In questo articolo verrà approfondita la Pica, un Disturbo dell’Alimentazione molto diffuso, di cui tuttavia la collettività conosce ancora molto poco. La Pica è stata classificata come un Disturbo dell’Alimentazione dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5).
Ci sono diversi Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) e sono molti di più rispetto a quelli che sono comunemente noti alle persone.Tra i più conosciuti troviamo sicuramente l’Anoressia nervosa e la Bulimia nervosa. Tuttavia, oltre a questi, ce ne sono altri, molto spesso sconosciuti o ignorati, ma altrettanto meritevoli di attenzione.
La Pica, in particolare, è un disturbo che può essere presente in diverse fasi della vita, compresa l’infanzia.
Che cos’è la Pica?
L’attuale versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali definisce la Pica come l’ingestione persistente di sostanze non nutritive per un periodo di almeno un mese, che è inadeguata allo sviluppo dell’individuo e non fa parte di una tradizione culturale.
I pazienti affetti da pica tendono a ingerire materiali di diverso tipo, come per esempio la carta, l’argilla, la sporcizia, i capelli, il gesso, lo spago, la lana. A seconda del materiale ingerito, questo disturbo assume una nomenclatura diversa: geofagia nel caso di ingestione di argilla e terra, xilofagia nel caso del legno, tricofagia nel caso della lana e dei capelli, coniofagia nel caso della polvere e così via.
La pica era nota già ai Greci e ai Romani. È stata descritta per la prima volta in un libro di medicina del 1563, in cui si trattava la geofagia nelle donne in gravidanza e nei bambini.
Secondo le attuali definizioni di pica, poiché l’ingestione di sostanze non alimentari è frequente in gravidanza, la pica non dovrebbe essere diagnosticata nelle donne incinte, a meno che non causi problemi di salute.
Inoltre, questo comportamento patologico si protrae oltre alla normale fase evolutiva di occasionale masticazione e ingestione di diverse sostanze a scopo sperimentale che si manifesta nei bambini piccoli. Per questo motivo non viene mai diagnosticata al di sotto dei 2 anni di età, quando è possibile che i bambini tendano ad ingerire una varietà di oggetti.
Da dove deriva il nome?
Il termine “pica” deriva dal nome latino della gazza, un uccello che si dice abbia una propensione a mangiare quasi tutto in maniera indiscriminata. La pica si riferisce infatti al desiderio persistente e compulsivo di ingerire sostanze che solitamente non sono commestibili.
Dove e quanto è diffusa?
La pica è presente in tutto il mondo e la sua prevalenza è maggiore nelle donne in gravidanza e nei bambini, soprattutto nei maschi, anche se può coinvolgere entrambi i sessi.
Nonostante la sua scarsa notorietà, la pica è un disturbo piuttosto frequente, che però purtroppo spesso non viene diagnosticata dai medici o non viene segnalata dai genitori o dai pazienti stessi.
Da cosa è causata?
Non è stato possibile trovare un’unica causa che porti allo sviluppo di questo disturbo, dal momento che questa condizione è spesso associata a numerose problematiche tra loro diverse e, in molti casi, non correlate fra loro. In generale, come ogni DCA, la matrice è comunque multifattoriale.
Molteplici studi hanno riportato una maggiore frequenza fra i bambini provenienti da aree affette da povertà e anche tra le famiglie più numerose.
Spesso la pica è associata a problemi inerenti alla relazione mamma-bambino, per esempio a causa di una mancanza di un buon rapporto tra i due, dovuta magari ad un problema emotivo della madre stessa o anche per esempio ad una situazione di abbandono. In molti casi, la masticazione di materiale di diverso genere serve proprio ad alleviare la condizione di ansia e di stress che queste situazioni familiari possono comportare.
Comorbidità
Nonostante questo, la pica è stata anche riscontrata in associazione a differenti patologie, per esempio è risultata comune nei soggetti affetti da disturbo dello spettro autistico, deficit di attenzione, iperattività, schizofrenia, disturbo ossessivo compulsivo e depressione ().
Le evidenze scientifiche mostrano anche un’associazione fra lo sviluppo di questo Disturbo Alimentare e la presenza di carenza di ferro. Ci si è chiesti che cosa si manifestasse prima, se una o l’altra condizione ed è stato ipotizzato che la carenza di ferro potesse indurre l’ingestione di argilla, ma allo stesso tempo, la geofagia stessa può portare a un deficit di ferro, in quanto i minerali presenti nel suolo possono legare il ferro nel tratto gastrointestinale, riducendone così l’assorbimento.
Per quanto riguarda le manifestazioni cliniche, queste variano in base alla sostanza che viene ingerita e alle eventuali complicazioni.
Ci sono dei bambini che appaiono malnutriti, che manifestano un ritardo nello sviluppo o che avvertono dolori addominali in caso di ingestione di grandi quantità di sostanze non commestibili.
In presenza di anemia, si può manifestare una condizione di pallore. Inoltre, la pica può causare l’ostruzione gastrointestinale con perforazione di stomaco e intestino, avvelenamento da metalli pesanti, infezioni come la toxoplasmosi e la toxocariasi.
Come si può guarire?
Al momento non ci sono trattamenti specifici per questo disturbo. Si cerca di modificare le abitudini comportamentali e di trattare eventuali carenze nutrizionali e altre complicazioni.
Qualsiasi sia la causa che porta allo sviluppo di questo disturbo, è molto importante fare attenzione e intervenire nel caso in cui si notino questi comportamenti, segnalandoli agli opportuni professionisti senza il timore o la vergogna di essere giudicati, sensazioni spesso comuni per chi soffre di DCA.
La psicoterapia, oltre ad eventuali interventi di natura più medica, può essere infatti utile non solo nell’individuazione dei sintomi, ma anche nel trattamento della patologia affinchè si possano ristabilire delle tipiche condotte alimentari.
L’articolo è stato scritto da Beatrice, volontaria dell’Associazione
Bibliografia:
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