Cosa dire (e cosa non) su cibo, fitness e immagine corporea

cosa dire (e cosa non) su cibo, fitness e immagine corporea

Parlare di cibo, fitness o immagine corporea è, come per altri argomenti, estremamente complicato. Questo avviene perché, specialmente per le persone che soffrono di un disturbo del comportamento alimentare (DCA), possono percepire alcune frasi come triggeranti. Una parola di incoraggiamento benintenzionata può infatti essere percepita come qualcosa di negativo. Oppure anche qualcosa di apparentemente innocuo può indurre ansia e panico in chi soffre di DCA.

Perché è importante prestare attenzione al linguaggio?

“Il linguaggio che usiamo quando parliamo di salute, cibo e aspetto è molto importante sia nel contesto dei disturbi alimentari che nella vita di tutti i giorni, perché diventa il nostro linguaggio interiorizzato”, afferma la terapeuta Emily Boyle, di Equip Health. 

“Le parole usate dalle persone care, dagli insegnanti e dai media costituiscono la base delle convinzioni e del dialogo interno dei giovani, quindi dobbiamo essere estremamente attenti a come parliamo di questi argomenti”.

Cosa non dire: qualche attenzione in più quando si parla di corpo e cibo

  • Evitate di parlare negativamente del vostro aspetto o di quello degli altri. Nella nostra società è diventato normale dire cose come “Mi sento grassa con questi vestiti” o “Sono stata cattiva – non avrei dovuto mangiare quello”. Questo tipo di dialogo non fa che rafforzare gli effetti dannosi dei miti della cultura della dieta
  • Evitate di parlare del corpo di qualcuno quando potete, sia che lo intendiate come un complimento o meno. Se volete fare un complimento a qualcuno, concentratevi su altro oltre al corpo. Potete fare i complimenti ad un nuovo taglio di capelli, a come sta un vestito o un colore o alle sue capacità. Siamo stati addestrati a fare complimenti ai corpi, in particolare a quelli delle donne, e dobbiamo sforzarci di smettere di farlo, perché c’è molto di più in una persona oltre al corpo.
  • Evitare di rinforzare o celebrare inavvertitamente i comportamenti disordinati. Spesso, anche inconsciamente, capita di usare frasi come “oggi ho saltato il pranzo perchè ero di fretta” oppure “vabbè, ma domani vado a camminare per smaltire questa buona cena”. Anche quando l’obiettivo di queste frasi non è specificatamente rivolto al controllo del peso e del corpo, chi soffre di DCA potrebbe trovare in loro un rinforzo ai propri comportamenti disfunzionali o ispirazione per iniziarne dei nuovi.
  • Evitare un linguaggio che moralizzi, etichetti o demonizzi il cibo. Non esiste cibo “buono” o “cattivo”: il cibo è solo cibo e ha lo scopo di tenerci in vita. Stiamo attenti a non attribuire categorie di valore al cibo che introduciamo sulle nostre tavole.
  • Evitate di prescrivere a qualcun altro qualcosa che vi fa sentire bene. Indipendentemente dalla persona che si ha di fronte, le discussioni sulle diete e sulla perdita di peso sono raramente utili a chiunque sia coinvolto. Questo avviene perché ognuno ha il proprio corpo e i propri bisogni: non possiamo affidarci ciecamente a ciò che funziona per gli altri.  

Cosa dire e fare per essere più attenti

  • Provate a ripensare a come usate certe parole. La riflessione sui motivi per cui scegliamo di usare una certa parola invece che un’altra è il primo passo per decostruire un pensiero che spesso danneggia altr*. 
  • Cercate di separare la persona dai pensieri sul suo corpo. Le cose più utili e di sostegno da dire a chi ha avuto problemi con il cibo, il peso e l’immagine del corpo sono: “Il tuo valore non è definito da un numero su una bilancia”, o “dai cibi che hai mangiato”, o “dalle dimensioni o dalla forma del tuo corpo”.
  • Provate invece un approccio neutrale rispetto al corpo. Sia che si parli del proprio corpo o di quello altrui, iniziare ad usare un linguaggio legato alla body neutrality è il punto di svolta per iniziare a vedere il corpo per ciò che è, senza valori morali aggiuntivi.
  • Ascoltare! Quando state accanto a persone che si trovano in difficoltà con corpo e cibo, la prima cosa da fare è ascoltarl*. Solo così sarà possibile comprendere quali frasi o quali comportamenti è meglio evitare o incrementare: solo chi ci passa attraverso sa dirti come si sente e di cosa ha bisogno.

Ogni goccia può far nascere un fiume

Quando si convive con un DCA, ogni goccia può far nascere un fiume. Sia in positivo che in negativo, basta poco perché si instaurino dei comportamenti disfunzionali o estremamente buoni.

Per questo motivo, anche il modo in cui parliamo e agiamo conta. Prestare attenzione al linguaggio che scegliamo di usare, a cosa dire e cosa non sul tema del cibo e del corpo, è fondamentale per tutelare le persone a cui vogliamo bene. È un modo per stare accanto, mostrare comprensione e appoggio a coloro che stanno soffrendo. È un modo di mostrare che ci teniamo.

Contenuto a cura di Federica Merli

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