Come ogni cosa, anche l’attività fisica può diventare disfunzionale in base alle motivazioni che spingono un individuo ad allenarsi. Infatti, le persone rivestono le cose di significati diversi. Se per alcuni, fare sport consente il raggiungimento di un benessere che coinvolge mente e corpo, per altri può assumere connotazioni meno funzionali e legate ai disturbi alimentari.
Che ruolo può rivestire lo sport quando il rapporto con il corpo e l’alimentazione è turbolento?
Coloro che vivono un rapporto complicato con il corpo e l’alimentazione possono servirsi dello sport in maniera compensatoria (ad esempio, per “eliminare” le calorie ingerite) ed eccessiva.
Invece, altri possono sceglierne l’evitamento (ad esempio, in relazione alla percezione non positiva dell’immagine corporea o al malessere prodotto da ciò che ambienti
come la palestra rappresentano).
Può lo sport diventare amico?
Certo che sì, perché ogni relazione può essere cambiata, ma sempre a partire da sé.
Infatti, la psicoterapeuta statunitense Virginia Satir affermava: “ognuno di noi custodisce una porta del cambiamento che può essere aperta solo dall’interno.”
Nel caso specifico di persone che hanno una relazione conflittuale con il corpo e l’alimentazione, lo sport diventa alleato se si interviene all’interno di un percorso di cura globale del sé, grazie al contatto regolare con professionisti competenti.
Da dove iniziare? Da una parola: piacere. Attraverso la profonda comprensione di sé, bisogna scoprire quali attività sono maggiormente in linea con valori e gusti personali per trasformare questo rapporto.
I benefici del fare sport
Se fatto con consapevolezza, lo sport può apportare enormi benefici, quali:
- Miglioramento dell’umore
- Miglioramento della funzione cerebrale
- Miglioramento dell’immagine corporea (a prescindere da
- eventuali cambiamenti nell’aspetto)
- Riduzione dello stress
- Aumento della qualità del sonno
I benefici sopra elencati possono migliorare effettivamente la vita se si sceglie di fare sport, ma non rappresentano necessariamente i motivi per i quali si dovrebbe fare attività.
L’attività fisica come elemento positivo nel recovery
In conclusione, riprendendo proprio il titolo dell’articolo, è possibile ripensare l’attività fisica in maniera costruttiva, capendo quali sono le proprie preferenze in quest’ambito, comprendendo i limiti personali e provando a focalizzare l’attenzione sul processo piuttosto che sul risultato.
L’articolo è stato scritto da Giulia, volontaria dell’Associazione