Caro “amico” di mille avventure,
Ti scrivo solo adesso perché fino a poco tempo fa non ti pensavo nemmeno.
Per me non esistevi, o almeno cercavo di nasconderti il più possibile tanto agli occhi degli altri quanto e soprattutto ai miei. Non eri mai abbastanza magro da essere mostrato e nemmeno adesso lo sei, perché io mi vedo enorme. E così, tra un vestitino e un pantalone largo, cerco di nasconderti come meglio posso.
A volte mi rendo conto di quanto il tuo stato di malnutrizione sia grave e la sporgenza delle tue ossa evidente, però mi confronto con altre ragazze e tutte mi paiono più magre di me. Ecco allora che, se una volta provo a mettere un pantalone un po’ più attillato, il giorno dopo ti ricopro nuovamente per paura del giudizio altrui.
Questo meccanismo che si è innescato mi fa stare malissimo, ed è per questo che a volte cerco proprio di non pensarti, di non vederti, di non guardarti con i miei occhi.
Vorrei accettarti per quello che sei e soprattutto perché, sebbene io continui a logorarti, tu mi permetti di visitare mille luoghi, mi porti in giro ovunque e mi dai la possibilità di essere in qualsiasi posto io voglia andare – o quasi.
Certo, non posso fare tutto, ma tu ci sei, sei presente a te stesso e non molli. Ed è grazie a te se posso vivere la mia vita.
Non dico che ti disprezzo, però in certi momenti sei ancora come un fantasma, senza sostanza e senza vita.
Spero tu mi possa perdonare per tutte le parole che ti ho detto, per tutte le volte che ti ho maltrattato, graffiato, picchiato. E qui mi rivolgo in particolare a voi, gambe sempre troppo grosse.
Ti chiedo scusa anche per tutte le volte che non ti ho considerato per quello che sei veramente…
Spero un giorno io possa guardarti con occhi diversi, elogiarti e ricominciare a prendermi cura di te in ogni senso, anche nelle piccole cose.