Il 15 marzo ricorre la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla per la lotta contro i disturbi del comportamento alimentare (DCA).
Un’occasione per ricordare
L’importanza di istituire un giorno, in questo caso il 15 marzo, per ricordare e sostenere coloro che ogni giorno vivono con i DCA è evidente. Questa giornata nasce grazie al lavoro di Stefano Tavilla, il quale ha perso, il 15 marzo 2011, la figlia Giulia a soli 17 anni, mentre era in lista d’attesa per un ricovero per bulimia nervosa in una struttura specializzata in DCA.
Nel 2018 è stata ufficialmente creata questa giornata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.
La giornata del 15 marzo è un’occasione per ricordare le persone che purtroppo hanno perso la vita a causa di questo grande mostro, coloro che stanno lottando, ma anche coloro che l’hanno conosciuto e sono riuscit* a uscirne.
Un’occasione per informare
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i Disturbi del Comportamento Alimentare rappresentano una delle cause più frequenti di morte nei giovani dei paesi occidentali.
In Italia, i casi sono circa 4 milioni e, negli ultimi decenni, c’è stato un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza, tanto che sono sempre più frequenti le diagnosi in età preadolescenziale e nell’infanzia. Il 59% dei casi ha infatti un’età compresa tra i 13 e 25 anni, il 6% ha meno di 12 anni. Le diagnosi più frequenti sono quelle di anoressia nervosa per il 46%, di bulimia nervosa per il 28% e di disturbo da alimentazione incontrollata o binge eating (BED) per il 15%.
Purtroppo, al giorno d’oggi, c’è ancora tanta disinformazione. Talvolta si pensa che per soffrire di DCA bisogna essere necessariamente sottopeso e non mangiare o che lo si fa per moda, ma non è così. I disturbi alimentari non hanno peso, né età, né genere ma soltanto una grande sofferenza comune.
Inoltre, oltre all’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il binge eating, esistono disturbi alimentari poco conosciuti, chiamati OSFED, quali ortoressia nervosa, vigoressia e ARFID.
Per questi motivi è bene informare chiunque sul tema e abbattere lo stigma creatosi negli anni.
Lotta per l’accesso alle cure
Dopo la pandemia i casi di DCA sono aumentati del 30% e attualmente, in Italia, quasi 4 milioni di persone soffrono di un disturbo alimentare. Molte persone non arrivano alle cure in tempo o vanno incontro a difficoltà diagnostiche: per questo motivo ci potrebbe essere il rischio di un aggravamento della patologia o un’assistenza sanitaria non corretta e tempestiva.
Inoltre, c’è una disomogeneità delle strutture di cura nel territorio nazionale: una carenza significativa è riscontrabile in regioni del Sud Italia, soprattutto per quanto riguarda i livelli di cura intensivi e di emergenza.
La metà delle regioni non ha una rete completa di assistenza. Infatti solo in 9 regioni (Veneto, Lombardia, Lazio, Umbria, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Sicilia e Valle d’Aosta) vi sono servizi specializzati nei quattro livelli di assistenza, i quali dovrebbero prevedere: ambulatori specializzati nei disturbi alimentari, servizi semiresidenziali, servizi residenziali extraospedalieri h24 e infine i servizi ospedalieri. Il Molise non ha alcuna struttura.
Attualmente, in Italia, i posti letti a disposizione per eventuali ricoveri, tenendo conto degli ospedali, delle comunità e dei centri diurni, sono solo circa 900. Di questi l’85% è collocato nel Nord Italia. Per l’assistenza residenziale 24 ore su 24 nel Sud Italia esiste solo il Centro residenziale regionale DCA e del Peso Giovanni Gioia di Chiaromonte che offre assistenza nel territorio di Sicilia, Calabria, Basilicata e parti di Campania e Puglia.
Come possiamo aiutare? Il 15 marzo come spinta all’azione
Come anticipato prima, purtroppo c’è ancora molta disinformazione e poche persone sono realmente a conoscenza di quanto sia difficile lottare contro questa malattia ogni giorno. Le persone probabilmente più sensibili a questo tema sono coloro che ne hanno sofferto in primis oppure coloro che hanno qualcuno di molto vicino che ne soffre o ne ha sofferto.
Di conseguenza è importante iniziare a educare e sensibilizzare di più questo tema che, pur essendo molto difficile da trattare, è fondamentale affrontare. Serve spargere la voce per dare speranza a coloro che soffrono e arrivare a fornire aiuti concreti.
Si può iniziare anche da piccole azioni, per esempio sensibilizzare i DCA nelle scuole, attraverso assemblee di istituto o incontri extrascolastici, partecipare alle manifestazioni, diffondere le proprie conoscenze o esperienze sia nella vita reale che sui social.
Per concludere è importante stare vicino e dare amore, affetto, ascoltare senza giudizi e donare comprensione a chi soffre di disturbi alimentari.
Infatti l’ascolto e la comprensione sono le parole d’ordine, e voglio rivolgermi apertamente a coloro che in questo momento sono in pensiero per un proprio caro: fate sentire la vostra presenza, il vostro appoggio e il vostro amore!
L’articolo è stato scritto da Elisa, volontaria dell’Associazione