Bullismo e Disturbi Alimentari: che relazione c’è?

bullismo e disturbi alimentari

Questo articolo tratta il tema del bullismo, concentrandosi in modo particolare sulla correlazione tra tale fenomeno e i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Questa forma di violenza può infatti causare una sofferenza psicologica profonda in chi la subisce, tanto da contribuire allo sviluppo di una patologia alimentare. Essa diventa sia espressione di quel dolore che un meccanismo di difesa dallo stesso.

Una definizione di “bullismo”

Secondo la definizione proposta dall’UNICEF, il bullismo costituisce una forma di violenza commessa intenzionalmente contro una o più vittime, caratterizzata da uno squilibrio di potere tra chi compie l’aggressione e chi la subisce. Generalmente, le vittime si sentono indifese e incapaci di reagire agli attacchi dei bulli, i quali possono attuare una violenza fisica nei confronti di persone o di beni di proprietà. La violenza può essere anche verbale, sia diretta che indiretta. Le forme di aggressione verbale diretta includono gli insulti e le minacce. La violenza indiretta può consistere, ad esempio, nella diffusione di voci con l’obiettivo di danneggiare la reputazione altrui e nell’esclusione da un gruppo.

Come spiega un articolo del centro di cura Seeds of Hope, non era così insolito, anni fa, sostenere che il bullismo servisse a formare il carattere o che rappresentasse un’opportunità per fortificarsi. Negli ultimi decenni, tale fenomeno è mutato sotto molteplici aspetti, così come il modo in cui le persone lo vedono. 

Le caratteristiche e le conseguenze del bullismo

Per esempio, Internet ha introdotto numerosi cambiamenti nella società, sia positivi che negativi. Fra questi ultimi vi è la possibilità di aggredire i pari su un livello completamente diverso, attraverso i social media e in altre forme. La disumanizzazione dell’interazione tra individui attraverso uno schermo (spesso semplicemente tramite commenti e messaggi) allontana ulteriormente le persone l’una dall’altra. Ciò ha fatto sì che il bullismo diventasse non solo più violento, ma anche più frequente. Nello specifico, secondo una rilevazione condotta nel 2022 dal Sistema di Sorveglianza HBSC Italia (Health Behaviour in School-aged Children – Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare), il 15% degli adolescenti italiani (più di 1 su 6) ha subito atti di bullismo e di cyberbullismo almeno una volta nella vita.

L’organizzazione Walden Behavioral Care sottolinea che, sebbene molti associno questo problema al contesto scolastico, una persona può subire bullismo da parte dei propri coetanei, allenatori, fratelli e persino dai genitori. L’impatto di tale fenomeno può essere drammatico: le vittime di bullismo sperimentano depressione, bassa autostima, ansia, sintomi del disturbo da stress post-traumatico e suicidio, oltre a un profondo senso di vergogna, colpa, paura e tristezza – molti dei sintomi manifestati anche da chi soffre di Disturbi del Comportamento Alimentare. Ma il bullismo può provocare un Disturbo Alimentare? La risposta breve è: pur non essendo l’unico fattore, può contribuirvi in modo significativo. 

I DCA sono il risultato di molti fattori…

Nel suo articolo dedicato alla correlazione tra bullismo e Disturbi del Comportamento Alimentare, Walden Behavioral Care ricorda che numerose cause possono portare all’insorgere di una patologia alimentare come l’anoressia, la bulimia o il disturbo da alimentazione incontrollata. Benché ogni situazione sia unica, la maggior parte dei casi presenta una combinazione di vulnerabilità, come previsto dal modello biopsicosociale dello sviluppo dei Disturbi Alimentari. Quest’ultimo individua tre principali tipi di fattori: 

  • Biologici: storia familiare di Disturbi Alimentari o altre malattie psichiatriche, specifiche caratteristiche della chimica del cervello, basso peso alla nascita, avere un gemello. 
  • Psicologici: pensieri, emozioni e comportamenti della persona, tra cui bassa autostima, ansia, depressione e stress, difficoltà a controllare le emozioni, distorsioni cognitive rispetto alla realtà e al sé.
  • Sociali: pressioni culturali, sociali e mediatiche che impongono di mantenere un tipo di corpo, un peso o un aspetto fisico “ideali”, con debolezze che spesso si traducono in insoddisfazione verso se stessi o in body shaming offensivo da parte di altre persone.

In che modo il bullismo incide sullo sviluppo di un DCA? 

È nell’aspetto sociale di tale modello che si intersecano bullismo e DCA, in particolare con i social media. Sebbene buona parte dei contenuti condivisi su Instagram, Facebook, Twitter o Snapchat promuovano un’immagine corporea positiva, alcuni di questi incentivano l’opposto (il body shaming), col conseguente proliferarsi di commenti offensivi e di fenomeni di cyberbullismo tra bambini e adolescenti. 

