Nella società contemporanea, l’attenzione sull’aspetto fisico e la percezione sociale di sé stessi ha assunto un ruolo sempre più importante importante. Questo apre un dibattito per approfondire la differenza tra “essere in forma” e “apparire in forma”.
Essere è diverso da apparire
Il concetto di “essere fit” spesso si scontra con l’immagine idealizzata e stereotipata di “apparire fit“.
L’apparenza può essere plasmata e manipolata attraverso abiti, trucco e filtri digitali. La salute e la forma fisica, invece, hanno a che fare con l’adozione di uno stile di vita sano attraverso il raggiungimento di un equilibrio tra alimentazione, attività fisica, benessere psicologico e sociale.
Infatti forma fisica e salute possono essere definite diversamente: la prima descrive la capacità di eseguire un determinato esercizio fisico, la seconda spiega lo stato di benessere di una persona dove i sistemi fisiologici lavorano in armonia (Maffettone et al., 2016)
Treccani definisce la salute come uno “Stato di benessere fisico e psichico, espressione di normalità strutturale e funzionale dell’organismo considerato nel suo insieme; il concetto di salute non corrisponde pertanto alla semplice assenza di malattie o di lesioni evolutive in atto, di deficit funzionali, di gravi mutilazioni, di rilevanti fenomeni patologici, ma esprime una condizione di complessiva efficienza psicofisica.”
Efficienza psicofisica che, in effetti, vorrebbe dire la capacità del nostro organismo di fare fronte alle richieste dell’ambiente e del nostro stesso corpo. Ed è innegabile che questo possa essere facilitato da uno stile di vita attivo e una dieta equilibrata. Questo include l’esercizio regolare, la gestione dello stress, il riposo adeguato e altre pratiche che contribuiscono alla salute complessiva (essere fit).
Ma ciò non si traduce, sempre, nell’avere un corpo che rispecchia gli ideali di bellezza definiti dalla società (apparire fit). “Apparire fit”, infatti, riguarda l’aspetto esteriore e può non riflettere necessariamente il vero stato di salute. Si può “apparire fit” senza essere necessariamente sano.
Essere fit e apparire fit: perchè possono non coincidere
La società in cui viviamo è permeata da immagini di corpi scolpiti, senza discrepanze e con muscoli ben definiti che spesso fungono da standard irraggiungibili. Tuttavia l’essere in forma va oltre il mero aspetto esteriore e non sempre essere in forma si traduce con l’apparire in forma. Essere fit e apparire fit possono, infatti, non coincidere per diverse ragioni, tra cui la composizione corporea, la genetica, la tipologia di allenamento e la salute mentale.
Ad esempio, una persona potrebbe avere un’elevata percentuale di grasso corporeo nonostante sia in forma dal punto di vista della forza, resistenza e salute generale. In questo caso, potrebbe non apparire esteticamente in forma, ma potrebbe avere una buona salute fisica. Così come le predisposizioni genetiche influenzano la forma del corpo e la distribuzione del grasso. Qualcuno potrebbe essere naturalmente magro o avere una struttura corporea diversa, anche se è in buona salute e in forma.
Ma anche le abitudini di allenamento possono influenzare la forma del nostro corpo: una persona, infatti, potrebbe concentrarsi principalmente sull’allenamento per la forza, migliorando la salute muscolare e ossea, ma potrebbe non essere enfatizzato un aspetto estetico particolare. In questo caso, la persona potrebbe essere fit ma non apparire particolarmente scolpita o muscolosa. Oppure, qualcuno potrebbe impegnarsi in attività fisiche non convenzionali che non si traducono necessariamente in una forma fisica estetica, ma che contribuiscono comunque alla salute generale.
In più, le persone potrebbero svolgere attività fisica ed essere in salute indipendentemente dal raggiungere un determinato obiettivo estetico, prendendosi maggiormente cura degli aspetti interni e del benessere psichico piuttosto che assecondare la pressione sociale di rientrare in uno specifico standard di bellezza imposto dalla società!
