Creatrice della pagina Instagram #Iweigh, il movimento per dire che le donne «pesano» più dei loro chili, Jameela Jamil, attrice di The Good Place, ha svelato che l’essere stata pesata durante gli anni scolastici ha influenzato la percezione del suo peso e del suo corpo,
L’esatto momento in cui a scuola mi misero sulla bilancia, alla sola età di 12 anni, è cominciato il mio disturbo alimentare. La mia lotta contro i DCA può risalire a quel giorno esatto.
Jamil ha risposto alla paradossale proposta avanzata dall’account Twitter Jeremy Vine Show in cui si propone di cominciare a monitorare il peso dei bambini nelle scuole primarie dopo il lockdown.
L’attrice ha anche criticato l’utilizzo dell’indice di massa corporea (BMI), un sistema di classificazione del peso delle persone che è stato a lungo discusso per non aver tenuto adeguatamente conto dell’altezza e della densità muscolare.
Ha anche criticato altre celebrità tra cui Cardi B e le sorelle Kardashian per aver promosso frullati dietetici e integratori per l’appetito.
Jamil ha già discusso pubblicamente del suo disturbo alimentare , dicendo che “mi mancano i miei vent’anni” a causa del dismorfismo corporeo. Ha anche svelato la sua ossessiona per la bilancia: si è pesata ogni giorno per vent’anni mentre lottava contro la propria immagine.
Come nasce Iweigh?
L’attrice di The Good Place, Jameela Jamil, ha creato un account instagram per rispondere allo scatto delle donne Kardashian ciascuna con il proprio peso scritto addosso e accompagnata dalla domanda: «e tu quanto pesi?», dannoso e pericoloso. Perché le donne non si misurano in chili, ma in relazioni, esperienze, momenti di vita vissuta che le portano ad essere quello che genuinamente sono
La foto di famiglia delle donne Kardashian ciascuna con il proprio peso scritto addosso accompagnata dalla domanda: «e tu quanto pesi?». Postata su Instagram dall’account @themillionlady è stata “pescata” da Jameela Jamil, attrice della serie NBC The Good Place, che l’ha immediatamente bollata come pericolosa e dannosa, un attentato alla psiche delle donne.
«Non potevo far finta di nulla», ha scritto Jamil, già in passato coinvolta nel movimento body positive – secondo cui ogni corpo è bello e merita rispetto, anche quando non corrisponde ai canoni dettati dalla moda e dai media.