La collaborazione tra enti profit e non profit impegnati nella lotta ai DCA rappresenta un’opportunità unica per moltiplicare gli sforzi e massimizzare l’impatto sociale. Unendo le competenze specifiche di ciascuna realtà, è possibile sviluppare nuove strategie innovative per prevenire, trattare e sostenere le persone affette da questi disturbi.
Questa sinergia può portare a una maggiore efficacia nell’erogazione di servizi, alla creazione di risorse e strumenti più accessibili e alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Il contesto storico attuale
Viviamo in un’epoca caratterizzata da una crescente fragilità, sia a livello individuale che collettivo. Le persone, le famiglie e le istituzioni sono sempre più esposte a shock economici e sociali.
Questa fragilità è amplificata dall’interconnessione dei sistemi economici, sociali e sanitari, che rende ogni crisi più profonda e pervasiva.
È evidente che il nostro modello di sviluppo attuale non è più sostenibile.
Abbiamo bisogno di modelli, di protezioni e di comportamenti nuovi, anche sul piano sanitario!
Nessuno può salvarsi da solo
I bisogni sociali e sanitari odierni richiedono risposte integrate e innovative. Per soddisfare queste esigenze, è fondamentale un approccio multidisciplinare che coinvolga diverse figure professionali, istituzioni e organizzazioni.
La collaborazione tra pubblico e privato e tra profit e non-profit, unita allo sviluppo di strumenti finanziari e di gestione innovativi, è la chiave per affrontare le complessità del nostro tempo. Solo così potremo costruire un sistema di welfare più efficace e resiliente.
Il progresso è sempre il frutto di sinergie tra diverse discipline, istituzioni e attori sociali. In un mondo interconnesso e complesso come il nostro, le sfide più pressanti richiedono soluzioni collaborative. La scienza, la scuola, l’università, le imprese e il terzo settore devono lavorare insieme, integrando le proprie competenze e risorse, per affrontare le sfide economiche, sociali e sanitarie.
Solo attraverso una collaborazione proattiva e costruttiva potremo realizzare progetti di alto impatto e costruire un futuro sostenibile per tutti.
I benefici principali
La collaborazione tra enti profit e non-profit nel campo dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) è di fondamentale importanza per diversi motivi:
- Integrazione di competenze. Gli enti profit, come le aziende farmaceutiche o le aziende tecnologiche, apportano competenze specialistiche in ambito scientifico, tecnologico e di marketing, mentre gli enti non-profit offrono una profonda conoscenza del mondo dei DCA, delle esigenze dei pazienti e delle loro famiglie, nonché un’ampia rete di contatti sul territorio. L’unione di queste competenze permette di sviluppare progetti innovativi e più efficaci.
- Aumento della visibilità. Le partnership tra profit e non-profit aumentano la visibilità dei DCA, contribuendo a demistificare il tema e a ridurre lo stigma associato a questi disturbi. Le aziende, grazie alla loro capacità di comunicare e raggiungere un vasto pubblico, possono diffondere informazioni corrette e sensibilizzare l’opinione pubblica. Inoltre, grazie alle attività che le non-profit realizzano sul territorio, anche il nome delle aziende che le sostengono otterrà maggior visibilità.
- Sviluppo di nuovi strumenti e servizi. La collaborazione può portare alla creazione di nuovi strumenti terapeutici, app, programmi di prevenzione e servizi di supporto, grazie all’investimento di risorse economiche e all’utilizzo di tecnologie innovative.
- Maggiore impatto sociale. Unendo le forze, gli enti profit e non-profit possono raggiungere un numero maggiore di persone e avere un impatto più significativo sulla prevenzione e il trattamento dei DCA. Allo stesso tempo, supportare una non-profit permetterà alle aziende di ottenere punteggi più alti di valutazione grazie proprio all’impegno sociale che portano avanti.
- Sostenibilità economica. Le partnership possono garantire una maggiore sostenibilità economica ai progetti, grazie all’apporto di risorse finanziarie da parte delle aziende.
- Innovazione. La collaborazione tra mondi diversi stimola l’innovazione e la sperimentazione di nuove soluzioni.
Le 6 fasi di una partnership efficace tra profit e non-profit
- Identificazione degli obiettivi comuni. Entrambe le parti devono definire in modo chiaro e condiviso gli obiettivi che si vogliono raggiungere con la partnership. È inoltre fondamentale che i valori e la mission delle due organizzazioni siano allineati per garantire una collaborazione duratura e fruttuosa.
- Analisi delle risorse e delle competenze. È necessario fare un’analisi dettagliata delle risorse disponibili, sia in termini di risorse finanziarie che di competenze specifiche.
- Sviluppo di un piano d’azione. Sviluppare un piano dettagliato delle attività da svolgere, individuando i responsabili e le tempistiche. Successivamente sarà fondamentale definire gli indicatori di performance per misurare il successo del progetto e valutare i progressi.
- Creazione di un budget condiviso. La quarta fase prevede la definizione di un budget condiviso, tenendo conto delle esigenze di entrambe le organizzazioni, e l’individuazione di meccanismi di controllo per monitorare l’utilizzo delle risorse.
- Comunicazione e collaborazione continua. Per facilitare lo scambio di informazioni e la risoluzione dei problemi, verranno organizzati incontri regolari come strategie di comunicazione efficaci che permettano di fare il punto della situazione e prendere decisioni congiunte.
- Valutazione. Al fine di utilizzare i risultati delle valutazioni ad altre situazioni e migliorare così le attività future, sarà fondamentale valutare costantemente l’impatto del progetto sugli obiettivi prefissati.
Se sei a capo di un’azienda o di una realtà profit e vuoi collaborare con Animenta, visita la pagina dedicata: insieme possiamo attuare enormi progetti!
L’articolo è stato scritto da Elisa, volontaria dell’associazione