Nonostante persista l’erronea convinzione che il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID) riguardi esclusivamente i giovani, si sta diffondendo la consapevolezza che possa colpire anche gli adulti.
Un passo indietro: come si manifesta l’ARFID? Questo disturbo si manifesta attraverso una dieta estremamente limitata o selettiva, senza legami con preoccupazioni relative all’immagine corporea o al peso.
Le ricerche indicano che l’ARFID affligge una percentuale compresa tra lo 0,3% e il 4,8% della popolazione adulta in diversi Paesi. Sebbene il numero di individui che riconoscono il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo negli adulti stia crescendo, rimangono aperti interrogativi sulle sue origini in questa fascia di età.
Ogni caso di ARFID è singolare, ma comprendere le cause comuni tra gli adulti può contribuire a chiarire la complessità di questo disturbo. Continuando la lettura, esamineremo le possibili cause dell’ARFID negli adulti, i sintomi da osservare e la terapia.
Qual è la diffusione dell’ARFID tra gli adulti?
“Abbiamo meno dati sull’ARFID negli adulti rispetto ai bambini, ma la sua identificazione è in rapida crescita,” afferma Jessie Menzel, vicepresidente dei programmi clinici di Equip. “In passato si pensava che l’ARFID fosse raro quanto l’anoressia negli adulti, ma studi recenti suggeriscono che potrebbe essere più diffuso.”
Mentre l’anoressia ha una prevalenza stimata dello 0,6% negli adulti, i tassi di ARFID oscillano tra il 4,51% e l’11,14%. Un recente studio su oltre 50.000 persone in età adulta ha rivelato che il 4,7% ha avuto esito positivo allo screening per l’ARFID.
Quali sono le origini dell’ARFID negli adulti?
L’ARFID non ha una causa unica, ma è il risultato di una combinazione di fattori, inclusi quelli genetici, ambientali e biologici.
È utile considerare le tre principali manifestazioni dell’ARFID:
- Sensibilità sensoriale, come avversione a determinate consistenze o odori.
- Paura di esperienze negative durante i pasti, come il rischio di soffocamento o reazioni allergiche.
- Mancanza di appetito o interesse per il cibo.
Molti adulti con ARFID possono avere problemi alimentari irrisolti dall’infanzia, con sensibilità alimentari che possono persistere fino all’età adulta. In alcuni casi, sintomi lievi in gioventù possono evolversi in problematiche gravi in età adulta.
Altri possono sviluppare l’ARFID per la prima volta in età adulta, spesso a seguito di eventi traumatici o di modifiche nella dieta per affrontare altri problemi di salute. Ad esempio, le diete di eliminazione, comuni nella gestione di disturbi gastrointestinali, possono aumentare il rischio di sviluppare l’ARFID.
Manifestazioni del disturbo negli adulti e nei bambini
Anche se le cause possono variare, i sintomi di questo disturbo tendono a essere simili per tutte le fasce di età.
“I sintomi principali sono gli stessi,” afferma Menzel. Tuttavia, ci sono differenze: i bambini con ARFID sono più inclini a essere sottopeso e a necessitare di un recupero di peso, mentre gli adulti hanno meno probabilità di aver bisogno di un recupero di peso durante il trattamento. Inoltre, gli adulti tendono a mostrare una maggiore indifferenza verso il cibo.
La ricerca suggerisce che la motivazione a cercare aiuto varia tra adulti e bambini. Gli adulti tendono a cercare supporto in modo autonomo, preoccupati per come le loro abitudini alimentari influenzino le relazioni sociali e professionali. L’ARFID può avere un impatto significativo sulla salute mentale degli adulti, portando a depressione e ansia.
Trattamento per adulti con ARFID
A differenza di altri disturbi alimentari, l’ARFID non è associato a preoccupazioni per l’immagine corporea, il che rende il trattamento diverso.
La terapia si concentra spesso sull’esposizione, aiutando i pazienti a confrontarsi con alimenti e situazioni ansiogene. Tuttavia, gli adulti possono riscontrare difficoltà nel trovare un supporto adeguato, poiché le opzioni sono limitate rispetto a quelle disponibili per i bambini.
La disinformazione sull’ARFID, in particolare riguardo agli adulti, può ostacolare l’accesso a cure appropriate. La psicoterapia aiuta questi pazienti a poter gestire e risolvere questo problema.
L’articolo è stato scritto da Giovanna, volontaria dell’Associazione