Aspetta un attimo. Prima di continuare a leggere, fermati a pensare: cosa significa per te il successo?
Fare successo, avere successo… tutte espressioni che vanno d’accordo con il senso performativo che ci accompagna quotidianamente.
Viviamo immersi in una grande messinscena, in cui dobbiamo sempre essere performativ*, arrivare alla fine dello spettacolo per meritare gli applausi dal pubblico. E magari ottenere anche una bella standing ovation, perché no.
Ma il successo non segue il motto “the show must go on”. Siamo esseri umani, non attori e attrici. Non possiamo vivere per soddisfare le aspettative di un pubblico.
Non dovremmo sentire l’obbligo di andare sempre avanti, anche quando non reggiamo più tutta questa pressione.
Il successo a piccoli passi, per il nostro star bene
E se, invece, il successo fosse inteso come il participio passato del verbo succedere, come cambierebbe la nostra percezione della quotidianità?
A quel punto, ogni piccolo traguardo meriterebbe di essere celebrato, perché, è successo come il frutto di tanti piccoli passi percorsi nella nostra giornata.
Nonostante le difficoltà che viviamo, le montagne che scaliamo e i burroni nascosti che solo noi riconosciamo e saltiamo a piedi pari.
Dalla quotidianità nasce il proprio successo
Quindi, riannodiamo le premesse con cui avevamo iniziato.
Cambiamo l’idea di successo da riuscita delle aspettative sociali a celebrazione di noi stessi.
Quando ricongiungiamo il successo all’appagamento delle aspettative altrui (estetiche, sociali, lavorative) finiremo per sentirci sbagliati con noi stess*. Insufficienti. Non meritevoli di amore.
Al contrario, pensare al successo come al benessere personale, fa sì che il focus sia rivolto verso di noi e non verso l’esterno.
È importante domandarsi ogni giorno: cosa posso fare oggi per farmi stare bene?
Ogni piccolo gesto che ci avvicina al nostro benessere, è un traguardo giornaliero per avere una giornata di successo. Ogni atto di amore va celebrato, per far sì che non passi inosservato ai nostri occhi.
Il successo non è una performance!
La cultura performativa della nostra società ci suggerisce di celebrare solo quei risultati che sono considerati socialmente un traguardo.
Una nuova posizione lavorativa? Condividiamola su LinkedIn!
Una vacanza esotica? Postiamo una storia su Instagram!
Sembrerebbe che la nostra felicità dipenda esclusivamente da quanta risonanza abbia agli occhi di altr*.
Il rischio di un successo rivolto agli occhi di altr* e non a noi stess*, è quello di disconnetterci completamente dai nostri bisogni.
Finiamo per sintonizzarci su una stazione radio, che manda in onda solo quelle canzoni che piacciono ad altr*, ma non a noi. Un tormentone al quale ormai ci siamo abituat*.
Questo non significa che sia sbagliato dare importanza ai risultati che normalmente la società ci esorta a condividere. Non c’è giusto o sbagliato in questo, anzi. Non dobbiamo arrivare alla percezione opposta, dove un traguardo etichettato come un successo non sia importante.
Dovremmo aggiungere al grande armadio del successo dei nuovi cassetti in cui riporre anche tutte quelle azioni che ci fanno sentire bene.
Riflettere sulla quotidianità per una nuova idea di successo
Una passeggiata, un disegno o uno sfogo creativo sul nostro diario, l’assaggio di un cibo nuovo o uno riscoperto dopo tanto tempo.
Una giornata di sole e un libro letto in sua compagnia, i momenti di gioco con il nostro amico a quattro zampe. Restare in silenzio con i nostri pensieri, quando urlano e ci fanno paura.
Imparare a parlarci, capire come stare nell’adesso senza rimanerci bloccati. Come si potrebbe definire niente questo?
Dovremmo ricordarci più spesso che in quelle giornate dove non riusciamo ad essere seren*, ogni piccolo gesto agli occhi di altr* può diventare per noi un successo enorme.
Se troviamo il coraggio di rialzarci a piccoli passi, stiamo già scalando la più alta delle montagne. Dovremmo riconoscerlo, essere gentili con noi stess* e volerci bene.
