L’influenza del contesto familiare nello sviluppo delle abitudini alimentari

il contesto familiare nelle nostre abitudini alimentari

“Personalmente, il mio disturbo alimentare è  frutto della paura di non voler essere sovrappeso. Questa paura nasce dal fatto di appartenere ad una famiglia fortemente in sovrappeso, con abitudini alimentari molto confuse e basate su fondamenti ideologici.

Con questa paura interiore, ho apportato a mia volta dei cambiamenti alimentari basati su schemi alimentari restrittivi ed eliminatori. Qui grassofobia e diet culture si sono unite per dar vita, assieme a molto altro, al mio disturbo alimentare.”

L’influenza del contesto familiare nelle nostre abitudini alimentari

Fin da neonati cresciamo sotto l’influenza alimentare familiare, circondati da porzioni, orari e abitudini che possono risultare anche malsane e non corrette per il futuro dell’infante.

Numerose ricerche scientifiche hanno evidenziato relazioni longitudinali e reciproche tra il comportamento alimentare di un bambino e le pratiche di alimentazione utilizzate dai genitori.

I bambini imparano cosa, quando e quanto mangiare in base alla trasmissione di credenze, atteggiamenti e pratiche culturali e familiari che circondano il cibo e il mangiare. I comportamenti alimentari mostrano forti associazioni con l’ereditarietà genetica e con l’ambiente fetale. 

Una ricerca del 2022 ha indagato le correlazioni genitore-figlio dei tratti appetitivi. Gli autori hanno dimostrato che i tratti dell’approccio alimentare materno sono positivamente associati ai corrispondenti tratti del bambino, dimostrando la trasmissione intergenerazionale dei comportamenti alimentari.

I bambini imparano imitando i comportamenti dei genitori e della famiglia (modellamento) e questo include anche le abitudini alimentari, le preferenze e gli atteggiamenti verso il cibo. 

Genitori che seguono diete restrittive o che esprimono preoccupazioni eccessive per il peso possono trasmettere questi comportamenti ai figli. Al contrario, genitori che promuovono un’alimentazione equilibrata e un atteggiamento positivo verso il cibo possono influenzare positivamente le abitudini dei figli. 

Come si parla in famiglia influenza il nostro modo di crescere

La comunicazione all’interno della famiglia è altrettanto importante: commenti negativi sul peso o sull’aspetto fisico possono danneggiare l’autostima dei bambini e aumentare il rischio di sviluppare un DCA. 

Al contrario, un ambiente familiare di supporto, che promuove l’accettazione del corpo e l’amore per se stessi, può proteggere i bambini da tali disturbi.

Il contesto familiare è la prima agenzia educativa e, come tale, dovrebbe fornire anche le corrette strategie per gestire e regolare le emozioni. Tra le coping strategies più efficaci possiamo trovare il confidarsi con un adulto di fiducia, fare attività fisica o ricorrere a strategie di rilassamento. Quando questo viene a mancare, in alcune famiglie, il cibo diventa strumento per gestire lo stress, la tristezza o la rabbia. Questo può portare a un’associazione malsana tra cibo ed emozioni. 

L’equilibrio e l’ascolto per delle abitudini alimentari sane

L’alimentazione è un insieme di concetti quali equilibrio e ascolto.

L’equilibrio è un concetto che spesso ci sembra intuitivo, ma la sua realizzazione quotidiana si rivela una sfida. Prendiamo l’esempio dell’alimentazione: l’idea di bilanciare un pasto ricco come la pizza serale con un pranzo leggero sembra logica, ma facilmente scivoliamo nell’errore della “compensazione”.

La “compensazione” ci porta a pensare: “Ho esagerato a cena, quindi ora mi privo di altro”. Questa mentalità genera restrizioni eccessive e un rapporto conflittuale con il cibo. L’equilibrio autentico, invece, è un’armonia sostenibile, non una punizione.

Per trovare questo equilibrio, dobbiamo affinare l‘ascolto interiore:

  • Ascoltare il corpo. Riconoscere i segnali di fame e sazietà, rispettando i bisogni reali del nostro organismo.
  • Ascoltare le emozioni. Comprendere come le emozioni influenzano le nostre scelte alimentari e non solo.
  • Consapevolezza. Essere presenti nel momento, assaporando il cibo e vivendo pienamente l’esperienza del pasto.

Invece di compensare con restrizioni, possiamo adottare un approccio più equilibrato all’alimentazione:

  • Porzioni moderate. Godersi la pizza (o qualsiasi altro cibo) senza eccessi.
  • Accompagnamenti sani. Aggiungere verdure fresche per un pasto completo.
  • Varietà. Assicurarsi che gli altri pasti della giornata includano una varietà di nutrienti.
  • Flessibilità. Concedersi ogni tanto uno strappo alla regola, senza sensi di colpa.

L’equilibrio non riguarda solo il cibo, ma ogni aspetto della nostra vita. L’equilibrio è un percorso continuo, un’arte che si affina con la pratica e la consapevolezza.

Consigli pratici per i genitori

Attraverso un lavoro insieme alla famiglia, è possibile aiutare i ragazzi a sviluppare un rapporto sano nei confronti del cibo e a non vederlo come un nemico. 

  1. Promuovere abitudini alimentari sane: cucinare insieme ai bambini/ragazzi; limitare il consumo di cibi trasformati; pianificare pasti equilibrati e regolari; creare un ambiente piacevole durante i pasti.
  2. Essere modelli positivi: mangiare cibi sani, ma variando sempre; non demonizzare nessun cibo; avere un atteggiamento positivo verso ogni alimento; incoraggiare l’attività fisica regolare.
  3. Evitare commenti sul peso e sul corpo: concentrarsi sulla salute e sul benessere generale; promuovere l’accettazione del corpo. 

I DCA sono disturbi complessi che possono avere gravi conseguenze sulla salute fisica e mentale. Tuttavia, è importante ricordare che sono curabili e che è possibile riprendere il controllo della propria vita. La ricerca di aiuto professionale e il supporto della famiglia sono fondamentali per il recupero.

L’articolo è stato scritto da Elisa e Giuseppe, volontari dell’Associazione

Contenuto a cura di Animenta

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