Come sottolinea il Centro DCA, il 65% delle persone con Disturbi Alimentari attribuisce la propria patologia anche al bullismo subìto. In che modo quest’ultimo può contribuire allo sviluppo di un DCA? Nell’articolo sopracitato, Walden Behavioral Care descrive i meccanismi con cui ciò avviene. Sappiamo con certezza che questa forma di violenza può accrescere l’ansia e la depressione, portare all’isolamento e all’apatia e contribuire alla bassa autostima, nonché al senso di colpa e di vergogna di un individuo. Di cosa hanno bisogno le persone che provano emozioni spiacevoli? Sollievo. Purtroppo, molti individui hanno difficoltà a utilizzare meccanismi di difesa adattivi per far fronte ad ansia, tristezza o senso di colpa, e possono ricorrere a comportamenti alimentari disfunzionali come strategia di difesa contro sentimenti così forti

La correlazione tra immagine corporea e bullismo è forte

La correlazione tra immagine corporea e bullismo è forte. Infatti, l’insorgenza di patologie alimentari è particolarmente frequente nei bambini e negli adolescenti che sono stati vittime di bullismo per il loro corpo e la loro forma fisica. Ciò può riflettersi in un aumento delle distorsioni cognitive spesso legate alla paura di prendere peso o di non raggiungere un fisico perfetto. 

Benché qualsiasi Disturbo Alimentare possa essere causato o impattato dal bullismo, l’anoressia è stato riconosciuto come il disturbo che più spesso ne consegue. È quanto si afferma nell’articolo di Seeds of Hope precedentemente menzionato, il quale spiega che, in una situazione in cui un individuo subisce bullismo per qualcosa che non può controllare (come l’etnia, caratteristiche che possiede dalla nascita, tratti genetici o etnici visibili), l’anoressia può insorgere come manifestazione del loro tentativo di compensare tale mancanza di controllo

Come aiutarsi e aiutare

In questa sezione si riportano alcuni consigli rivolti a chi subisce atti di bullismo, oppure sospetta o è certo che qualcun altro ne sia vittima. I comportamenti che l’organizzazione Walden Behavioral Care suggerisce di adottare sono i seguenti:

  • Prestare attenzione: se vediamo una persona isolarsi, trascorrere meno tempo con gli amici o la famiglia o mostrare abitudini alimentari insolite (come ridurre l’assunzione di cibo, nascondere il cibo o mangiare di nascosto), non ignoriamo la situazione.
  • Dare importanza al problema: non è vero che il bullismo verbale non ferisce. Le parole possono essere molto dannose. Più educazione c’è nella comunità, più è possibile creare un dialogo interiore positivo. Iniziare e mantenere un dialogo può fungere da meccanismo di prevenzione contro il bullismo e ridurre il numero di casi che finiscono per sfociare in un Disturbo Alimentare. 
  • Identificare gli aiuti, ovvero esperti e organizzazioni in grado di offrire supporto. Fra le associazioni italiane impegnate nella lotta contro il bullismo vi sono l’Associazione Contro il Bullismo Scolastico (ACBS), l’Associazione Italiana Cyberbullismo e Sexting (AICS) e il Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop

Un racconto di bullismo e DCA

“Perché sei venuta a scuola oggi? Non ti voleva nessuno”. Questa è la frase che mi sono sentita rivolgere un giorno in cui sono entrata in classe in ritardo. Ero alle elementari e, per qualche ragione che ancora oggi non riesco a comprendere, le mie compagne avevano deciso di escludermi dal loro gruppo. Essendo una bambina estremamente sensibile, molto studiosa e un po’ goffa, ero un bersaglio facile. Ogni offesa, ogni presa in giro, ogni insulto mi faceva sentire sbagliata, debole e profondamente sola. Incapace di difendermi, incassavo ogni colpo senza reagire ed esprimevo il mio disagio solo a casa, attraverso lunghi pianti. Forse la parte peggiore era dover vedere queste persone anche fuori dall’aula, alle feste di compleanno, alle cene coi genitori, al parco. “Le cose che ti dicono devono entrarti da un orecchio e uscirti dall’altro”, mi diceva sempre la madre di due componenti del branco, due sorelle. Ma come è possibile che una bambina di sette anni non soffra, quando è vittima di simili aggressioni psicologiche e verbali? 

Ho passato buona parte dei miei ventisei anni di vita a sentirmi inadeguata e a cercare l’approvazione altrui, come se quest’ultima potesse in qualche modo compensare la scarsa fiducia che riponevo in me stessa. Le mie azioni sono sempre state condizionate dalla paura del giudizio e dal bisogno di piacere alle persone. Al liceo ho iniziato a soffrire di ansia e Disturbi del Comportamento Alimentare. Solo molti anni dopo, grazie alla terapia, sono riuscita ad attribuire un significato ai miei sintomi, espressione di un forte dolore e di un disperato bisogno di aiuto. La mia psicoterapeuta mi ha anche aiutato ad analizzare la mia paura del cibo come proiezione di paure profonde

Il bullismo si può superare, così come un Disturbo Alimentare

Oggi ho la fortuna di essere circondata da molto amore e da amicizie meravigliose, che per me rappresentano un riscatto importantissimo. Col supporto della mia psicologa sto imparando a volermi bene, a riconoscere e ad apprezzare il mio valore, ad essere più gentile e comprensiva con me stessa. Sto cercando di sperimentare quel mondo che mi spaventava tanto e che in parte mi spaventa ancora. Qualche mese fa mi sono tatuata una farfalla sulla caviglia, simbolo della rinascita che auguro a me stessa e a chiunque abbia vissuto esperienze simili alla mia.

L’articolo è stato scritto da Sofia, volontaria dell’Associazione

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