Il complesso rapporto tra stili genitoriali e disturbi alimentari

il complesso rapporto tra stili genitoriali e disturbi alimentari

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) sono patologie psichiche complesse, caratterizzate da un’eziologia multifattoriale, risultato dell’interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali. Tra i diversi fattori di rischio, la letteratura scientifica suggerisce un ruolo significativo dei vari stili genitoriali nell’insorgenza e nel mantenimento di queste psicopatologie. 

Ma cosa intendiamo per “stili genitoriali”? 

I quattro diversi tipi di stili genitoriali

Lo stile genitoriale può essere definito come un aggregato di comportamenti e atteggiamenti genitoriali che si presentano nella relazione con i figli. Sono le modalità tipiche di risposta che un genitore mette in atto di fronte alle richieste educative, di accudimento, affettive ed empatiche del proprio figlio.

Prendendo in considerazione due diverse dimensioni, ovvero il livello di controllo e il livello di supporto, gli autori sono soliti distinguere quattro diversi stili genitoriali: 

  • Stile autoritario. Caratterizza i genitori che stabiliscono regole rigide che il bambino deve rispettare senza fare domande; tendono ad essere meno premurosi, mantenendo aspettative elevate e a punire severamente gli errori.
  • Stile permissivo. I genitori permissivi sono affettuosi e amorevoli, mantengono una comunicazione aperta, ma hanno poche aspettative o regole per i figli e raramente impongono disciplina. 
  • Stile autorevole. Combina aspettative chiare e linee guida con una relazione affettuosa e di supporto. I genitori autorevoli spiegano il ragionamento alla base delle regole, incoraggiano la comunicazione aperta e usano la disciplina come strumento di supporto piuttosto che di punizione. 
  • Stile non coinvolto. Questo stile si compone di un basso livello di coinvolgimento emotivo e poche aspettative. I genitori non coinvolti soddisfano i bisogni di base dei loro figli, ma rimangono distaccati e offrono poca guida e disciplina.

L’importanza del ruolo genitoriale

Numerosi studi di Diana Baumrind e contributi recenti hanno messo in luce come gli stili genitoriali incidono fortemente sullo sviluppo emotivo, sociale e cognitivo dei figli e possano predisporre ad una maggiore vulnerabilità allo sviluppo dei DCA. 

Per esempio i bambini cresciuti in un contesto familiare autoritario costituito da regole rigide, aspettative elevate e scarsa espressione di affetto, possono sviluppare un forte bisogno di controllo, perfezionismo, bassa autostima e difficoltà nella gestione delle emozioni, fattori che possono predisporre a disturbi alimentari come l’Anoressia Nervosa o la Bulimia Nervosa. Il controllo esercitato dai genitori sul cibo può essere interiorizzato dal figlio, che a sua volta cerca di controllare il proprio corpo e l’alimentazione. 

Al contrario, un ambiente eccessivamente permissivo potrebbe portare a sviluppare difficoltà nell’autoregolazione e impulsività, spesso associati a disturbi come il Binge Eating Disorder. La mancanza di struttura e di guida può rendere i bambini più vulnerabili a comportamenti alimentari disfunzionali.

Sahota e colleghi, nel 2024, hanno messo in luce come la percezione dello stile del tipo di cure genitoriali ricevute risulta associata sia alla psicopatologia ansiosa che alimentare: in particolare anche in ragazzi sani bassi livelli di cura ed elevati livelli di iper-protettività possono predisporre ad una maggiore vulnerabilità per l’insoddisfazione corporea. 

Non esiste uno stile genitoriale che è “fattore di rischio”

E’ importante sottolineare che non esiste un unico stile genitoriale da considerare “fattore di rischio” per i disturbi alimentari. 

Vi sono diversi atteggiamenti e caratteristiche che possono contribuire a rendere l’ambiente famigliare un contesto stressante: genitori che pongono eccessiva attenzione all’aspetto fisico, al peso o alla forma del corpo possono aumentare il rischio di insoddisfazione corporea; critiche e commenti negativi sull’alimentazione, sul corpo o sul peso fatti con eccessiva leggerezza possono minare l’autostima e l’immagine corporea, aumentando la vulnerabilità. 

Anche un ambiente caratterizzato da difficoltà comunicative, conflitti irrisolti e scarsa coesione può generare disagio emotivo, che può trovare espressione attraverso comportamenti alimentari disfunzionali. 

Dobbiamo ricordare che l’eziologia dei Disturbi del Comportamento Alimentare deriva da una combinazione di fattori e la relazione può essere anche bidirezionale: la presenza di un DCA nei figli può a sua volta influenzare le dinamiche familiari e lo stile genitoriale.

Cosa possono fare i genitori?

  • Promuovere un ambiente familiare positivo e supportivo. Un clima familiare improntato all’affetto, all’ascolto, alla comunicazione aperta e al sostegno emotivo può rappresentare un fattore protettivo. 
  • Incoraggiare un’alimentazione sana ed equilibrata senza focalizzarsi eccessivamente sul peso. È importante promuovere abitudini alimentari sane per tutta la famiglia, senza fare commenti sul peso o sull’aspetto fisico. 
  • Promuovere l’autostima e l’accettazione del proprio corpo, indipendentemente dalla forma o dal peso. 
  • Cercare aiuto professionale se necessario. Se si sospetta che il proprio figlio possa avere un disturbo alimentare, è importante rivolgersi a professionisti specializzati (psicologi, psichiatri, nutrizionisti) per una valutazione e un trattamento adeguato.

La famiglia può agire come fattore protettivo chiave nei DCA, offrendo supporto emotivo, promuovendo una comunicazione aperta e validando le emozioni del ragazzo, arrivando a configurarsi come risorsa fondamentale anche per il benessere e il recupero da queste patologie.

Bibliografia

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L’articolo è stato scritto da Elisa, volontaria dell’Associazione

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