Che cos’è l’Alimentazione Vicaria?

alimentazione vicaria

Molto spesso, per le persone che soffrono di Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) la parola che determina le loro giornate è “controllo”. In primo luogo, cercano di mantenere il totale controllo su ciò che mangiano personalmente e, il più delle volte, questo controllo si estende anche su ciò che mangiano tutte le altre persone  intorno a loro. Questa volontà di controllare l’agire altrui in ambito alimentare tende a manifestarsi sotto forma di specifici comportamenti definiti, complessivamente, con il termine “alimentazione vicaria”. La parola “vicario”, secondo il dizionario Treccani, significa: “che è, che sta in sostituzione o in luogo di altra cosa”. Nel corso di questo articolo, capiremo come mai viene associato all’alimentazione.

E’ possibile che quella che sembra una innocente passione per la cucina possa rivelarsi un campanello d’allarme di un DCA?

Alimentazione vicaria: cucinare per controllare

Per coloro che stanno affrontando un DCA risulta spesso più semplice e più sicuro cucinare i propri pasti da soli. L’essere a dettagliata conoscenza di ciò che viene utilizzato, in che quantità e con che motivo aiuta la persona con un DCA a controllare la propria alimentazione. 

Il primo segnale che può evidenziare un comportamento legato all’alimentazione vicaria è la costante presenza in cucina. Coloro che soffrono di un DCA non è insolito passino molto tempo a cucinare e a preparare pietanze, senza però mangiare nulla. Il cibo preparato non ha lo scopo di essere mangiato, bensì non fa altro che affermare, nella persona affetta da DCA, quella sensazione di controllo tanto desiderata.

Mangiare attraverso gli altri

Un altro elemento fondamentale da considerare quando si parla di alimentazione vicaria è che, cucinando per altre persone, coloro che soffrono di DCA possono “tradire” le regole che il disturbo alimentare stesso ha creato per loro. Non è insolito, infatti, che molti dei piatti preparati siano nettamente diversi da quelli che una persona con DCA si permetterebbe di mangiare: gli altri possono mangiare cibi più ricchi e saporiti in modo naturale e spensierato,senza la stessa paura che chi li ha cucinati avrebbe nel mangiarli.

Non c’è da sorprendersi, infatti, se la persona malata scelga di offrire agli altri un cibo particolarmente proibito, un “fear food”, e che si senta soddisfatta di osservare qualcun’altro mangiare qualcosa che non mangerebbe mai.

Si finisce per mangiare “attraverso gli altri” desiderando, in fondo, e invidiando, la stessa spensieratezza di qualcuno con un rapporto più sano con il cibo. Al contempo persi prova sollievo e soddisfazione, come se si avesse mangiato personalmente tale piatto.

I Mukbang come alimentazione vicaria

Un esempio pratico di come queste abitudini possono evolversi in coloro che stanno male è il successo dei video Mukbang, reperibili ormai su qualsiasi social media. 

Questi video mostrano i partecipanti che consumano quantità esagerate di cibo (solitamente particolare o molto condito) mentre interagiscono con il pubblico attraverso la telecamera. Il successo di questo format mostra l’evidente piacere che alcuni spettatori traggono dalla semplice osservazione di altre persone che mangiano. Questo potrebbe sottolineare ulteriormente la complessità delle dinamiche psicologiche coinvolte nei disturbi alimentari. I comportamenti associabili all’alimentazione vicaria sono più comuni tra i Disturbi Alimentari di quanto si creda.

Prendiamoci cura gli uni degli altri

È fondamentale che genitori, caregiver e chiunque tenga a cuore il benessere di una persona prestino particolare attenzione quando i propri figli o cari trascorrono lunghe ore in cucina, dedicandosi alla preparazione di svariati piatti senza poi consumarli. Questo comportamento potrebbe costituire un segnale di preoccupazione per il loro benessere emotivo e fisico. L’osservazione di tali abitudini alimentari può aprire la porta a conversazioni importanti e sensibili sulle emozioni, lo stress o eventuali sfide che la persona potrebbe affrontare. 

È essenziale ricordare che il dialogo e il confronto con l’altro possono dare il via ad una grande rete di sostegno. La comprensione e l’empatia sono la chiave nel promuovere il benessere e l’equilibrio nella vita di ciascuno.

L’articolo è stato scritto da Anna, volontaria dell’Associazione

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
Zona Mercato 85038 Senise (PZ)
P.Iva 01779910767