In questo articolo viene approfondito il tema della ricerca dell’identità in relazione a quello dei Disturbi della Nutrizione e Alimentazione (DNA) attraverso il prezioso contributo della Dott.ssa Serena Saraceni, medico psichiatra che ha risposto ad una serie di domande, di seguito riportate.
L’identità ci è data una volta per tutte oppure no?
Possiamo dire che, pur essendo centrale nell’età adolescenziale, la formazione dell’identità è un processo trasversale che occupa tutta la vita dell’individuo.
Quando si parla di identità, la teoria di Erikson rimane quella dominante, seppur ampliata in tempi recenti da altri studiosi.
Erikson (1968) riteneva infatti che i semi dell’identità fossero piantati già nell’infanzia, quando il bambino si riconosce come un essere unico e separato dai suoi genitori: questo passaggio gli consente di costruire una serie di aspettative su ciò che desidera essere e fare.
Durante l’adolescenza si attraversa il fulcro dello sviluppo di una chiara identità personale, conciliando sia i bisogni personali che le aspettative sociali: gli adolescenti cercano infatti risposte a domande relative a chi sono e a chi vorrebbero diventare in diversi ambiti della vita (aspirazioni, relazioni, credenze religiose, valori). Vivono un passaggio da uno stato di “Confusione di identità” (un senso di incoerenza o incertezza nella propria idea di sé e dello scopo della vita) ad una “Sintesi dell’identità” (un senso di identità e continuità del sé, verso il raggiungimento di una serie di ideali, valori e obiettivi autoidentificati).
Tuttavia, lo sviluppo dell’identità non termina con l’adolescenza, ma diventa un aspetto in evoluzione durante il resto della vita. Nella giovane età adulta (25-39 anni) si sviluppano e ridefiniscono alcuni aspetti dell’identità legati alle scelte vocazionali, politiche, religiose e relazionali. Successivamente (40-65 anni e oltre), gli individui iniziano a vivere un cambiamento della prospettiva del tempo, ridefinendo aspetti identitari legati alle aspirazioni e ai ruoli sociali.
Quali fattori concorrono alla costruzione dell’identità e che ruolo ha il corpo in tutto questo?
Nel processo di formazione dell’identità si mescolano vari fattori socioculturali e familiari, tra cui società, famiglia, razza, cultura, opportunità economiche, aspetto fisico, espressione di sé ed esperienze di vita. Tra questi, il corpo rappresenta un fattore centrale di come una persona si definisce e dell’esperienza che ha di sé: il corpo è lo strumento attraverso cui sperimentiamo il mondo, ci relazioniamo con gli altri e conduciamo la nostra vita.
In particolare, durante l’adolescenza si sviluppa un legame intricato tra identità e corpo.
In questo periodo, infatti, si verificano cambiamenti corporei importanti e repentini, come crescita dei peli, sviluppo del seno e cambiamenti nell’accumulo e nella posizione di tessuto adiposo. Gli adolescenti sono molto interessati all’accettazione sociale e alla percezione che gli altri hanno di loro, per cui questi cambiamenti possono dar luogo a sentimenti di insicurezza circa il loro aspetto fisico o almeno ad un’accresciuta consapevolezza di “avere un corpo”: per alcuni l’attenzione sul proprio il corpo e sull’aspetto esteriore possono essere così forti da diventare un aspetto centrale dell’identità.
Che rapporto c’è tra identità e disturbi del comportamento alimentare?
Come detto sopra, immagine corporea e identità sono due aspetti fortemente intricati: il corpo ha un valore fondamentale nel definirsi come persona. Gli studi scientifici hanno osservato una correlazione tra la “Confusione di identità” tipica dell’adolescenza e i disturbi alimentari, che proprio in adolescenza si presentano in maggiore misura. Questa correlazione è bidirezionale: un’identità ancora “confusa” può aumentare la vulnerabilità ai disturbi alimentari, e al contempo questi disturbi possono rendere difficile raggiungere uno stato di sintesi identitaria.
A questo si aggiunge che un’immagine corporea negativa spesso è il primo elemento chiave nell’insorgenza e nel mantenimento dei disturbi alimentari: da questi elementi capiamo come ci possa essere un rapporto molto stretto tra identità e sviluppo di un disturbo alimentare. Per alcune persone il corpo può diventare un aspetto centrale, sproporzionato, della propria identità: quando questo succede, mancano fonti alternative di autostima, rendendo questi individui particolarmente vulnerabili alle prese in giro o al confronto sociale incentrato sull’immagine corporea. Questi eventi vengono vissuti come minacce dirette al loro senso di identità: per queste persone predomina infatti l’aspetto corporeo come “corpo vissuto per gli altri”, per cui la propria identità viene confermata dallo sguardo dell’altro e ridotta all’apparenza esteriore del proprio corpo, elementi che facilitano l’insorgenza di disturbi alimentari.
I Disturbi alimentari sono spesso definiti come una ricerca di identità, una mancanza di riconoscimento. Puoi spiegarci meglio questo concetto?
La ricerca dell’identità coinvolge anche il corpo e l’immagine che abbiamo di questo; inoltre, lo stato di confusione identitaria, tipico dell’adolescenza, aumenta la probabilità di avere un’immagine corporea negativa e di interiorizzare alcuni standard sociali di bellezza e magrezza.
Poiché il peso corporeo può essere controllabile (e purtroppo è ancora culturalmente apprezzato che venga controllato), gli adolescenti possono usare il proprio corpo come una fonte di autodefinizione, dove la spinta alla magrezza in realtà rappresenta una ricerca di individuazione: il corpo può quindi essere usato per rappresentare la propria identità interiore. A sua volta, il disturbo alimentare diventa uno strumento di controllo attivo di sé e della propria identità.
Bibliografia:
- “The self and eating disorders”, A.M. Bardone-Cone et al.
- “Body-Related Attitudes, Personality, and Identity in Female Adolescents with Anorexia Nervosa or Other Mental Disorders”, M. Achermann et al.
- “Identity Development Throughout the Lifetime: An Examination of Eriksonian Theory”, T. Sokol
- “Eating Disorder Symptomatology and Identity Formation in Adolescence: A Cross-Lagged Longitudinal Approach”, M. Verschueren et al.
- “Identity Formation, Body Image, and Body-Related Symptoms: Developmental Trajectories and Associations Throughout Adolescence”, L. Vankerckhoven et al.
- “Identity Development and Social-Emotional Disorders During Adolescence and Emerging Adulthood: A Systematic Review and Meta-Analysis” R. Potterton et al.
- “Identity and Eating Disorders (IDEA): A Questionnaire Evaluating Identity and Embodiment in Eating Disorder Patients” G. Stanghellini et al.
L’articolo è stato scritto grazie al contributo della Dott.ssa Serena Saraceni, medico psichiatra