Tratto da un pezzo di storia della mia anoressia.
“Si riparte dall’accettazione”
Solo ora mi rendo conto che era una felicità illusoria e che non ero io ad avere il controllo. Ero piuttosto controllata da un qualcosa più grande di me al quale iniziai a dare un nome che non è poi che l’anoressia. E se anche se lo riconoscessi, non riuscivo ad accettarlo. Ben presto quella felicità mi avrebbe abbandonata lasciando spazio alla realtà dei fatti.
Io non mi vedevo magra come mi vedevano gli altri. Ricordo bene che nella mia testa per me quella magrezza non era tale, non era abbastanza. Ricordo che non volevo parlarne con nessuno e facevo sempre finta che andasse tutto bene perché altrimenti mi sarebbe sembrato di comportarmi da vittima. Ma, in certi momenti, avrei tanto voluto che qualcuno mi prendesse e mi tirasse fuori da tutto ciò, che semplicemente provasse a parlarmi per provare ad aiutarmi dato che ormai la cosa era piuttosto evidente. Per quanto io sappia bene che se non si può salvare una persona che per prima non vuole salvarsi. Ma io non sapevo più come agire. Non sapevo quello che veramente volevo fare: se volevo aiutarmi o rimanere nell’abisso. So solo che iniziavo a capire che io in realtà non stavo bene.
Io volevo aiutarmi. Ma poi tendevo a non fare nulla di concreto perché la verità è che ci sono certi momenti in cui una persona non vuole salvarsi. Questo perchè la salvezza implica un cambiamento e un cambiamento richiede una sforzo di maggiore rispetto al restare nella propria “zona di comfort” che poi tanto confortevole, di fatto, non è. Occorre coraggio per guardarsi allo specchio e vedere oltre il proprio riflesso.
Per molto tempo Io ho avuto paura di utilizzare la parola anoressia perché non la accettavo e anzi avevo paura che, una volta accettata la malattia, mi sarei adagiata su di essa lasciandomi cullare in questo vortice di tormenti, lasciando che sprofondassi in quell’abbraccio maligno che mi veniva offerto. Ma con il tempo ho capito che solo accettando si può ripartire ed è quello che ad oggi sto cercando di fare. Accettare non solo in passato, ma anche il presente. Non bisogna dimenticare, bisogna custodire. Si può imparare dalle situazioni difficili per arrivare in futuro ad avere tutti gli strumenti per affrontare qualsiasi sfida e andare avanti.
L’articolo è stato scritto da Vittoria, che ha raccontato la sua storia