Animenta racconta i disturbi alimentari – La storia di Alice

Ho sempre amato scrivere, ma in questo momento le parole mi mancano.

Non è facile per me raccontare tutto quello che ho passato, per me che ho sempre voluto tenere nascoste le mie debolezze. Le ho sempre volute custodire come un tesoro.

Mi chiamo Alice, ho 21 anni e più della metà della mia vita l’ho passata con una vocina nella mia testa.

L’inizio

All’età di 9 anni i miei genitori si sono separati e da lì è nata quella lotta interna che porto avanti tutt’ora.

Il cibo era il mio unico sfogo in quei pomeriggi dove mamma lavorava e papà si viveva la sua nuova vita.

Sì, il cibo. Una relazione di amore e odio fin da bambina.

Il cibo mi permetteva di colmare il vuoto che avevo dentro: la mancanza, la sofferenza che ho sempre nascosto dietro ad un sorriso.

Il cambiamento

Gli anni sono passati e all’età di 18 anni e poco più sono andata via di casa. Ho avuto il coraggio di cambiare città, di allontanarmi per studiare… anche se in realtà era solo un modo per scappare dai problemi che avevo in casa.

Ma, anche qui, avevo una costante nella mia vita. La vocina nella mia testa, quella che dal 2009 mi diceva che non ce l’avrei mai fatta e quella che mi spronava a fare di più. 

Era una lotta costante tra il mio lato razionale e il mio lato irrazionale.

I primi sei mesi di università passano composti da alti e bassi, storie d’amore burrascose, le nuove amicizie e le prime soddisfazioni.

Il problema si è presentato con l’inizio della pandemia, quando sono stata costretta a tornare a casa mia, nella mia città natale, quella città che mi è sempre stata stretta.

Nasce tutto con un “sono sola a casa, mamma deve lavorare e io mi annoio. È il momento perfetto per perdere qualche chilo” e da lì inizia il circolo vizioso di allenamento, restrizioni e metodi compensatori.

Nessuno si è accorto di nulla fino ad agosto, quando ormai i chili persi erano troppi e nessuno riusciva più a fermarmi… il momento dove sono riuscita a chiedere, per la prima volta, aiuto.

Entravo e uscivo dall’ospedale, vedevo più i medici che i miei genitori fino a quando fisicamente sono rientrata in quel tanto temuto “normopeso” e da, quel punto in poi, i medici mi hanno detto che sarei stata in grado di volare da sola.

La ricaduta

I mesi passano, arriva l’estate più bizzarra della mia vita, incontro un nuovo ragazzo e la malattia sembra finalmente sparita, insieme alle restrizioni del Covid che sembrano, finalmente, permettermi di tornare nella mia amata Ferrara per continuare l’università.

Arriva ottobre e mi trovo da sola, dopo un anno dove il controllo della mia vita era stato affidato ad altre persone e lì scoppia il caos e una pesante ricaduta.

Paura, ansia e tristezza. Nuovi medici, nuova casa e nuova routine. Tutto nelle mie mani.

La mia unica costante era la voce nella mia testa, quella non mi mollava mai.

Ho il coraggio di chiedere, di nuovo, aiuto. 

La terapia mi ha permesso di risorgere. Mi ha permesso di abbandonare quella che consideravo la mia migliore amica (quella che in realtà era solo la voce della malattia).

Continuo a vedere più i medici che i miei genitori, continuo ad avere paura di staccarmi totalmente dalla malattia ma, finalmente…

Ora posso dire di essere diventata consapevole. Consapevole della mia forza e delle mie debolezze.

Ora posso dire di avercela fatta, di essere rinata.

Il percorso è ancora lungo, ma finalmente vedo una luce in fondo a questo tunnel.

L’articolo è stato scritto da Alice, volontaria dell’Associazione, che ha raccontato la sua storia

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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