno convocato i miei genitori, dicendo che la situazione era grave, dovevano ricoverarmi. Io, ovviamente non volevo, ma quando ho visto piangere mio padre per la prima volta nella mia vita, ho accettato e due mesi dopo ero ricoverata a Villa Garda.

E’ stata probabilmente la mia salvezza … è stata un’esperienza molto dura, dolorosa e spesso assurda, ma mi ha ridato la vita.

Quando sono uscita dopo 9 mesi, ho capito cosa aveva provato Francesca quando poi ha deciso di togliersi la vita, perché spesso ci ho pensato anche io. Rientrare a casa, ad una vita normale, è stato traumatico. Non sapevo più cosa fare, cosa mangiare, cosa dire, come comportarmi. Non mangiando sapevo di sbagliare, ma avevo paura; e questo continuo conflitto di pensieri mi faceva impazzire.

Piano piano, sempre tramite l’aiuto degli psicoterapeuti di Garda, ho cominciato a riprendere in mano la mia vita, a lavorare, ad uscire con gli amici.

I miei sensi di colpa sono sempre lì, nulla potrà mai cancellarli, ma ora cerco di conviverci.

Ho ricominciato a fare sport ed è stato un grande, grandissimo aiuto, forse uno dei più importanti. Il mio allenatore ha capito subito come prendermi e mi ha aiutato nel percorso che oggi mi vede più consapevole del mio corpo, dei miei pensieri, della mia vita.

A giugno diventerò finalmente Dottoressa in Scienze Motorie, e da qualche mese ho aperto il mio Spazio per lezioni di Personal Training.

Niente sarà più come prima, lo so… ma sto bene e cerco ogni giorno di valorizzarmi, di non perdere autostima, di credere in me e nelle mie potenzialità.

Si può guarire, si deve guarire!

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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