Lo sai che uno studio ha riscontrato che le donne passano 4 ore al giorno davanti allo specchio preoccupandosi per il loro aspetto e gli uomini 3 ore e mezzo? E sai che questo tempo corrisponde a 1/6 della loro vita? Si parla di “body checking”: vediamo che cos’è.
Definizione di “body checking”
Per body checking si intende un comportamento di controllo del corpo, di parti di esso e del suo peso. Ne esistono di diverse forme:
- check del peso (controllare il peso, pesarsi)
- check tattili (come, per esempio, prendere in mano le pieghe del corpo)
- check di confronto (confrontare la propria forma fisica o il proprio peso con quelli altrui)
- check di rassicurazione (chiedere ad altri rassicurazioni sul proprio aspetto fisico).
Osservare il proprio riflesso nello specchio, osservare il proprio corpo e controllarne il peso, è qualcosa che tutti fanno quotidianamente. Tuttavia se tale comportamento diventa ossessivo e intrusivo nella quotidianità, allora non è più così normale e non si tratta più solo della necessità di monitorare i cambiamenti del proprio aspetto fisico e del proprio peso, ma di qualcosa di più profondo.
Frequentemente il body checking è associato ai DCA, poiché questo tipo di disturbi portano ad un controllo ossessivo della propria forma fisica e del proprio peso. In questi disturbi è presente la vergogna di mostrare il proprio corpo, ritenuto orribile e imperfetto: il body checking potrebbe essere considerato uno strumento di controllo delle condizioni del proprio corpo e di come appare, per verificare la possibilità di mostrarlo in pubblico.
Spesso chi soffre di disturbi del comportamento alimentare presenta un’ossessione per il body checking, il quale viene effettuato più e più volte per verificare come e quanto la propria forma fisica e il proprio peso si modifichino nel corso della giornata. Spesso si confronta il come appare il proprio corpo e com’è il proprio peso prima dei pasti e dopo i pasti e i risultati hanno effetti a cascata su diversi aspetti della vita psichica e sociale di chi soffre di questi disturbi. Le modifiche del corpo causano sempre (o quasi) insoddisfazione e vergogna del proprio aspetto e dunque nascono sensi di colpa per il cibo mangiato, ricerca di metodi compensativi per fare tornare il corpo a com’era prima di mangiare, vestirsi con abiti che ne nascondano le forme, fino al completo rifiuto di mostrarsi in pubblico.
Body checking e dismorfismo corporeo
Bisogna anche ricordare che i DCA hanno come sintomo il dismorfismo corporeo. Esso consiste nella visione del proprio corpo in un modo in cui non è realmente: appare deformato, più grosso e gonfio di come in realtà sia. Insomma, nei momenti di dismorfismo che soffre di DCA si vede con gli occhi della malattia e non con i suoi.
Fatta questa considerazione quindi, è facile capire come il body checking possa associarsi al dismorfismo corporeo. La persona con disturbi del comportamento alimentare che si guarda allo specchio per fare body checking, in quel momento potrebbe osservarsi con gli occhi di chi soffre di dismorfismo e sviluppare vergogna e senso di colpa per un corpo che in realtà non esiste.
Inutile dire come questi fenomeni siano invalidanti per la vita quotidiana, quanta sofferenza apportino in chi soffre di disturbi del comportamento alimentare e come possano portare al domandarsi come facciano gli altri a mostrare tranquillamente e con spensieratezza il proprio corpo in pubblico.
Come ridurre il body checking?
Un metodo che può aiutare a ridurre i comportamenti di body checking e la terapia CBT-E. Alcuni studi infatti, hanno dimostrato che attraverso tale tecnica è possibile ottenere dei cambiamenti in termini di riduzione della preoccupazione per il corpo e la forma del corpo.
Altre tecniche per ridurre la frequenza del body checking sono:
- Evitare i social per un certo periodo di tempo. Il continuo confronto con le innumerevoli immagini di corpi che girano in rete non aiuta a distogliere l’attenzione dall’aspetto e dalla forma del proprio corpo
- Monitoraggio giornaliero del tempo dedicato al body checking. Rendersi conto del tempo trascorso in quest’attività potrebbe darci una scossa e aiutarci a capire che è necessario diminuire tale comportamento
- Trovare strategie di gestione dell’ansia alternative: dedicarsi ad attività che ci piacciono è un utile modo per distrarsi
- Individuare cosa o quali situazioni portano al body checking e cercare di evitarle
- Parlare con uno specialista se il body checking risulta essere un’attività intrusiva e invalidante per il normale svolgimento della propria quotidianità.
DCA e non solo
Alcuni studi hanno mostrato come il body checking sia un comportamento compulsivo che si presenta anche in altri disturbi oltre che nei DCA . Tra di essi vi sono il DOC (disturbo ossessivo-compulsivo), il disturbo d’ansia, il disturbo da attacchi di panico e il disturbo da dimorfismo corporeo.
Uno studio ha analizzato il livello di ansia di alcuni pazienti affetti da tali disturbi prima e dopo il body checking. I risultati mostrano un calo dei livelli di ansia. La diminuzione dell’ansia potrebbe essere dovuta ad uno stato temporaneo di sicurezza che il body checking apporta. Tuttavia questi risultati confliggono con i risultati di altri due studi, i quali hanno dimostrato un aumento dell’ansia in seguito al comportamento di body checking. Di conseguenza, il body checking è un fenomeno che necessita ancora numerose indagini, ma è un fenomeno che esiste e che può rendere dura la vita delle persone che lo attuano.
Se attui il body checking e credi di avere delle difficoltà con il tuo corpo, chiedi aiuto: non sei sol* e qualcuno sarà lì per darti una mano.
L’articolo è stato scritto da Silvia, volontaria dell’Associazione