Ricordo il periodo di inizio terapia, quando sfiorai un peso molto basso.
All’inizio mi chiesero cosa mai sarebbe successo alla mia vita se fossi aumentata di peso. Non sapevo dare una risposta e non ne ho avuta una per le altre successive sedute. A 18 anni raggiunsi il peso. Ero più felice, ma la mente non ha mai avuto il coraggio di ammetterlo. Oggi, a 26 anni, controllo ancora frequentemente quel numero sulla bilancia.
Mi chiedo tutt’ora quanto davvero quel chilo in più possa influire sulla mia vita; quanto pesi in realtà il pensiero altrui su me stessa, come se io fossi davvero un giudizio e non una persona in sé e per sé.
La verità è che chi non ha stima propria cerca negli altri qualcosa a cui aggrapparsi per attribuirsi un dato valore. E non c’è colpa, né vergogna se la tua stima sia invisibile: quando critichi continuamente un bambino, non smette di amarti ma smette di amarsi. E quel pensiero mai smussato diviene con il tempo parte integrante di te fino a che il comportamento genera una dipendenza.
Mi rendo conto, a distanza di anni, che io non sono ciò che gli altri affermano. Io sono una essenza diversa da un’altra. L’unica differenza che ci contraddistingue tutti è la disciplina: con essa sono motivata a ricostruirmi.
Il disturbo del comportamento alimentare mi accompagna ancora. Mi svelgio al mattino sperando sia una giornata positiva in cui la mente riesca a distinguere la fame reale dalla fame d’amore. A volte si cerca di restringere perché equipariamo la leggerezza del corpo con la felicità mentale; si programmano i pasti e gli allenamenti settimanali perché non bisogna assolutamente perdere il controllo.
Eppure, è il desiderio di tenere tutto sotto controllo che ci fa perdere il controllo stesso: quanto vorrei lasciarlo volare via.
Mi chiedo se mai riuscirò a crescere un figlio e a non generare in lui le stesse preoccupazioni. Mi chiedo se potrò godere pienamente della vita e ad essere, soprattutto, una persona con stima di sé. E, anche se spesso credo sia necessario avere una persona al mio fianco, che mi doni quello che tutti chiamano “Amore vero”, credo anche che non bisogna mai cercare di amare solo per aiutarsi ad apprezzare se stessi.
Oggi il mio percorso sta andando avanti, sono in carreggiata, nonostante le mille ricadute. Sono convinta che verrà il momento in cui mi sveglierò senza dover sperare in una giornata positiva perchè sarò certa che lo sarà. Impiegherò tutta me stessa per recuperare la vita che la mia dipendenza non mi hai mai permesso di vivere a pieno. Perciò ora l’unica cosa che desidero è guarire.
L’articolo è stato scritto da Caterina, che ha raccontato la sua storia