L’insuccesso non è fallimento
Il segreto per poter celebrare i piccoli passi in avanti (e non rimproverarci per quelli indietro) è iniziare a non aver paura dell’insuccesso che ci appiccichiamo addosso.
Se riusciamo ad andare contro all’idea convenzionale di successo, imparemo a superare quel concetto astruso e tossico del fallimento.
Tuttavia, non sempre la pressione del successo arriva dall’esterno.
Talvolta siamo noi stess* che ci imponiamo dei limiti dettati da standard interiorizzati. Standard che possiamo decostruire solo riconoscendoli e decidendo di agire per il nostro benessere.
Se decido di lasciare il lavoro perché mi fa stare male e voglio concentrarmi sulla mia ripresa, non ho fallito. Ho compiuto un gesto di coraggio e di amore per me stessa.
Se preferisco stare a casa a leggere, invece che andare ad una festa o a correre, non sono pigra. Sto semplicemente priorizzando il mio benessere invece di fare ciò che la società mi spinge a fare.
Raggiungere l’io e il dove per il nostro star bene
Da questi esempi possiamo aggiungere un altro tassello alla decostruzione del concetto di successo: per essere persone di successo, non dobbiamo essere e stare dove l* altr* ci vorrebbero.
Dovremmo invece lavorare su noi stess* per raggiungere chi vorremmo essere, nei posti dove ci sentiamo a nostro agio.
Come e perché celebrare le piccole vittorie
Un buon consiglio per imparare a riconoscere i piccoli traguardi è scriverli, così rileggendoli a fine giornata riusciremo a minimizzare il nostro senso di frustrazione, trasformando i pensieri negativi in affermazioni positive. Come celebrarli dipende da noi e da cosa vogliamo regalarci come prova di quel piccolo traguardo raggiunto.
Anche secondo la scienza, tenere a mente e focalizzarsi sui piccoli obiettivi porta diversi benefici.
In questi casi, il nostro cervello attiva un circuito di ricompensa, rilasciando sostanze chimiche come la dopamina che danno sensazioni di orgoglio e ci spronano a proseguire verso il prossimo risultato fino, e magari oltre, l’obiettivo finale.
Celebrare anche l’essere riusciti a fare qualcosa, che per noi non era scontato, è una forma di allenamento alla resilienza, alla gratitudine per ciò che abbiamo ottenuto, al benessere fisico e mentale. È persino un allenamento al successo!
Ogni step fatto simboleggia la nostra crescita e può diventare un’occasione di gioia che solleva l’umore, ci dà forza interiore e ci ricorda che siamo abbastanza, che non siamo indietro rispetto ai nostri obiettivi e che stiamo facendo costantemente progressi.
Cosa sono gli inchtones e perché è importante riconoscerli
Celebrare le piccole cose che raggiungiamo quando stiamo lavorando su un progetto importante è essenziale perché ci consente di vivere appieno l’esperienza nella sua totalità.
Ma quali sono queste piccole cose?
In inglese si chiamano inchstones, un termine diventato di moda tra i genitori per indicare i traguardi più piccoli nella vita dei loro figli, come il fatto che abbiano finalmente dormito tutta la notte o la prima volta che sono stati invitat* alla festa di compleanno di un* compagn* di classe. Più in genere, sono quei momenti apparentemente insignificanti che, se messi insieme, ci regalano divertimento, gioia e ci fanno sentire bene. Non sono momenti importanti o esperienze che cambiano la vita, ma sono il boost di energia che ci fa andare avanti, che ci fa superare le avversità, che rende la vita con tutte le sue sfide più sopportabile.
Qualche esempio?
Passare del tempo di qualità con chi amiamo, imparare gli accordi della nostra canzone preferita, superare una settimana super stressante al lavoro o svegliarci al primo squillo della sveglia.
Adesso che hai terminato di leggere, ripensa alla tua idea di successo.
Ah, un ultimo consiglio: se riconosci di star male e hai bisogno di aiuto, dillo ad alta voce. Prima a te stess* e poi a chi ti fidi. Chiedere aiuto è il primo e più importante successo per tornare a stare bene. Nessun ostacolo ti sembrerà tanto alto da poterti impedire di raggiungere tutte le mete che vorrai.
L’articolo è stato scritto da Ilenia e Natalia, volontarie dell’Associazione