I disturbi alimentari rappresentano una complessa interazione tra fattori biologici, psicologici e sociali. Tra le componenti psicologiche più insidiose e diffuse, i sensi di colpa e le pratiche di compensazione assumono un ruolo centrale, influenzando significativamente la traiettoria della patologia e la possibilità di recupero.
I sensi di colpa nei disturbi alimentari
I sensi di colpa sono emozioni complesse che si manifestano quando un individuo percepisce di aver violato norme morali, sociali o personali. Nel contesto dei disturbi alimentari, essi sono spesso collegati a comportamenti alimentari considerati “devianti” o “immorali”, come il consumo eccessivo o la restrizione alimentare.
I sensi di colpa possono derivare da pressioni culturali, perfezionismo, bassa autostima o traumi. In molti casi, rappresentano una strategia di autocontrollo o di evitamento di emozioni percepite come negative, più profonde, come ansia o tristezza.
Se da un lato possono temporaneamente alleviare l’ansia, dall’altro alimentano un circolo vizioso di auto-critica, vergogna e comportamenti compensatori, come il vomito o l’uso eccessivo di lassativi, tipici della bulimia nervosa.
Le compensazioni come risposta ai sensi di colpa
Le pratiche di compensazione sono comportamenti adottati per “riparare” il danno percepito causato dai sensi di colpa. Nei disturbi alimentari, queste includono vomito autoindotto, esercizio fisico eccessivo, digiuni o l’uso di lassativi.
Le compensazioni sono spesso un tentativo di ristabilire un senso di controllo e di ridurre il disagio emotivo. Tuttavia, rafforzano la dipendenza da comportamenti disfunzionali e impediscono il normale processo di recupero. Oltre ai danni fisici (danni gastrointestinali, squilibri elettrolitici), le compensazioni mantengono e rafforzano le distorsioni cognitive e comportamentali associate ai disturbi alimentari.
Come gestire sensi di colpa e compensazioni: strategie efficaci
La gestione di questi aspetti richiede un approccio multidisciplinare, integrando terapia psicologica, educazione alimentare e supporto medico.
- Percorso terapeutico: aiuta il paziente a riconoscere e modificare i pensieri disfunzionali legati ai sensi di colpa e alle compensazioni, sviluppando strategie di coping più sane.
- Mindfulness e accettazione. Tecniche di mindfulness aiutano a sviluppare una maggiore consapevolezza delle emozioni e dei pensieri, riducendo la tendenza a giudicarli e a reagire impulsivamente con comportamenti compensatori.
- Educazione e supporto nutrizionale. Un’adeguata educazione alimentare e un supporto da parte di un dietista possono ridurre la paura di perdere il controllo e favorire un rapporto più equilibrato con il cibo.
- Lavoro su autostima e perfezionismo. Interventi psicosociali mirati a migliorare l’autostima e a ridimensionare le aspettative perfezionistiche sono fondamentali per ridurre la frequenza di sensi di colpa.
- Gestione del senso di colpa attraverso tecniche di ristrutturazione cognitiva. Lavorare sulla ristrutturazione dei pensieri disfunzionali permette di ridimensionare il senso di colpa, sostituendo le interpretazioni negative con altre più realistiche e compassionevoli.
Prevenzione e ruolo della famiglia e della rete sociale
Il supporto familiare e sociale è cruciale. Educare i familiari sui meccanismi dei disturbi alimentari e sul modo di supportare senza rinforzare comportamenti disfunzionali può fare la differenza nel percorso di recupero.
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L’articolo è stato scritto da Giovanna, volontaria dell’Associazione



