Cosa fare e cosa non fare quando si tratta di Disturbi Alimentari?

cosa fare e cosa non fare quando si tratta di disturbi alimentari

I Disturbi Alimentari (DCA), attualmente sotto il nome di Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA), rappresentano una tra le condizioni più comuni all’interno della popolazione, italiana e non.

In un articolo di Butterfly si evince come oltre 1,1 milioni di persone in Australia soffrano di disturbi alimentari, ma solo una su tre (30%) di queste chiede concretamente aiuto. Questi numeri dimostrano come nel tempo, nonostante si sia registrato un aumento di consapevolezza su questi disturbi, sia  comunque necessaria una comprensione più approfondita della questione. Risultano infatti ancora presenti diverse convinzioni errate non solo su cosa sia un Disturbo Del Comportamento Alimentare e su cosa lo caratterizzi, ma anche cosa significhi per una persona soffrirne e“combattere per due”, contro una parte di se stessi e contro gli altri.

Per contrastare questo fenomeno, infatti, ancora oggi si cerca di incoraggiare chiunque ad essere più coscienti delle proprie azioni e del proprio linguaggio quotidiano, in particolare per quanto riguarda cibo, corpo, aspetto estetico. 

A tal proposito, Butterfly riporta dei punti cardine che potrebbero agevolare la comprensione di una condizione tanto complessa, arricchiti con brevi parti di interviste di diverse persone che, sulla base della propria esperienza, cercano di sensibilizzare su questa tematica e su tutte quelle ad essa affini.

Cosa tenere a mente quando si tratta di DCA?

  1. Ricordare che i Disturbi Alimentari sono una malattia psicologica e, come tale, non hanno un “aspetto” .

Diverse persone con esperienza diretta hanno riportato come, purtroppo, uno dei più grandi equivoci sia quello di attestare alla presenza del disturbo l’effettivo cambiamento corporeo, associando poi la guarigione ad un ripristino del peso iniziale della persona. In questa situazione ci si dimentica che il vero lavoro, nonché il “cambiamento” tanto bramato, sia legato ad una variazione nello stato di sofferenza della persona, con l’obiettivo che esso si evolva verso una definitiva  risoluzione.

“Il più grande equivoco è quello di considerare come i disturbi alimentari ‘sembrano’ in un certo modo (….) ma non puoi dire se qualcuno ha un disturbo di questo genere solo guardandolo (…)”.

 – Jemma, 34

“Il più grande equivoco era che i miei cari davano per scontato che “peso ripristinato” o “clinicamente stabile” = guarito. Non era assolutamente così! (…. ) Non capivano che si trattava principalmente di una malattia mentale che poteva avere o meno segni fisici. (…) I pensieri disordinati, le compulsioni e le paure nella mia testa erano ancora gli stessi, anzi, se non altro, ora erano più forti perché il pronto soccorso non aveva ottenuto ciò che voleva lasciandomi senza soccorso. Smettevano di aiutarmi o di controllare come stavo. Per favore, per favore ricordate che è una malattia mentale, l’aspetto estetico può non c’entrare nulla: non puoi vedere un disturbo alimentare con gli occhi, e questo perché essendo una condizione psicologica,  non puoi vedere cosa sta succedendo nella testa di qualcuno. Pensare di poterlo fare rende solo più difficile l’esistenza a tutti coloro che lottano per ricevere aiuto”.

– Sophie, 25

  1.  Non ci sono distinzioni

Si deve tenere a mente che i Disturbi Del Comportamento Alimentare non fanno distinzioni. Essi possono colpire chiunque, a prescindere da età, sesso, corporatura/peso, orientamento sessuale, etnia o condizione socioeconomica.  È fondamentale, dunque, non dare per scontato che ne soffrano solo adolescenti e, soprattutto, non è detto che ne sia colpito solo il sesso femminile!

  1. Ricorda che non si tratta solo di cibo 

I Disturbi Del Comportamento Alimentare spesso emergono come un modo per affrontare sentimenti, situazioni o traumi difficili. Può essere utile conoscere i fattori che contribuiscono allo sviluppo di tale condizione clinica e tutto questo con l’affiancamento di un valido professionista del settore. 

“L’idea sbagliata che mi ha colpito di più è che il mio disturbo alimentare fosse tutto cibo ed esercizio fisico e che se avessi semplicemente mangiato sarei guarita. La mia restrizione alimentare e l’esercizio fisico compulsivo erano solo sintomi di una malattia mentale basata sull’ansia e sul bisogno di controllo”.

-Lily, 27

  1.  È importante tenere a mente di come non si tratti mai di una scelta

“L’idea sbagliata più grande che mi ha colpito è che questa condizione viene vista come se si trattasse di una scelta e che, come tale, si colloca al di fuori dell’impatto della vera potenziale ragione dell’esordio, che può essere legato a trauma, PTSD, depressione, ansia ecc. e/o situazioni personali. La mancanza di comprensione del perché si verificano i disturbi alimentari e di cosa li sostiene crea una vergogna ancora maggiore”.

-Jemma, 34

Cosa evitare di fare quando si tratta di Disturbi Alimentari?

  1. Farsi seguire da professionisti che seguono stereotipi e che si legano solo alla questione del peso corporeo. Questo dimostra dunque di non avere sufficienti (e corrette!) basi sulla condizione del Disturbo
  1. Non associare la condizione estetica del Disturbo alla guarigione

“Per favore, non liquidate il fatto che ho un disturbo alimentare solo perché non ho un corpo più gracile e attualmente ho un aspetto ‘sano’.”

– Rachel, 33

  1. Non commentare mai l’aspetto fisico di qualcuno, ancor più se è presente la condizione di Disturbo Alimentare

In questa maniera si  trasmetterebbe il messaggio che il corpo di una persona abbia un certo valore solo solo in riferimento all’estetica. Nello specifico, tra le situazioni più comuni c’è quella di celebrare e congratularsi per aver raggiunto un corpo molto magro, associato all’ideale estetico estremo.

  1.  Non credere mai che l’aspetto estetico definisca il tuo valore come persona 

Questo purtroppo ha origine dai commenti, negativi e non, a cui la società e i nostri contesti di vita (familiare, relazionale ecc.) ci espongono costantemente. Tu non sei il tuo corpo, ma ti servi di quest’ultimo per vivere, qualunque sia il suo aspetto e la sua forma! 

  1. Non perpetuare o seguire tutte le bugie insidiose della cultura della dieta. In questo modo si rischia di rafforzare non solo il terrorismo psicologico, ma tutto questo rende più difficile la guarigione. 

“Le persone intorno a me pensavano che il mio disturbo alimentare fosse una scelta. All’inizio, nascondevo/proteggevo il mio disturbo alimentare insistendo sul fatto che stavo solo “cercando di essere più sana”. Sono stata elogiata perché sembravo “mangiare sano” e “dare valore al fitness”. Le persone si complimentavano per il mio aspetto mutevole. Ha solo alimentato il disturbo alimentare… [e] ha anche reso difficile rinunciare: non solo mi è stato chiesto indirettamente di rinunciare alle mie “altre capacità”, ma di perseguire solo  l’accettazione e l’ammirazione che solo gli altri potevano darmi”. – Sophie, 25 anni

L’articolo è stato scritto da Chiara, volontaria dell’Associazione

Contenuto a cura di Animenta

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Pasta Secca 500g

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Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

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1302 kj

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13,00 g

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67,2 g

Grassi

0,5 g

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