“Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane“.
Così inizia “Giudizi universali” di Samuele Bersani, una delle canzoni preferite di Lucrezia.
Tutto il testo merita, ma Lucrezia vuole concentrarsi su questa frase.
Nonostante la frase sia scritta per parlare di un amore difficile, per lei rappresenta in maniera nuda e diretta quella che è la convivenza con un Disturbo del Comportamento Alimentare.
Il pane non è solo cibo
Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane. Non c’è modo più semplice e allo stesso tempo crudamente vero per dirlo.
Il pane. Il cibo è la cosa più semplice dell’esistenza di un essere vivente. Il cibo È l’essere vivente. Un umano, un gatto, una formica, nasce e sa che deve mangiare per vivere.
Un batterio, che non ha nemmeno un sistema nervoso per rendersi conto di esistere, sa che deve mangiare per farlo. L’animale vive per procurarsi cibo, e si procura cibo per vivere. Il pane è il cibo più semplice che l’essere umano conosce. Persino l’uomo più povero conosce il sapore del pane.
Il pane è così semplice che lo mangi con tutto.
È il cibo più semplice e il cibo è la più semplice delle cose, quindi è la più semplice della più semplice delle cose.
Semplicità. Eppure. Troppo cerebrale. Si può complicare il pane. Succede un giorno che il pane non è più pane.
Il pane diventa un numero.
Il pane diventa un numero, o tanti numeri, e si sa che i numeri sono complicati.
Prima grammi, poi calorie
Prima grammi. Poi calorie. E dopo passi, i passi che devi fare per togliere quel pane da dentro di te, perché nel momento in cui non è più pane, ma si complica, diventa difficile tenerlo dentro.
Non te ne sei reso nemmeno conto, ma è diventata una cosa cerebrale. Non è più solo pane, ma non è neanche più solo numeri. È rabbia. È dolore. È frustrazione.
È solitudine, depressione, paura. È chi ti è stato troppo vicino o chi non c’è stato mai. È tutti i giorni che ti sei sentito inadeguato, di troppo, sbagliato. È diventato un pomeriggio della seconda media passato a piangere. Ma tu non lo sai, continui a vedere pane e numeri. E ne hai terrore.
Troppo cerebrale, si è complicato il pane. Ma si può star bene senza complicare il pane.