E’ da quando ero piccola che non mi sono mai sentita la bambina, la ragazza o la donna giusta. Così, negli anni, ho iniziato a soffrire di Disturbi Alimentari.
I commenti e i Disturbi Alimentari
La mia storia inizia con una domanda a mia nonna: un giorno le chiesi quale fosse il motivo per il quale ai miei cugini dava sempre da mangiare il panino con la Nutella, mentre a me sempre quello con il pomodoro.
Lei rispose con decisione, dicendo che a non essere magra come i miei cugini avrei rovinato l’immagine di famiglia. Queste parole mi hanno ferita.
Il mio inferno è iniziato lì.
L’inizio dei miei Disturbi Alimentari
Con la crescita sono spuntate e cresciute molte paranoie, molte paure e tanta confusione. Erano la costante delle mie giornate e dopo tanto tempo notai i primi segnali d’allarme. Nel pieno della malattia tutti si complimentavano con me: ero bella, ero diversa ed ero finalmente magra… Mi sembrava un sogno.
Ma quel sogno finì presto, perché non appena sentivo di riprendere peso mi sentivo rovinata, non mi sentivo più bella e non trovavo motivi per uscire di casa. Tutti i passi verso la guarigione erano per me passi indietro nella vita.
Così sviluppai quella dinamica tipica di molti Disturbi Alimentari: il tutto o niente. Sono iniziate le abbuffate e le compensazioni. In quei momenti sentivo di trovare una pace interiore: la Noemi dei pensieri negativi e stressanti si metteva a tacere ed ero felice.
Questa dinamica divenne la mia quotidianità per un bel po’ di tempo. Tutti mi dicevano che ero bella; avevo l’attenzione dei ragazzi, i bulli e le persone che mi avevano presa in giro per tanto tempo ora tacevano.
Una consapevolezza sui miei Disturbi Alimentari…
C’era qualcosa che mancava: la mia felicità.
Ero consapevole che la mia vita non poteva andare avanti così, tra metodi compensatori e sensi di colpa. Ma trovare un modo per uscirne non è stato facile. Sono stata male per molto tempo, anche in seguito alla morte di mio nonno (per me grande punto di riferimento). Persi Noemi, persi la persona allegra e sorridente, persi la vera me.
Voglio stare bene nel mio corpo
Sono arrivata sul fondo del pozzo di dolore nel quale sentivo di essere rinchiusa e da lì ho deciso di cominciare a risalirlo. Da lì, la mia vita è ricominciata.
Sto ancora cercando di fare pace con me stessa, di zittire i pensieri che mi tormentano allo specchio, ma da un po’ di tempo ho sempre lo stesso sogno in testa. Vorrei alzarmi la mattina e vedermi bella una volta per tutte. Non so cosa si provi a non sentirsi a disagio in mezzo alle persone, al mare, a tutte le cose e il divertimento che mi sono privata per molti anni, ma sono determinata a scoprirlo. Il mio obiettivo è di sentirmi bene nella mia pelle e bene nel mondo. La strada è lunga, ma voglio percorrerla.
La storia è stata scritta da Noemi, volontaria dell’Associazione