L’inganno dell’apparenza
La società odierna, guidata spesso da canoni estetici irrealistici, può indurre le persone a concentrarsi esclusivamente sull’apparenza esteriore a discapito della salute reale. Il culto del corpo perfetto può portare a scelte alimentari estreme, regimi di allenamento eccessivi, all’utilizzo di metodi di compensazione e persino all’uso di sostanze per la perdita di peso o l’aumento della massa muscolare, tutto in nome di un’immagine ideale e stereotipata.
Infatti, seppure i corpi “fit” vengono spesso interpretati come prototipo di sanità e benessere, in alcuni casi celano un importante disagio psico-fisico. Questo è il caso della Vigoressia, disturbo caratterizzato da una dipendenza patologica per l’esercizio fisico, che si manifesta nel momento in cui una persona continua a praticare sport nonostante abbia già superato i propri limiti definiti da sforzo, stanchezza e noia (Valea, 2016).
Le persone con vigoressia, sono costantemente preoccupate per il proprio aspetto, percependo più magro o meno muscoloso di quanto è realmente o di quanto vorrebbero; così adattano l’attività fisica per raggiungere il prototipo di corpo che reputano perfetto, ma che risulta essere irrealistico, adottando comportamenti decisamente non salutari: spingendo il proprio corpo oltre al limite, dedicando tantissimo tempo allo sport, trascurando progressivamente gli altri aspetti della propria vita, come il lavoro, lo studio, le relazioni sociali e il tempo libero.
Contrariamente a quanto potremmo pensare, questo tipo di disturbo non è così raro: Si stima che coinvolga circa il 10% dei frequentatori delle palestre, sebbene questo dato possa essere sottostimato poiché riconoscere chi ne è affetto non è semplice (Ferrari & Ruberto, 2012).
Indipendentemente dall’aspetto patologico della vigoressia o di altri disturbi legati al dismorfismo corporeo e all’alimentazione, la distorsione tra l’essere veramente in forma e l’apparire tale può avere conseguenze negative sulla salute fisica e mentale, in ognuno di noi.
Una review degli articoli pubblicati negli ultimi 10 anni fino a giugno 2022, che ha analizzato la relazione tra attività fisica e immagine corporea negli adolescenti, ha messo in luce una prevalenza onnipresente di immagine corporea insoddisfacente, anche se più pronunciata nei paesi occidentali, con una tendenza concorrente all’inattività e al sovrappeso. Questo quadro implica un alto rischio di diffusione di disturbi alimentari (Gualdi-Russo et al; 2022).
In conclusione si può affermare che, la pressione sociale per conformarsi agli standard estetici può generare, infatti, bassa autostima, ansia, depressione e disturbi del comportamento alimentari.
Bibliografia
Ferrari, E. & Ruberto, M.G. La bigoressia o dismorfia muscolare: una nuova patologia emergente [Versione online]. Bollettino della Società Medico Chirurgica di Pavia, 2012. 125(2):373-377.
Gualdi-Russo E., Rinaldo N., Zaccagni L. Attività fisica e percezione dell’immagine corporea negli adolescenti: una revisione sistematica, 2022. 19(20): 13190.
Maffetone P.B., Laursen P.B. Atleti: in forma o malsani?, 2016. 2: 24.
Velea, D. Bigoressia: quando lo sport dà dipendenza. Psicologia contemporanea, 2016. 253: 40-43.
Sitografia
https://www.jennyhendersonpt.com/post/fit-looks-different-on-every-body
https://www.canyonranch.com/well-stated/post/is-it-possible-to-be-fit-and-fat/
https://www.stateofmind.it/2016/10/vigoressia-sport-eccessivo/
https://www.coe.int/it/web/compass/health
L’articolo è stato scritto da Valentina e Selene, volontarie dell’Associazione