Animenta racconta i disturbi alimentari – La storia di Beatrice

Non saprei indicare precisamente quando ho iniziato a soffrire di un disturbo alimentare. Credo che il seme fosse già presente nella mia testa, ma direi che è iniziato a germogliare a febbraio del 2019, quando ho deciso di voler perdere qualche chilo. In quel mese è successa una cosa che ha fatto scattare qualcosa nella mia testa: i jeans mi stavano stretti e ho dovuto comprare una taglia più grande.

Io non volevo più vedermi grassa, volevo dimagrire, così ho deciso di rivolgermi ad una dietista che mi ha scritto una dieta ipocalorica e restrittiva e mi ha consigliato di fare vari allenamenti. All’inizio andava tutto bene, seguivo la dieta, mi allenavo e sin da subito ho perso peso.

Nel corso dei mesi però mi piaceva sempre di più vedere quel numero scendere e la paura di ingrassare aumentava. Ho iniziato a mangiare meno rispetto a quanto indicato dalla dieta con l’idea che se avessi perso più peso e più velocemente sarebbe stato meglio.

Ho iniziato a vivere male gli “sgarri”, cioè tutto quello che usciva dal mio schema. Avevo sensi di colpa se mangiavo qualcosa di non previsto (come un cioccolatino offerto all’improvviso); ho iniziato anche a ad avere paura dei pasti fuori, perché credevo che mi avrebbero fatto ingrassare.

È successo molto gradualmente, ma sono arrivata a vivere male tutto ciò che girava intorno al cibo e al mangiare.

Alcune persone hanno iniziato a farmi notare che ero dimagrita troppo, però io non ascoltavo nessuno e mi dicevo che io non avrei mai potuto soffrire di anoressia perché mi è sempre piaciuto mangiare (in quel momento non sapevo niente di DCA e secondo me anoressia significava non mangiare…).

Finché a ottobre del 2019 mi sono resa conto che le cose mi stavano sfuggendo un po’ di mano.

Così ho deciso di tornare dalla dietista, che mi ha detto di iniziare una dieta di mantenimento. Il problema è che io esteticamente non mi piacevo ancora, quindi questa dieta di mantenimento non l’ho mai realmente seguita, perché avevo paura di ingrassare nuovamente, e così ho iniziato a mangiare meno rispetto a prima e a muovermi di più.

Tutto questo ovviamente ha avuto delle ripercussioni anche sull’umore. Ero diventata apatica, scontrosa, nervosa, super impostata, vivevo con il freno a mano tirato, non riuscivo a lasciarmi andare. Ho iniziato a farmi seguire da una psicologa che mi ha aiutato a ricominciare a mangiare, anche alcuni dei cibi che mi spaventavano di più, ma purtroppo in quel momento non ero pronta ed ho mollato.

Nel frattempo siamo entrati in lockdown e per me è stato deleterio, perché stavo tutto il giorno in casa da sola, con me stessa e con i miei pensieri malati. Pensavo tutto il giorno a cosa mangiare, a quanto mangiare, a come bruciare le calorie. Deleteri per me sono stati i numeri, pesavo al grammo quello che mangiavo perché avevo bisogno di controllare tutto. Programmavo la mia giornata quasi al minuto, decidevo cosa fare e quando, cosa e quanto mangiare.., E guai a non rispettare il programma: era tutto uno schema!

Finito il lockdown ovviamente ero felice ma anche molto preoccupata, perché sono ricominciate le uscite. I weekend mi facevano paura, perché i pasti fuori non potevo controllarli. Ma sebbene mi facessero paura, non ho mai rinunciato alle uscite fuori, alle cene e agli aperitivi. Però, se andavo a cena fuori, sapevo che dovevo prendere delle accortezze. Inoltre volevo sapere per tempo il ristorante dove saremmo andati, così da poter controllare prima il menù e decidere in anticipo cosa avrei mangiato, programmando il resto dei pasti e dell’attività fisica di conseguenza. Un incubo!

Non mi godevo più nulla perché ero totalmente focalizzata sul cibo.

Ho provato anche a rivolgermi ad un centro DCA pubblico per essere seguita da un’équipe con nutrizionista, psicologo e psichiatra, ma non mi è stato utile, perché era comunque tutto incentrato su sul cibo e sul peso, non su come mi sentivo io.

La situazione è poi peggiorata fino alla mia laurea (dicembre 2020), quando ho raggiunto il mio peso più basso. In quel periodo ero stressatissima perché lavoravo, preparavo la tesi, mi obbligavo ad allenarmi e avevo le giornate pienissime e programmate al minuto. Lì ho toccato il fondo, ma questo mi è servito per cominciare a risalire, infatti nel 2021 le cose hanno iniziato ad andare meglio. Ho ritrovato un po’ di equilibrio e serenità, facendo un percorso di crescita personale.

Da dopo la mia laurea mi sono avvicinata per davvero alla palestra e ho iniziato ad allenarmi con i pesi, studiando e informandomi su alimentazione e allenamento. Ho iniziato a vedere la palestra come un modo per costruire e non per distruggere e, di conseguenza, a vedere l’alimentazione come funzionale per l’allenamento, cioè a mangiare per avere le energie.

Lo switch mentale di cui avevo bisogno: per la prima volta ho deciso io di voler guarire.

Ho reimparato a stare bene con me stessa e a stare bene anche da sola, in mia compagnia. Nel periodo in cui stavo male mi sentivo estremamente sola e sfogavo questo sentire nel mio rapporto con il cibo. Adesso sto imparando a stare bene con me stessa e sto ritrovando la mia autostima, la sicurezza in me stessa, la scioltezza, l’entusiasmo, la positività che mi hanno sempre caratterizzata. Ancora non mi definisco guarita, mi capita di inciampare, di fare un passo indietro o di cadere, ma mi rialzo e continuo a lottare per tornare a vivere. L’anoressia non è vita!

L’articolo è stato scritto da Beatrice, che ha raccontato la sua storia

Contenuto a cura di Animenta

PASTA DI SEMOLA DI GRANO DURO LUCANO

Rasckatielli

Pasta Secca 500g

Ingredienti: Semola di Grano Duro Lucano del Parco Nazionale del Pollino, Acqua.

Tracce di Glutine.

Valori Nutrizionali

(valori medi per 100g di prodotto)

Valore energetico

306,5 kcal
1302 kj

Proteine

13,00 g

Carboidrati

67,2 g

Grassi

0,5 g

Prodotto e Confezionato da G.F.sas di Focaraccio Giuseppe
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