La mia storia in un castello di carte – Animenta racconta

La mia storia, in realtà, come quella di molte altre persone che hanno sofferto di un disturbo alimentare, inizia in un momento non molto preciso. È difficile individuare l’esatto istante in cui l’anoressia ha iniziato a mangiarmi da dentro, ed è difficile anche determinare un periodo.

Potrei collocarlo forse già alle medie, quando leggevo su internet dei blog pro ana, e in un certo senso mi sentivo affascinata da quel mondo. Mi chiedevo come fosse possibile, per quelle persone, avere tanto autocontrollo. Io amavo (e amo tuttora) mangiare, ero una grande fan dei dolciumi sul divano, della pizza a merenda e dei pranzi da nonna.

Ho capito solo più tardi che il cibo, con quelle persone che gestivano quei blog malati, non aveva molto a che fare. 

L’ho realizzato quando ho iniziato a sentirmi un peso addosso che non era quello del mio corpo fisico, ma un altro, qualcosa di più interno che però mi faceva stare male. E io volevo liberarmene. E la strada più corta era quella di mangiare poco, così quel macigno non lo avrei sicuramente più sentito e sarei riuscita a respirare. All’inizio è stato così, è stata davvero una boccata d’aria. L’aver preso il controllo sull’unica cosa che in un periodo di decreti, di obblighi, di divieti, poteva rimanere mia e solo mia, mi faceva sentire sicura.

Così, a ottobre 2020, quando tutto il mondo era nascosto dentro le proprie quattro mura, io mi ero rifugiata in un castello di carte, costruito, però, per farmi cadere. Al mio posto è subentrata una persona dalle parvenze fragili, dagli occhi vuoti e da una voce odiosa. “Andate via” urlava, ad ogni richiesta di aiutarla. Non voleva nessuno, si bastava da sola.

Nel mentre, io correvo spensierata nel mio castello di carte, sola, ma mi accorgevo che ogni tanto qualcuna di queste cadeva giù.

E così una carta cadeva quando sentivo mia madre che, preoccupata, parlava al telefono con mia zia di me.

E un’altra quando mia nonna mi toccava le braccia e mi chiedeva cosa mi fosse accaduto.

E un’altra ancora quando dopo 3 mesi il ciclo non tornava.

E ancora, quando la mia professoressa di italiano ha chiesto ai colloqui se stessi bene, mi vedeva tanto dimagrita.

Piano piano sono cadute tutte e io mi sono ritrovata per terra, con l’altra persona dagli occhi spenti che fingeva di vivere la mia vita. Finché un giorno ho deciso di tornare a prendere il mio posto. Ho chiesto aiuto, l’ho detto a mio padre: “Ma non mi vedi? Io non sto bene”, in una scenata accaduta per chissà quale sciocchezza. E così piano piano ho iniziato a sbloccarmi, a dirlo anche a mia mamma, a mia sorella, al mio ragazzo, alle mie amiche. E poi dalla psicologa, dalla nutrizionista. Ho ricominciato a riprendermi la mia vita e a bruciare quelle carte, che ormai erano cadute.

Non è stato, e non è tuttora semplice, a volte mi sembra di voler tornare in quel castello, ma poi mi ricordo il dolore che provavo al crollo di ogni carta e allora vedo il motivo per cui lo sto facendo: piano piano arriverò a vederle tutte fumare e svanire, ne sono sicura.

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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